Wilmington, 27 dicembre 2025 – Dopo quasi due anni di attesa e un’estenuante battaglia legale, la Corte suprema del Delaware ha dato ragione a Elon Musk sul nodo del maxi bonus di Tesla, sbloccando finalmente il pacchetto azionario che aveva tenuto banco nelle cronache finanziarie internazionali. La decisione ha subito acceso nuove reazioni a Wall Street e tra gli azionisti della società californiana.
Il verdetto che tutti aspettavano
La sentenza della Suprema Corte dello Stato del Delaware – arrivata nel primo pomeriggio, ora locale – ha scatenato un’immediata reazione sui mercati. Il bonus, congelato dal 2023 dopo il ricorso di un gruppo di azionisti, riguardava un pacchetto di stock option dal valore vicino ai 56 miliardi di dollari. Non certo una cifra da poco. Musk, che da tempo aveva definito la disputa “una questione di principi”, si è limitato a un laconico commento su X (l’ex Twitter): “Era solo questione di tempo”.
Perché tutta questa battaglia nel Delaware
Tutto ruotava intorno al cosiddetto compensation plan, il piano varato nel 2018 legato a specifici obiettivi di crescita per Tesla. I ricorrenti, tra cui la piccola azionista Richard Tornetta, sostenevano che i termini fossero troppo favorevoli a Musk e approvati senza la trasparenza necessaria. Ma i giudici non hanno trovato nulla da eccepire: “Il processo di approvazione ha rispettato gli standard richiesti”, si legge nelle motivazioni ufficiali. Solo allora, dal quartier generale Tesla a Palo Alto, è arrivata la conferma: il bonus è stato sbloccato.
Una posta in gioco altissima
Secondo fonti vicine al consiglio d’amministrazione, il pacchetto era strettamente legato al raggiungimento di traguardi chiave: aumento della capitalizzazione, fatturato e margini operativi. “Abbiamo fatto quello che nessuno pensava possibile,” aveva detto Musk già nel 2022, quando la giustizia americana metteva in discussione il piano. Eppure la causa intentata dagli azionisti ha congelato tutto fino a ieri.
Gli esperti ricordano che si tratta del più grande piano retributivo mai concesso a un amministratore delegato negli Stati Uniti, come ha sottolineato il professor John Coffee, docente di diritto societario all’Università della Pennsylvania. Per Musk – già primo azionista Tesla – significa rafforzare ulteriormente la sua posizione nella casa automobilistica.
Il titolo Tesla e le polemiche che non si placano
Appena diffusa la notizia, il titolo Tesla ha subito oscillazioni nette alla Borsa di New York: prima un balzo rapido, poi una fase di assestamento. Gli investitori istituzionali sono divisi tra chi vede nel via libera un segnale di stabilità e chi teme nuove tensioni speculative sulla governance del gruppo.
Secondo Glass Lewis, uno dei principali consulenti proxy negli Stati Uniti, “la decisione conferma la forza di Musk dentro l’azienda ma riapre interrogativi sul bilanciamento dei poteri”. Intanto alcuni sindacati hanno sollevato preoccupazioni per l’aumento della distanza tra gli stipendi dei vertici e quelli medi dei dipendenti.
Un precedente senza eguali
Non è la prima volta che un compensation plan finisce sotto i riflettori dei tribunali del Delaware, meta preferita dalle grandi corporation per le cause civili e commerciali. Ma – come segnala la stampa economica locale – “mai prima d’ora uno scontro aveva toccato cifre simili”.
Dal punto di vista personale, Musk – imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense e 54enne dallo scorso giugno – consolida così il suo primato fra i grandi miliardari mondiali. Secondo Forbes, con questo bonus il suo patrimonio supera i 210 miliardi di dollari. Un traguardo che cambia gli equilibri della ricchezza globale e riaccende il dibattito sui compensi dei top manager.
Le reazioni dopo il verdetto e cosa aspettarsi
Dopo la sentenza non sono mancate critiche: su alcuni forum frequentati da piccoli azionisti si parla apertamente di “sconfitta per l’equità aziendale”. Musk, contattato dai media americani, ha preferito evitare risposte dirette alle polemiche.
Ora per Tesla si apre una nuova fase delicata. Tutti guardano alle prossime mosse del consiglio d’amministrazione e alla risposta degli investitori internazionali. Nel frattempo l’intera industria osserva come evolverà il rapporto tra governance e azionisti dopo questa sentenza del Delaware.
