Gemini 2.5 di Google conquista la medaglia d’oro all’ICPC 2025, battendo oltre 130 team umani con una prova senza precedenti.
La nuova versione di Gemini ha affrontato la finale mondiale di programmazione algoritmica più importante al mondo, risolvendo un problema che nessun altro era riuscito a completare.
Nel silenzio delle sale server e nella tensione delle arene accademiche digitali, Gemini 2.5 ha lasciato un segno indelebile nella storia della competizione universitaria più prestigiosa nel campo dell’informatica. Durante le finali mondiali dell’International Collegiate Programming Contest 2025, il modello di intelligenza artificiale generativa sviluppato da Google ha dimostrato un livello di ragionamento e problem solving che nessuna macchina aveva mai raggiunto prima in un contesto simile.
Il risultato? Una medaglia d’oro e un messaggio chiaro: il confine tra l’intelligenza umana e quella artificiale si sta assottigliando più rapidamente di quanto previsto.
Una competizione storica e una sfida senza precedenti
L’ICPC è da decenni la prova regina per gli studenti di informatica di tutto il mondo. In cinque ore, le squadre devono risolvere una serie di problemi algoritmici complessi, mettendo alla prova le proprie capacità logiche, matematiche e di programmazione. L’edizione 2025 ha ospitato 139 team universitari, tutti selezionati attraverso rigide fasi regionali.

A questa competizione ha preso parte anche Gemini 2.5 Deep Think, la versione avanzata e pubblicamente accessibile del modello AI di Google. A differenza di precedenti occasioni, in cui l’azienda aveva sviluppato versioni custom per le gare (come nel caso delle Olimpiadi di Matematica), questa volta il sistema utilizzato era lo stesso offerto agli utenti, con una sola modifica: la possibilità di gestire un numero elevato di “thinking tokens” ininterrotti per tutta la durata della prova.
Nonostante l’IA sia entrata in gara con 10 minuti di ritardo rispetto agli studenti – una regola stabilita per offrire un vantaggio umano – Gemini ha impiegato appena 45 minuti per risolvere i primi 8 problemi, dimostrando una rapidità fuori scala. In meno di tre ore, ha chiuso anche altri due quesiti, portando il totale a 10 problemi su 12 risolti correttamente.
Gemini risolve l’impossibile: un problema mai superato da nessuno
Il dato più impressionante riguarda un esercizio rimasto irrisolto da tutti i 139 team in gara, che metteva alla prova la capacità di ottimizzare un sistema complesso di serbatoi fittizi per la raccolta e il drenaggio dei liquidi. Un problema che richiedeva non solo intuizione matematica, ma ragionamento multi-step e gestione simultanea di variabili in tempo reale.
Gemini 2.5 ha trovato la soluzione in appena 30 minuti, elaborando una configurazione ottimale che ha sorpreso anche gli organizzatori del torneo. Questo exploit, secondo molti, segna una svolta storica nel rapporto tra IA e competizione accademica.
L’algoritmo risolutivo utilizzato da Gemini non era mai stato proposto prima nei precedenti tornei e potrebbe avere applicazioni concrete in settori come la logistica, l’ingegneria idraulica e la gestione automatica di risorse in scenari critici.
Implicazioni future: dall’accademia alle applicazioni reali
Dopo la chiusura della competizione, Google ha testato Gemini anche sui problemi delle edizioni 2023 e 2024 dell’ICPC, ottenendo ancora una volta prestazioni da medaglia d’oro. Secondo i tecnici del colosso californiano, la capacità dell’IA di gestire ragionamenti lunghi, concatenare operazioni complesse e individuare schemi nascosti potrebbe cambiare le regole del gioco in ambiti come:
progettazione di microchip, dove ogni scelta deve essere calibrata su miliardi di possibili configurazioni;
biotecnologie e ricerca medica, dove l’analisi di pattern genetici richiede potenza e precisione;
ottimizzazione industriale, nei contesti dove il minimo errore può portare a sprechi enormi.
Bill Poucher, direttore dell’ICPC, ha commentato la partecipazione di Gemini come un “evento che ridefinisce i confini dell’innovazione accademica e della formazione tecnica”, sottolineando come il futuro dei concorsi universitari non potrà più prescindere da un confronto diretto tra uomo e macchina.
E mentre molti si interrogano sul ruolo che queste IA avranno nell’insegnamento e nell’industria, resta un dato: nel 2025, un’intelligenza artificiale ha superato la maggior parte degli esseri umani in uno degli ambienti più competitivi dell’informatica mondiale.