La verità dietro la vendita di 47.000 Bitcoin: il caos tra social e analisti

La verità dietro la vendita di 47.000 Bitcoin: il caos tra social e analisti

La verità dietro la vendita di 47.000 Bitcoin: il caos tra social e analisti

Cristina Manetti

14 Novembre 2025

New York, 14 novembre 2025 – In queste ultime ore il mondo delle criptovalute è stato scosso da un trasferimento sospetto di circa 47.000 Bitcoin, pari a oltre 1,6 miliardi di dollari al cambio attuale, partito da alcuni indirizzi legati a MicroStrategy, la società guidata da Michael Saylor. La segnalazione arriva dal tracker onchain Arkham e ha subito acceso il dibattito tra analisti e investitori, scatenando voci su una possibile vendita massiccia di asset digitali. Ma lo stesso Saylor ha subito smentito qualsiasi ipotesi di cessione, spiegando che si tratta di spostamenti interni e non di una liquidazione.

MicroStrategy, 47.000 Bitcoin in movimento: cosa c’è davvero dietro

Tra la notte del 13 e il 14 novembre, il sistema di monitoraggio Arkham ha rilevato uno spostamento di circa 47.000 BTC da indirizzi storicamente associati a MicroStrategy verso altri wallet il cui proprietario non è subito identificabile. La notizia ha fatto rapidamente il giro dei social e delle piattaforme finanziarie, con molti che hanno ipotizzato una vendita in corso da parte dell’azienda americana.

Eppure, come si può verificare anche nella sezione “Bitcoin Holdings” del sito ufficiale di MicroStrategy, il totale di BTC detenuti resta fermo a quota 641.692. Nessun comunicato ufficiale, nessuna nota alla SEC. Solo un movimento onchain, che per chi gestisce grandi quantità di criptovalute non è affatto insolito. “Non abbiamo venduto nulla”, ha ribadito Saylor questa mattina in un post su X (ex Twitter).

Spostamenti interni o vendita? Il punto degli esperti

La spiegazione più probabile, condivisa anche da fonti vicine alla società, è che si tratti di trasferimenti interni tra wallet controllati da uno dei custodi istituzionali che gestiscono i Bitcoin di MicroStrategy. Operazioni di questo tipo avvengono con una certa regolarità, spesso per motivi di sicurezza o per organizzare meglio la liquidità. “Sono pratiche di custodia standard”, ha detto un consulente del settore, che ha preferito restare anonimo.

Detto questo, l’assenza di comunicazioni preventive ha lasciato spazio a dubbi e speculazioni. “Avrebbero potuto avvisare prima”, ha commentato un investitore che segue da vicino la società. Però, secondo le regole del settore, questi spostamenti non richiedono annunci pubblici, a meno che non comportino una variazione reale del patrimonio.

Dati onchain: trasparenza sì, ma con qualche rischio di fraintendimento

Questo episodio riapre il confronto sull’affidabilità dei dati onchain come strumento per capire le mosse delle aziende. Da un lato, la blockchain permette di tracciare ogni movimento con precisione. Dall’altro, spesso manca il contesto necessario per interpretare cosa sta succedendo davvero. “Vediamo solo da dove parte il trasferimento, raramente dove arriva e quasi mai perché viene fatto”, spiega un analista di Glassnode.

Dietro a uno spostamento possono esserci tante ragioni: dalla semplice riorganizzazione delle chiavi private alla necessità di aumentare la sicurezza. La vendita è solo una delle possibili ipotesi e qui sembra poco probabile, soprattutto alla luce delle dichiarazioni ufficiali e dell’assenza di cambiamenti nei bilanci.

MicroStrategy in bilico: segnali contrastanti dal mercato

Non è un mistero che MicroStrategy stia attraversando un momento complicato. Negli ultimi mesi il valore delle sue azioni è rimasto sotto il controvalore dei Bitcoin in cassa, un segnale che alcuni interpretano come un campanello d’allarme. Ma per gli esperti è ancora presto per parlare di una vendita forzata.

“Se dovessero davvero vendere una parte importante dei loro Bitcoin, sarebbe un segnale che scuote tutto il mercato”, commenta un gestore di fondi di New York. Per ora, però, la domanda resta aperta: “MicroStrategy venderà mai i suoi Bitcoin per ricomprare azioni proprie?” Nessuno ha ancora una risposta chiara.

Rumors e realtà: la lezione del caso MicroStrategy

Questa vicenda conferma quanto sia facile – e pericoloso – trarre conclusioni affrettate dai dati pubblici della blockchain senza una verifica attenta. Le informazioni circolate in queste ore sui social non trovano conferma nei fatti: nessuna vendita ufficiale, nessun annuncio.

Forse è il caso di ricordare che nel mondo delle criptovalute la trasparenza tecnica non sempre coincide con la chiarezza delle informazioni. Dietro ogni movimento onchain può nascondersi una storia diversa da quella raccontata dai rumor online.

Change privacy settings
×