L’esclusione dell’azienda Strategy dall’indice S&P 500 ha suscitato un acceso dibattito tra gli investitori e gli analisti. Nonostante avesse soddisfatto gran parte dei requisiti necessari, la decisione del comitato ha messo in evidenza la discrezionalità che caratterizza il processo di selezione. L’indice S&P 500 è un pilastro fondamentale per gli investitori e la sua composizione ha un impatto diretto sulla visibilità e sul potenziale di investimento delle aziende incluse.
In questo contesto, è interessante notare che altre aziende come Applovin, Robinhood ed Emcor sono state scelte per entrare nell’indice. In particolare, Robinhood, rappresentante del settore crypto, ha ottenuto visibilità grazie alle sue attività legate alle criptovalute. Questo sviluppo ha ulteriormente amplificato le discussioni sull’esclusione di Strategy e sulle implicazioni per il mercato delle criptovalute.
I requisiti non soddisfatti
La situazione di Strategy è complessa. Sebbene l’azienda sembrasse in regola con i requisiti per l’inserimento nell’indice S&P 500, un aspetto fondamentale è risultato mancante: il parere discrezionale del comitato. Ecco un riepilogo dei requisiti:
- Domiciliata negli USA e con la maggior parte dei ricavi negli USA: ✅
- Su una borsa principale degli Stati Uniti: ✅
- Capitalizzazione almeno nell’85esimo percentile: ✅
- Trading di almeno 250.000 azioni nei 6 mesi precedenti: ✅
- Ultimi 4 trimestri consecutivi a profitto: ✅
- Ultimo trimestre in profitto GAAP: ✅
- Parere privato del comitato: ❌
Questa discrezionalità solleva interrogativi su cosa possa aver portato a una tale esclusione.
Possibili motivazioni dietro l’esclusione
Sebbene il comitato S&P 500 non fornisca dettagli specifici sulle esclusioni, ci sono vari fattori che potrebbero aver influenzato la decisione riguardante Strategy. La discrezionalità del comitato è un elemento chiave, che consente loro di operare senza dover giustificare le proprie scelte.
Inoltre, la strategia di Strategy, focalizzata sull’accumulo di Bitcoin, potrebbe aver sollevato preoccupazioni. L’indice tende a privilegiare aziende con modelli di business più diversificati. Anche se esistono già aziende nel settore crypto come Coinbase, la natura operativa di Strategy, più legata alla performance di Bitcoin, potrebbe aver giocato un ruolo determinante nella decisione.
Le ripercussioni economiche dell’esclusione
L’inclusione nell’S&P 500 comporta vantaggi significativi, tra cui l’accesso a miliardi di dollari di investimenti. Le aziende simili a Strategy hanno un peso specifico nell’indice di circa lo 0,16%. Ciò significa che per ogni 100 dollari investiti in prodotti che replicano l’andamento dell’indice, circa 16 centesimi sarebbero stati destinati a Strategy, rappresentando investimenti miliardari.
Alcuni degli ETF più significativi, come il Vanguard S&P 500 VOO e l’iShares S&P 500 Core IVV, gestiscono enormi asset, rispettivamente di 736 miliardi di dollari e 660,9 miliardi di dollari. L’inserimento nell’indice non solo avrebbe garantito un flusso costante di investimenti, ma avrebbe potuto anche innescare un aumento del prezzo delle azioni, come dimostrato dall’esperienza di Robinhood, che ha visto un incremento del 6% dopo la sua inclusione.
Una prospettiva futura
Nonostante l’esclusione rappresenti un duro colpo per Strategy, la revisione dell’indice è prevista per dicembre. Gli investitori e gli analisti attendono con interesse eventuali cambiamenti e la possibilità che Strategy superi le attuali sfide. Tuttavia, le domande sulle resistenze della tradizionale finanza nei confronti di Bitcoin e delle aziende ad essa legate rimangono aperte, alimentando un dibattito continuo su come il mondo delle criptovalute si interfacci con il sistema finanziario tradizionale.