L’uso dello smartphone di notte non è come pensi: il nuovo studio sorprende gli esperti

L’uso dello smartphone di notte non è come pensi: il nuovo studio sorprende gli esperti -cryptohack.it

Lorenzo Fogli

22 Settembre 2025

Una ricerca condotta dall’Università di Portsmouth mostra come solitudine e ansia spingano i ragazzi con preferenze serali a un uso problematico di smartphone e social media.

Un nuovo studio scientifico ha fatto luce sul legame tra abitudini notturne e dipendenza dalle tecnologie digitali. L’indagine, realizzata dall’Università di Portsmouth su un campione di oltre 400 giovani tra i 18 e i 25 anni, evidenzia che i ragazzi con una naturale tendenza a restare attivi nelle ore serali risultano più esposti a comportamenti problematici legati all’uso dello smartphone e delle piattaforme sociali. Secondo i ricercatori, la causa principale non è da ricercare solo nelle ore trascorse online, ma soprattutto nelle condizioni psicologiche che accompagnano questo stile di vita. Solitudine e ansia, infatti, emergono come i veri fattori scatenanti, alimentati dal disallineamento tra i ritmi circadiani dei nottambuli e quelli della maggioranza della popolazione, che segue schemi diurni più tradizionali.

L’isolamento sociale e i picchi emotivi notturni

Chi tende a vivere di notte sperimenta una sorta di isolamento temporale. Mentre amici, colleghi e familiari rispettano orari diurni, i “tipi serali” si trovano spesso soli nelle ore in cui i servizi e le occasioni di socializzazione si riducono. È proprio in questi momenti, spiega la ricerca, che crescono i sentimenti di esclusione e disagio emotivo. Gli studiosi hanno osservato come, nelle ore notturne, si manifestino picchi di intensità emotiva che rendono i giovani più vulnerabili. Senza adeguati canali di supporto e con poche possibilità di interazione reale, la tecnologia diventa un rifugio immediato. Smartphone e social media, in particolare, vengono utilizzati come strumenti di autoregolarizzazione emotiva, una sorta di tentativo di riempire il vuoto relazionale.

Dalla ricerca una distinzione chiara tra smartphone e social media

Il dato forse più interessante riguarda la differenza tra i due comportamenti problematici analizzati. La dipendenza da smartphone è collegata quasi esclusivamente alla solitudine, mentre la dipendenza da social media è il risultato di un intreccio più complesso, in cui solitudine e ansia agiscono insieme come fattori determinanti. Eppure la strategia messa in atto dai nottambuli appare controproducente. L’uso intensivo delle piattaforme digitali, lungi dal ridurre il senso di isolamento, lo amplifica. I giovani finiscono per confrontarsi con le vite idealizzate mostrate online, alimentando sensazioni di inadeguatezza e peggiorando il loro stato emotivo. Lo studio conferma così che le differenze nei ritmi circadiani non sono solo una curiosità biologica, ma incidono in modo concreto sulle dinamiche psicologiche e sociali dei ragazzi. Una condizione che rende chi vive la notte più esposto a un rapporto fragile e talvolta rischioso con la tecnologia.

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