Il nuovo supercomputer installato a Napoli trasforma la città in un polo strategico per la cybersicurezza, l’intelligenza artificiale e l’innovazione imprenditoriale.
Napoli non è più soltanto il luogo dove nacque la leggenda di Partenope o l’isola romantica di Megaride, oggi è anche la sede del supercomputer da 50 milioni di euro destinato a ridefinire il ruolo dell’Italia nella mappa della cybersicurezza europea. L’investimento, realizzato da Acn, Mur, Cnr e Cineca, ha dato vita a una delle più potenti infrastrutture tecnologiche d’Europa. E mentre il mondo combatte una guerra silenziosa tra hacker, AI e governi, l’Italia si mette finalmente al centro della partita.
Una macchina al servizio della sicurezza digitale nazionale
Dietro le 340 GPU, i 300 nodi di calcolo e i miliardi di parametri che Megaride è in grado di processare ogni secondo, non si nasconde solo potenza tecnologica, ma una precisa strategia geopolitica. Il supercomputer nasce per rafforzare la capacità di risposta nazionale contro gli attacchi informatici sempre più sofisticati.
Uno degli obiettivi chiave è il potenziamento dell’HyperSOC, la piattaforma sviluppata da Acn per monitorare le minacce alla sicurezza nazionale. Megaride permetterà al Computer Incident Response Team di analizzare flussi massivi di dati in tempo reale e reagire con rapidità a cyber attacchi, sabotaggi informatici e manipolazioni digitali.

Un altro traguardo imminente è la creazione del DNS nazionale, uno strumento che consentirà all’Italia di gestire in autonomia il traffico dei propri domini, riducendo la dipendenza da server esterni e migliorando il controllo su attacchi DDoS e vulnerabilità di rete.
Ma non finisce qui: Megaride sarà utilizzato anche per verificare il comportamento delle AI analizzando in profondità miliardi di variabili, un passo essenziale per capire se l’intelligenza artificiale segue traiettorie etiche, prevedibili e sicure.
Una scommessa sulla formazione, il talento e l’ecosistema imprenditoriale
La vera forza di Megaride, però, non risiede solo nei suoi algoritmi. Sta nel contesto in cui è stato inserito: l’Università di Napoli. Una scelta tutt’altro che casuale. L’Agenzia ha deciso di collocare lì il supercomputer per attirare studenti, formare nuove generazioni di esperti e offrire una palestra reale a chi si prepara a lavorare nel campo della cybersecurity, del quantum computing e dell’AI applicata.
Acn ha già investito 30 milioni di euro, di cui 22 milioni per l’acquisto dell’infrastruttura e 8 per la gestione quinquennale, e sta finanziando 60 borse di dottorato, presto destinate a diventare 90, oltre a 12 startup emergenti. Obiettivo: creare un ecosistema italiano autonomo, capace di trattenere i cervelli e non costringerli a fuggire all’estero per mancanza di supporto.
Il programma Cyber Innovation Network è l’altro tassello chiave. Mira a connettere le oltre 120 grandi aziende del perimetro di sicurezza nazionale con le startup più promettenti in campo tecnologico, creando ponti strategici, reti di collaborazione e opportunità di investimento anche per il venture capital italiano, ancora troppo timido in questo settore.
L’Italia tra AI Factory, quantum computing e gemelli digitali
Megaride non è un’infrastruttura isolata, ma parte di un sistema in crescita. Il prossimo passo è la realizzazione della AI Factory italiana, chiamata IT4LIA, che sarà ospitata tra Napoli e Bologna grazie ai fondi europei dell’Impresa Comune EuroHPC JU. In questa visione distribuita, Megaride sarà fortemente connesso al supercomputer Leonardo e ai nuovi computer quantistici in arrivo a Bologna nel 2026, creando una rete ibrida tra supercalcolo classico e quantistico.
Questa architettura permetterà all’Italia di gestire scenari complessi in modo sinergico, dividendo i compiti tra potenza tradizionale e velocità quantistica. Un passo fondamentale per applicazioni strategiche come la nuova crittografia post-quantistica, ma anche per la simulazione di scenari urbani complessi grazie alla creazione dei digital twin delle città.
Lo Spoke 9 del progetto, coordinato proprio dall’Università di Napoli, lavorerà allo sviluppo di modelli predittivi urbani che non si fermano ai dati urbanistici, ma includono comportamenti sociali, ambientali e sanitari. Tutto questo, nel pieno rispetto della privacy dei cittadini, rappresenta un uso etico e utile dei dati pubblici.
Nel 2025, il ruolo dell’Italia nello scacchiere tecnologico internazionale non è più marginale. Megaride non è solo un nome evocativo, ma un simbolo di riscatto scientifico, sovranità digitale e fiducia nel futuro. Per la prima volta, il Sud si fa centro: Napoli diventa nodo strategico per la sicurezza cibernetica europea. E l’Italia, con coraggio e concretezza, prova a uscire dalla periferia dell’innovazione per scrivere da protagonista la sua pagina nella storia del supercalcolo.