Cambridge, 17 novembre 2025 – Harvard University ha deciso di puntare forte su Bitcoin, aumentando di oltre il 250% l’investimento nell’ETF di BlackRock dedicato alla criptovaluta nel terzo trimestre del 2025. A rivelarlo è una comunicazione della Harvard Management Company, la società che gestisce il fondo di dotazione da circa 57 miliardi di dollari.
Harvard triplica la sua quota nell’ETF Bitcoin di BlackRock
Al 30 settembre, la Harvard Management Company possedeva più di 6,8 milioni di azioni dell’ETF iShares Bitcoin Trust (IBIT), per un valore totale di 442,8 milioni di dollari. Qualche mese prima, ad agosto, l’ateneo aveva fatto il suo primo ingresso nel fondo con circa 1,9 milioni di azioni valutate 116,6 milioni. Un balzo che rappresenta una delle crescite più rapide tra gli investitori istituzionali nel settore.
Eric Balchunas, analista ETF di Bloomberg, ha commentato: “È davvero raro vedere un fondo universitario investire in un ETF. È una bella conferma per questo prodotto”. Ha però sottolineato che la quota rappresenta solo “l’1% del totale del fondo di Harvard”. Nonostante ciò, questa posizione è la più importante tra quelle dichiarate dall’ateneo nel terzo trimestre e fa entrare Harvard tra i primi sedici detentori mondiali dell’ETF.
Università e ETF: un legame ancora difficile
Gli endowment universitari guardano con prudenza agli ETF. “Sono le istituzioni più difficili da convincere”, aveva spiegato Balchunas ad agosto, dopo il primo acquisto di Harvard nel fondo Bitcoin. Ora, però, l’aumento dell’investimento indica una maggiore apertura verso strumenti finanziari nuovi da parte di uno degli atenei più importanti al mondo.
Il passo di Harvard arriva in un momento delicato per le criptovalute. Secondo SoSoValue, nella settimana terminata venerdì scorso gli ETF su Bitcoin hanno registrato deflussi netti per 1,11 miliardi di dollari, mentre il prezzo della criptovaluta è sceso sotto i 100.000 dollari, toccando un minimo di 93.029 dollari nelle ultime 24 ore. Una battuta d’arresto che ha cancellato i guadagni messi insieme da inizio anno.
Diversificare: tra tecnologia e oro
Dal documento depositato emerge che Harvard non punta solo sulle criptovalute. Nel portafoglio ci sono grandi nomi della tecnologia statunitense come Amazon, Meta, Microsoft e Alphabet (la holding di Google). Nel terzo trimestre, inoltre, l’università ha comprato una nuova quota da 16,8 milioni di dollari nella fintech svedese Klarna e ha investito 59,1 milioni nella taiwanese TSMC, leader mondiale nella produzione di semiconduttori.
Non è solo tech: Harvard ha praticamente raddoppiato la sua esposizione all’oro, portando le azioni detenute nell’ETF SPDR Gold Shares (GLD) a 661.391 unità, per un valore di 235,1 milioni di dollari. Ad agosto erano circa la metà (333.000). Una mossa che mostra la volontà di bilanciare asset innovativi con beni rifugio.
Un segnale forte per il mondo della finanza
L’ingresso massiccio di Harvard nell’ETF Bitcoin è visto dagli addetti ai lavori come un segnale di crescente legittimazione delle criptovalute nei portafogli istituzionali. “È difficile vedere altre università muoversi così in fretta”, ha osservato Balchunas. Ma la prudenza non manca: la quota su IBIT resta comunque una parte piccola del fondo complessivo.
Intanto, il mercato delle criptovalute resta volatile e incerto. Gli analisti aspettano di vedere come si muoveranno gli altri grandi investitori istituzionali. Per Harvard, la strada sembra chiara: diversificare e provare nuove strade, senza perdere di vista la prudenza che da sempre caratterizza i grandi endowment americani.
