Washington, 23 novembre 2025 – I verbali del FOMC pubblicati ieri dalla Federal Reserve non hanno riservato grandi sorprese agli occhi degli operatori finanziari. Il documento, che racconta le discussioni interne alla banca centrale americana durante la riunione di ottobre, arriva a poche settimane da un appuntamento decisivo: il prossimo incontro del 10 dicembre, considerato dagli esperti uno dei più incerti degli ultimi anni. Al centro del dibattito c’è la possibile scelta di tagliare i tassi di interesse, una mossa che potrebbe avere ripercussioni immediate non solo su Wall Street, ma anche su asset come Bitcoin e le principali criptovalute.
Fed divisa sul taglio dei tassi
Dai verbali emerge una chiara spaccatura tra i membri del FOMC, soprattutto in vista della riunione di dicembre. A differenza del taglio quasi unanime deciso a ottobre, questa volta il consenso sembra lontano. Sotto i riflettori c’è la posizione di Susan Collins, presidente della Fed di Boston, che pochi giorni fa ha espresso dubbi su un nuovo taglio. “Non credo sia il momento giusto”, ha detto, lasciando intendere che il comitato potrebbe puntare su una linea più cauta.
Secondo diversi operatori, le parole di Collins – vista come una figura di mezzo tra le “colombe” e i “falchi” della Fed – sono state interpretate come un segnale di forza per chi si oppone ai tagli. I mercati, infatti, avevano già iniziato a scontare questa possibilità ancor prima della pubblicazione dei verbali.
Mercati nervosi e incertezza crescente
L’idea di una Fed divisa ha subito fatto sentire i suoi effetti sui mercati finanziari. Le probabilità di un taglio a dicembre, che fino a poco tempo fa sembravano alte, sono calate sensibilmente. Secondo le ultime stime di Bloomberg, gli operatori danno ora circa il 66% di chance al mantenimento degli attuali tassi. Questo clima ha acceso le tensioni tra gli investitori più esposti agli asset “risk-on”, come le azioni tecnologiche e le criptovalute.
“Il prossimo incontro sarà uno dei più combattuti degli ultimi anni”, ha raccontato ieri sera al telefono un gestore di fondi di New York. “C’è molta incertezza e ogni parola dei membri della Fed viene passata al setaccio”.
Mancanza di dati complica le decisioni
A rendere tutto più difficile ci si mette anche la mancanza di dati freschi sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. Il Bureau of Labor Statistics (BLS), l’ente che si occupa delle statistiche sull’occupazione, ha annunciato che i dati di ottobre non saranno pubblicati e quelli di novembre potrebbero arrivare troppo tardi per essere considerati dal FOMC prima della riunione del 10 dicembre. Per molti membri della Fed, questo è un motivo in più per non affrettare le decisioni.
“Non possiamo permetterci di muoverci senza vedere chiaramente come sta andando il mercato del lavoro”, ha detto un funzionario della banca centrale, che ha preferito restare anonimo. Ma non tutti sono d’accordo: alcune voci interne spingono per un taglio deciso, preoccupate che i tassi attuali possano frenare la crescita.
Bitcoin e criptovalute sotto osservazione
La tensione sui tassi della Fed si riflette anche sul mondo delle criptovalute. Negli ultimi giorni la volatilità di Bitcoin e delle altre monete digitali è salita, in parte legata alle incertezze sulla politica monetaria americana. Gli analisti di CoinDesk spiegano che “una Fed più prudente potrebbe rafforzare il dollaro e mettere pressione sulle crypto”. Ma avvertono anche: “Basta una dichiarazione a sorpresa per cambiare subito le aspettative”, come ha ricordato ieri sera un trader di Chicago.
Cosa aspettarsi dal 10 dicembre
Con il 10 dicembre alle porte, cresce la tensione intorno alle prossime mosse della Federal Reserve. Gli operatori restano divisi tra chi punta a un mantenimento dello status quo e chi invece scommette su un taglio per dare una spinta all’economia. Nel frattempo, l’assenza di dati certi sul lavoro lascia tutto aperto. Sarà nelle prossime settimane che si capirà se prevarrà la prudenza o la voglia di intervenire. Per ora i mercati restano sospesi, con gli occhi puntati su Washington e sulle parole – spesso calibrate, a volte sorprendenti – dei membri del FOMC.
