Negli ultimi mesi, il dibattito sullo staking degli ETF di Ethereum ha guadagnato terreno, portando alla luce problematiche significative che potrebbero influenzare non solo il mercato delle criptovalute, ma anche la fiducia degli investitori istituzionali nei confronti di Ethereum. La questione centrale riguarda la possibilità di consentire agli ETF di mettere in staking i loro $ETH, generando rendimenti, senza compromettere la liquidità necessaria per operare nel mercato.
La tempesta in arrivo sullo staking
Da settimane, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti sta dialogando con i gestori di fondi per trovare una soluzione a questo dilemma. Tuttavia, fino ad oggi non sono emerse risposte ufficiali. La questione dello staking è complessa e si complica ulteriormente quando si considerano le attese per il ritiro degli $ETH bloccati nel processo di staking.
Recentemente, a causa di problematiche relative a un importante fornitore di staking, Kiln, si è generata una situazione critica. Nonostante Kiln avesse annunciato un’uscita ordinata, un hack a SwissBorg ha portato a un accumulo di richieste di uscita, con i ritiri di $ETH che possono ora subire ritardi fino a 46 giorni. Questo scenario solleva interrogativi cruciali per i gestori di ETF: come possono operare in un contesto in cui potrebbero dover attendere così a lungo per restituire i fondi agli investitori?
Un problema di liquidità
Quando gli ETF devono soddisfare le richieste di rimborso, si trovano di fronte a una situazione in cui gli ordini di vendita superano gli ordini di acquisto. In tali circostanze, la necessità di trasformare gli $ETH in dollari per restituirli agli Authorized Participants (AP) diventa imperativa. Se gli $ETH degli ETF sono bloccati in coda per 40 giorni, come possono gli ETF adempiere a queste richieste? Questa situazione non è solo problematica; rappresenta un potenziale disguido che la SEC non può permettere.
Possibili soluzioni e le loro limitazioni
È chiaro che la questione dello staking degli ETF di Ethereum presenta sfide significative. Diverse soluzioni sono state suggerite, ma ognuna di esse ha le sue limitazioni:
Limitazione della percentuale di ETH in staking: Una delle prime proposte è quella di consentire solo una certa percentuale di ETH in staking all’interno degli ETF. Questa soluzione potrebbe funzionare per fondi di grandi dimensioni come quelli gestiti da BlackRock, ma potrebbe rivelarsi problematica per fondi più piccoli. Un crollo del mercato potrebbe portare a richieste di rimborso elevate, costringendo i fondi ad attingere dalla parte non in staking, con conseguenze potenzialmente disastrose.
Liquid staking: Un’altra opzione è quella del liquid staking, che prevede l’uso di token rappresentativi come stETH di Lido Finance o rETH di RocketPool. Questi token possono essere venduti in qualsiasi momento, ma non sono $ETH veri e propri. La creazione di ETF su questi token potrebbe rappresentare una strada percorribile, ma ottenere l’approvazione della SEC per modificare gli ETF esistenti rimane un ostacolo significativo.
Collaborazione tra SEC e gestori: La speranza è che la SEC e i gestori di fondi stiano esplorando soluzioni più complesse e articolate che possano consentire un’integrazione fluida dello staking negli ETF. Tuttavia, al momento, la situazione è ancora incerta e le discussioni sono in corso.
Riflessioni sul futuro di Ethereum
La situazione attuale di Ethereum e il suo sistema di staking rappresentano una sfida non solo per i gestori di ETF, ma anche per l’intero ecosistema delle criptovalute. È fondamentale che la SEC e i player di mercato trovino soluzioni che permettano di garantire sia la liquidità necessaria che la sicurezza degli investimenti. La strada da percorrere è complessa e richiede un coordinamento attento tra tutte le parti coinvolte per evitare che la coda di attesa diventi un ostacolo insormontabile per l’adozione di Ethereum nel panorama degli ETF.
In questo contesto, la capacità di Ethereum di affrontare e risolvere queste problematiche sarà cruciale per la sua futura accettazione nel mondo finanziario tradizionale e per la fiducia degli investitori istituzionali. L’attenzione rimane alta e il mercato attende risposte.