I robotaxi sono già realtà. In Italia arriveranno davvero entro il 2030?

Taxi e robot

Cina e USA sperimentano da tempo taxi senza autista. E in Italia?-cryptohack.it

Franco Vallesi

4 Settembre 2025

Auto autonome più sicure e più economiche sono già realtà: il problema non è la tecnologia, ma la fiducia della società.

SAN FRANCISCO, settembre 2025 – Nessuna chiacchiera, nessuna mancia, nessuna domanda su “contanti o carta”. I robotaxi non sono più una promessa da laboratorio: sono già una realtà diffusa in molte grandi città del mondo, da San Francisco a Shanghai, da Phoenix a Pechino. E mentre gli Stati Uniti e la Cina corrono spediti verso un futuro a guida autonoma, l’Europa osserva con cautela, ancora alle prese con dubbi etici, legali e culturali.

I numeri parlano chiaro: nel 2024 il mercato globale dei robotaxi valeva 1,95 miliardi di dollari, ma si prevede che raggiungerà quasi 44 miliardi entro il 2030, con un tasso annuo di crescita impressionante del 73,5%. Solo in Europa, il giro d’affari passerà da 1,1 miliardi nel 2025 a 15,7 miliardi nel 2031, secondo le proiezioni più accreditate.

A guidare l’innovazione c’è Waymo, la controllata di Alphabet, che ha già attivato servizi senza conducente nella Silicon Valley, ad Austin, Atlanta e Miami, registrando oltre 250.000 corse a pagamento ogni settimana. In parallelo, in Cina, Baidu con il servizio Apollo Go ha superato i 100 milioni di chilometri percorsi senza incidenti gravi. E a Wuhan, una corsa in robotaxi costa circa 0,55 dollari, contro i 2,50 dollari di un taxi tradizionale.

Sicuri, efficienti e più economici: i numeri che raccontano il sorpasso della guida autonoma

I dati raccolti negli ultimi mesi confermano quello che gli sviluppatori hanno sempre sostenuto: i robotaxi provocano meno incidenti, lavorano di più e costano meno. Le collisioni con pedoni sono calate del 93%, quelle con ciclistidell’81%. Il numero medio di corse giornaliere per veicolo è salito a 20, contro le 13 di un taxi con conducente.

Anche sul piano economico, la differenza è netta: le tariffe dei robotaxi risultano in media inferiori del 25% al 50%rispetto ai servizi tradizionali. È un cambiamento di paradigma che tocca trasporti pubblici, logistica urbana, inquinamento e qualità della vita. E che pone interrogativi profondi sul ruolo del lavoro umano nella mobilità del futuro.

In Europa
Le vetture automatizzate arrecano in Italia e Europa-cryptohack.it

Tuttavia, la rivoluzione non è priva di attriti. In California, i robotaxi hanno generato proteste e atti vandalici, soprattutto da parte di tassisti e cittadini preoccupati per la sicurezza stradale. La società Cruise, dopo una serie di incidenti minori a San Francisco, è stata costretta a reinserire un autista umano a bordo come supervisore.

Anche Tesla, che ha avviato il proprio servizio di robotaxi ad Austin nel giugno 2025, ha pubblicato video promozionali che mostrano qualche incertezza tecnica, tra corsie sbagliate e rallentamenti imprevisti. L’adozione di massa sembra inevitabile, ma è altrettanto chiaro che ci vorrà tempo per costruire la fiducia degli utenti.

In Europa, i progetti sono ancora in fase sperimentale. A Amburgo, Volkswagen ha lanciato i test della sua flotta ID.Buzz AV tramite il servizio Moia, con l’obiettivo di offrire un servizio commerciale entro il 2027. Un passo importante, ma ancora lontano dai numeri raggiunti negli Stati Uniti e in Asia.

Il vero ostacolo non è la guida autonoma, ma il nostro bisogno di controllo

Alla base di questa lenta adozione c’è qualcosa di più profondo: la paura del cambiamento. Affidarsi a un’intelligenza artificiale per muoversi nel traffico urbano significa rinunciare al controllo, accettare che la macchina ragioni per noi, e che lo faccia meglio. È un passaggio che non riguarda solo la tecnologia, ma la cultura, il lavoro, le abitudini quotidiane.

Il volante è più di un dispositivo: è un simbolo di potere, di libertà, di autonomia personale. Rinunciarvi per entrare in un’auto che guida da sola è un gesto che richiama non solo il futuro, ma anche una nuova economia, dove l’umano potrebbe diventare l’anello debole del sistema.

Eppure, il futuro non aspetta. I robotaxi sono già tra noi. Meno incidenti, meno costi, meno stress. A questo punto, la domanda non è più “quando arriveranno”, ma “quando saremo pronti ad accettarli”.

Change privacy settings
×