Milano, 30 dicembre 2025 – Ethereum ha toccato un nuovo record nel quarto trimestre, con ben 8,7 milioni di smart contract attivi sulla sua rete. Un traguardo mai visto prima, come mostrano i dati diffusi oggi da Token Terminal. A spingere questo boom sono soprattutto gli asset del mondo reale (RWA), le stablecoin e nuovi strumenti infrastrutturali che si stanno facendo spazio nell’ecosistema. Per gli esperti, è la prova di quanto veloce stia evolvendo la seconda blockchain per capitalizzazione dopo Bitcoin.
Ethereum vola tra stablecoin e asset reali
Negli ultimi tre mesi del 2025, la rete di Ethereum ha visto un’accelerazione impressionante. Dai report raccolti da alanews.it emerge chiaramente che la crescita riguarda soprattutto le attività legate agli RWA (Real World Assets) e alle stablecoin. Questi strumenti sono ormai consolidati nel mondo DeFi, ma restano in fase di sperimentazione quando si tratta di tokenizzare immobili, obbligazioni o azioni. “La domanda sta cambiando – spiega Jason Yoon, ricercatore di Glassnode – ora sono gli sviluppatori istituzionali e le aziende a mettere alla prova l’infrastruttura per portare sulla blockchain asset finora illiquidi”.
I numeri parlano chiaro: tra ottobre e dicembre sono nate molte nuove app decentralizzate e progetti legati alla finanza tradizionale. Per chi lavora a stretto contatto con il codice, “questi dati dimostrano che gli smart contract hanno raggiunto una maturità notevole”, confida Chiara Greco, sviluppatrice in una startup milanese che si occupa di tokenizzazione dei crediti commerciali.
Token Terminal: “Ecosistema più maturo e casi d’uso concreti”
Secondo Token Terminal, piattaforma specializzata nell’analisi della crypto-economia, il numero di contratti intelligenti attivati negli ultimi tre mesi è cresciuto del 20% rispetto al record precedente fissato a metà 2024. Un balzo dovuto a motivi molto concreti. “Le applicazioni pratiche si stanno moltiplicando – spiega l’analista Viktor Arvidsson – dai protocolli per stablecoin garantite da valute fiat fino ai prestiti collateralizzati con asset reali”.
La crescita è trainata soprattutto dai servizi infrastrutturali: bridge cross-chain e layer 2 (reti parallele che aiutano a scaricare il carico dalla mainnet Ethereum). Solo a novembre, segnala Dune Analytics, sono stati creati più di 3 milioni di nuovi contratti legati a protocolli DeFi ibridi o marketplace per asset fisici digitalizzati.
Imprese e istituzioni puntano sulla blockchain pubblica
Una delle novità più interessanti è l’ingresso sempre più deciso di aziende e istituzioni. Diverse banche italiane – tra cui Intesa Sanpaolo e Banca Sella – hanno lanciato in autunno progetti pilota per gestire titoli digitali usando proprio gli smart contract di Ethereum. L’interesse arriva anche dall’estero: Deutsche Telekom ha annunciato a dicembre il suo ruolo da validatore sulla mainnet, mentre la francese Société Générale ha testato un protocollo per bond digitali.
“La fiducia nei protocolli pubblici sta crescendo – conferma un consulente legale del settore fintech – grazie agli standard tecnici più trasparenti e ai progressi in materia di sicurezza”. Un altro trend emerso è la collaborazione sempre più stretta tra enti regolatori e fondazioni open source, cosa impensabile solo due anni fa.
Sfide tecniche e sostenibilità restano sul tavolo
Nonostante l’entusiasmo non mancano le difficoltà. Negli ultimi mesi gli sviluppatori hanno evidenziato costi variabili per mettere online i contratti: secondo Etherscan, pubblicare uno smart contract nelle giornate più congestionate può costare dai 25 ai 40 dollari. Un ostacolo per chi lavora su piccole sperimentazioni, ma che non ferma i grandi progetti aziendali.
Restano aperti anche i nodi della sostenibilità e della privacy. Ethereum ha appena completato il passaggio al sistema proof-of-stake, riducendo moltissimo i consumi energetici. Tuttavia uno studio pubblicato su Nature Sustainability lo scorso ottobre sottolinea che “servono regole chiare sulla responsabilità nella gestione dei dati sensibili”.
Cosa aspettarsi nel 2026: consolidamento e sfide nuove
Guardando al futuro, gli addetti ai lavori prevedono un consolidamento degli smart contract nell’economia reale e un confronto più stretto con le autorità di controllo. I ricercatori dell’Osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano dicono che il 2026 potrebbe essere l’anno del debutto su larga scala dei prodotti finanziari nativamente digitali… a patto che si risolvano alcune questioni normative ancora aperte.
Tempi e modi restano da definire, ma una cosa è certa: i numeri confermano che Ethereum sta diventando sempre più centrale come piattaforma globale per l’innovazione digitale.
