Giappone riduce tasse sulle criptovalute dal 55% al 20%: svolta nel mercato crypto

Corrado Pedemonti

2 Dicembre 2025

Tokyo, 2 dicembre 2025 – Il governo giapponese sta per dare una svolta significativa alla tassazione delle criptovalute. Stando alle indiscrezioni arrivate questa mattina dal Nikkei, l’esecutivo sta pensando a un’aliquota fissa del 20% sui guadagni derivanti dal trading di asset digitali. Una mossa che potrebbe rivoluzionare le regole per investitori e operatori del settore. Se tutto andrà come previsto, la riforma dovrebbe entrare in vigore nel 2026 e porterà la tassazione delle criptovalute a essere più simile a quella di azioni e fondi.

Criptovalute e tasse: verso una flat tax più semplice e giusta

Oggi i profitti ottenuti con il trading di criptovalute vengono considerati reddito “vario” e tassati con aliquote progressive che arrivano fino al 55% per chi ha redditi alti. Una percentuale che, secondo gli esperti, ha spinto molti investitori giapponesi a rivolgersi a piattaforme estere o a dichiarare solo una parte dei loro guadagni. “Il sistema attuale mette in difficoltà chi vuole restare dentro le regole”, spiega Kenji Nakamura, consulente fiscale specializzato in asset digitali, contattato questa mattina. Solo con una flat tax – aggiunge – “si potrebbero far emergere capitali e transazioni oggi invisibili al fisco”.

Il paragone con l’Unione Europea è inevitabile: dal 2026, la direttiva MiCA (Markets in Crypto-Assets) introdurrà norme comuni anche sulla fiscalità, ma ogni Paese terrà il suo tasso. Se approvata, questa misura farebbe del Giappone uno dei primi Paesi del G7 ad avere una tassazione più semplice e vantaggiosa sulle criptovalute.

Il mercato crypto giapponese: numeri in crescita ma ancora incerto

Negli ultimi dodici mesi, secondo l’Associazione giapponese degli Exchange di Criptovalute (JVCEA), gli account attivi sulle piattaforme principali hanno superato i 6,3 milioni. Il valore degli asset digitali detenuti nel Paese si aggira intorno ai 68 miliardi di dollari, un numero che colloca Tokyo tra i mercati crypto più vivaci al mondo insieme a Stati Uniti e Corea del Sud.

Eppure, la JVCEA segnala che l’incertezza sulle regole fiscali resta un freno importante per il settore. “Molti clienti ci chiedono prima chiarezza sulle tasse prima di investire grosse somme”, dice Takeshi Sato, portavoce della piattaforma Coincheck, ai microfoni della NHK. Anche tra gli operatori si respira un clima di attesa: “Semplificare le aliquote potrebbe attirare capitali istituzionali nuovi e riportare in Giappone fondi oggi gestiti da società di Singapore o Hong Kong”, osserva Yuki Matsuda, analista finanziario presso Nomura.

La strada verso la legge e le reazioni del settore

La bozza di riforma dovrebbe essere portata al Parlamento entro la primavera 2026, sempre secondo il Nikkei. Il governo guidato da Fumio Kishida – che ha spesso definito la digitalizzazione della finanza una “priorità strategica” – punta con questo nuovo regime fiscale a spingere la crescita del settore mantenendo però sotto controllo trasparenza e tracciabilità delle operazioni.

Non mancano però voci critiche. Alcuni esperti temono che una flat tax possa favorire l’accumulo di ricchezze senza un controllo adeguato sui movimenti internazionali di denaro. “Serve più cooperazione tra le autorità fiscali dei vari Paesi”, avverte Hiroshi Tanaka, professore alla Waseda University. “Una tassa chiara è fondamentale, ma da sola non basta a fermare fenomeni come il riciclaggio”.

Nel frattempo gli exchange si dicono pronti al confronto. La JVCEA ha già programmato una serie di incontri informali con il Ministero delle Finanze nelle prossime settimane. Non si parla solo di tasse: molte aziende chiedono anche modifiche alle norme antiriciclaggio e maggior tutela per gli utenti.

Cosa aspettarsi sul mercato e per chi investe

Per molti osservatori l’arrivo di una flat tax sulle criptovalute può essere un vero punto di svolta per il settore in Giappone. Le grandi piattaforme – da BitFlyer a Liquid – si preparano a un possibile aumento degli scambi già nei primi mesi del 2026. Gli analisti prevedono che arriveranno capitali dall’estero verso l’interno del Paese, con effetti positivi anche per le casse dello Stato.

La partita è ancora aperta: tutto dipenderà dai dettagli tecnici della legge e dai tempi dell’approvazione. Ma nel cuore finanziario di Marunouchi – dove banche e startup crypto si incrociano ogni giorno – l’attesa si fa sentire. Questa mattina alle 9 all’uscita della metro qualcuno commentava: “Speriamo sia la volta buona: serve chiarezza per tutti”.

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