Kazakistan lancia il primo fondo di riserva crypto da un miliardo di dollari

Kazakistan lancia il primo fondo di riserva crypto da un miliardo di dollari

Kazakistan lancia il primo fondo di riserva crypto da un miliardo di dollari

Giulio Righi

18 Novembre 2025

Astana, 18 novembre 2025 – Il governo del Kazakistan ha deciso di mettere in piedi un fondo di riserva crypto da un miliardo di dollari, il primo del genere nel Paese, che partirà all’inizio del 2026. La notizia, confermata da fonti ufficiali e Bloomberg, segna un tentativo di Astana di farsi strada nel mondo delle criptovalute e di ridurre la forte dipendenza dal dollaro nella sua economia.

Un fondo nato da asset sequestrati e mining locale

Il nuovo fondo sovrano crypto si baserà soprattutto su asset finanziari sequestrati o rimpatriati dall’estero, oltre ai guadagni derivati dalle attività di mining di criptovalute già attive in Kazakistan. Nessuna riserva pubblica sarà usata per comprare direttamente crypto; invece, il capitale sarà investito in ETF spot e in società quotate che vengono trasformate in DAT (Digital Asset Treasury). Così si evita di gestire direttamente le monete digitali.

Un funzionario dell’Astana International Financial Center (AIFC), che controllerà il progetto, ha spiegato che “il fondo rappresenta una svolta per il settore finanziario nazionale e un banco di prova per l’integrazione tra Stato e finanza digitale”. L’AIFC, nato nel 2018 per attirare investimenti e sviluppare infrastrutture on-chain, sarà il cuore operativo dell’iniziativa.

Dietro la mossa, una strategia che guarda oltre l’economia

Il Kazakistan non punta solo all’aspetto economico. Osservatore nei BRICS e partner di Cina e Russia, il Paese vuole aumentare la sua autonomia valutaria. Negli ultimi due anni, Astana ha stretto accordi con Pechino e Mosca su tecnologia, energia a basso costo e infrastrutture digitali. “Ridurre la dipendenza dal dollaro è una priorità strategica”, ha detto un consigliere del presidente Tokayev durante una conferenza all’Università Nazarbayev.

Il Paese è già un protagonista nel mining di Bitcoin: dati di Chainalysis e Cambridge Centre for Alternative Finance mostrano che contribuisce tra il 10% e il 15% dell’hash power globale. Gran parte di questo è dovuto a grandi impianti collegati a centrali elettriche locali, soprattutto nelle zone industriali di Ekibastuz e Karaganda.

Un modello ibrido per gestire la finanza pubblica

Il fondo non terrà direttamente crypto asset, ma investirà in strumenti finanziari regolamentati legati alle criptovalute. Questa scelta serve a limitare rischi operativi e legali, pur mantenendo un forte legame con il settore. “È un modello ibrido”, spiega un analista della Banca Nazionale del Kazakistan, “che permette allo Stato di partecipare alla crescita della digital economy senza subire le forti oscillazioni tipiche del mercato crypto”.

L’annuncio arriva mentre altri Paesi stanno pensando a strumenti simili. Ma il Kazakistan è il primo a lanciare un fondo sovrano crypto di queste dimensioni, usando asset sequestrati e risorse generate internamente dal mining.

Reazioni e cosa ci aspetta

La notizia ha attirato l’attenzione di operatori finanziari locali e stranieri. Ad Almaty, alcuni imprenditori vedono nel fondo “un’occasione per portare capitali esteri e innovazione tecnologica”. Altri però restano prudenti: “La regolamentazione è ancora un punto critico”, ammette un consulente legale esperto di fintech.

Il governo kazako conta di far partire il fondo entro il primo trimestre del 2026. Intanto ha già iniziato a parlare con partner internazionali per definire come investire e gestire il fondo. Solo allora si potrà capire se il modello kazako diventerà un esempio anche per altri Paesi emergenti che vogliono unire finanza pubblica e crypto economy.

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