L’87% delle imprese tedesche ha subito attacchi informatici nel 2024: cresce l’allarme sicurezza digitale
Il cyberspazio è diventato il nuovo campo di battaglia tra Stati, aziende e gruppi criminali. L’intelligence tedesca lancia l’allarme su AI, spionaggio e ransomware.
Nel 2024, la Germania ha registrato il livello più alto di sempre per danni da cyberattacchi, raggiungendo la cifra record di 289,2 miliardi di euro, pari al +8% rispetto al 2023. L’87% delle imprese ha dichiarato di aver subito almeno un episodio di spionaggio, sabotaggio o furto di dati, secondo l’ultima indagine condotta dall’associazione Bitkom. Il dato è impressionante e mostra come il fronte digitale sia oggi il vero teatro di scontro geopolitico ed economico globale.
Il cybercrime organizzato è la nuova minaccia industriale
Quasi la metà delle aziende colpite attribuisce responsabilità dirette o indirette a Russia e Cina, mentre il 28% degli episodi è legato a servizi di intelligence stranieri. Ma è soprattutto il cybercrime organizzato, in outsourcing o collegato a Stati ostili, a rappresentare il 68% delle minacce. Il danno più rilevante deriva dagli attacchi informatici diretti, responsabili del 70% del danno economico complessivo. Tra questi, spicca il fenomeno dei ransomware, che ha colpito un’impresa su tre, paralizzando la produttività e chiedendo riscatti in cambio dello sblocco dei dati criptati.
La novità preoccupante del 2024 è il crescente uso dell’intelligenza artificiale nei malware: gli attacchi diventano più sofisticati, veloci e difficili da individuare, costringendo le aziende a potenziare drasticamente le proprie misure di sicurezza.

In risposta, la Germania ha cominciato un rafforzamento nazionale della sicurezza cibernetica. Il BfV, l’agenzia per la protezione della Costituzione, guidata dal futuro presidente Sinan Selen, ha avviato un potenziamento di personale, tecnologie e capacità operative, trasformando la cybersecurity in una priorità strategica nazionale.
Parallelamente, anche le imprese reagiscono: nel 2024, hanno destinato il 18% del budget IT alla sicurezza, quasi il doppio rispetto al 2022. L’obiettivo dichiarato, secondo Bitkom e BSI, è portare questa quota almeno al 20%, rendendo la cybersecurity un fattore chiave di resilienza industriale.
Una minaccia europea: la cybersecurity come asset strategico comune
Il caso tedesco non è un’eccezione ma un modello anticipatore di quanto sta accadendo in tutta l’Unione europea. Le economie avanzate, fondate su manifattura, innovazione e ricerca, sono sempre più esposte a campagne di furto tecnologico, sabotaggio digitale e manipolazione delle filiere. Se sei aziende su dieci in Germania temono per la propria sopravvivenza, il rischio è che interi comparti produttivi europei si ritrovino in una condizione cronica di vulnerabilità.
Il cyberspazio è diventato il nuovo teatro di guerra economica, dove i firewall non bastano più. Gli attacchi combinano tecniche digitali e infiltrazione umana, spingendo i servizi di intelligence a rivedere l’intero approccio difensivo.
Secondo Sinan Selen, servono strategie fondate su raccolta di informazioni continua, analisi predittiva basata su AI, monitoraggio dei partner della supply chain, analisi comportamentale interna (UEBA) e operazioni di deceptionper fuorviare gli attaccanti.
Ma al centro di tutto resta l’elemento umano. La collaborazione tra imprese, centri di ricerca e intelligence nazionaleè oggi il vero snodo per difendere proprietà intellettuale, segreti industriali e competitività economica. Senza una cultura condivisa della sicurezza, ogni azienda è un bersaglio isolato, ogni Paese combatte da solo.
Per l’Europa, il messaggio è chiaro: o si costruisce un’infrastruttura comune di cyber difesa e intelligence economica, oppure si rischia di restare indietro in una guerra invisibile ma reale, dove il potere passa per i dati.