Disoccupazione USA al 4,4%: Bitcoin e crypto crollano, il caos della Fed scuote i mercati

Disoccupazione USA al 4,4%: Bitcoin e crypto crollano, il caos della Fed scuote i mercati

Disoccupazione USA al 4,4%: Bitcoin e crypto crollano, il caos della Fed scuote i mercati

Giulio Righi

24 Novembre 2025

Washington, 24 novembre 2025 – Il Dipartimento del Lavoro americano ha finalmente pubblicato i dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti, ma con un ritardo di ben sette settimane. Colpa dello shutdown federale che ha bloccato parti dell’amministrazione tra settembre e ottobre. Il rapporto, che riguarda settembre e non i mesi più recenti, indica un tasso di disoccupazione al 4,4%, un po’ più alto rispetto a quanto previsto dagli analisti. Un dato atteso, certo, ma che arriva in ritardo e senza grandi ripercussioni sui mercati, già proiettati su scenari più freschi.

Dati in ritardo, mercati freddi

La pubblicazione del tasso di disoccupazione – uno degli indicatori più seguiti da investitori e addetti ai lavori – è arrivata molto dopo il solito. Un ritardo di sette settimane pesa, soprattutto in un Paese come gli Stati Uniti, dove la rapidità nel diffondere le statistiche economiche è fondamentale. “Non è la prima volta che uno shutdown crea problemi, ma stavolta si è sentito davvero tanto”, ha detto un funzionario del Bureau of Labor Statistics a margine della diffusione.

Il 4,4% segnalato è leggermente sopra le aspettative, che oscillavano tra il 4,2% e il 4,3%. Ma si tratta di un dato che guarda a settembre, e nel frattempo la situazione economica potrebbe essere cambiata parecchio. “Questi numeri raccontano una storia già superata”, ha spiegato un analista di Morgan Stanley. Eppure, come sempre accade, i partiti politici hanno provato a leggere i dati a loro modo.

Assunzioni in ripresa, richieste di sussidio stabili

Insieme al tasso di disoccupazione, sono usciti anche i dati sulle assunzioni e sulle richieste di sussidio. Le assunzioni hanno mostrato un piccolo miglioramento rispetto alle previsioni: le nuove posizioni aperte sono risultate superiori sia alle attese sia al mese precedente. Un segnale che, almeno secondo questi numeri, il mercato del lavoro americano tiene ancora.

Le richieste di sussidio, invece, coprono un periodo più lungo – da fine settembre a metà novembre – e restano stabili, in linea con le attese. Nessun segnale di allarme. “La situazione è stabile”, ha detto un portavoce del Dipartimento del Lavoro, “ma servirebbero dati più freschi per capire davvero come stanno le cose”.

Mercati divisi: tradizionali tranquilli, crypto in calo

Nonostante la pubblicazione, i mercati hanno reagito con prudenza. Sorprendente la risposta delle criptovalute: mentre la logica suggerirebbe un rialzo – dati deboli potrebbero spingere la Federal Reserve a tagliare i tassi – Bitcoin e le principali crypto hanno perso terreno. Per molti operatori, l’incertezza legata ai dati vecchi e l’assenza di indicazioni chiare sulle mosse della Fed hanno prevalso sulle aspettative tradizionali.

Il noto FedWatch Tool segnala che le probabilità di un taglio dei tassi sono salite al 41,8%, contro il 58,2% di chi crede che resteranno fermi. Solo ieri il rapporto era 30 contro 70: il mercato resta spaccato e nervoso. “C’è molta confusione in giro”, ha ammesso un trader a New York nel primo pomeriggio.

Fed spaccata, incertezza in crescita

La Federal Reserve non è un fronte compatto. Da una parte c’è chi vorrebbe tagliare i tassi, puntando su un’inflazione ormai sotto controllo. Dall’altra, chi invita alla cautela, sottolineando proprio la mancanza di dati aggiornati. “Sembra più una questione politica che tecnica”, ha confidato un ex consigliere della Fed.

A complicare il quadro c’è la scadenza del mandato di Jerome Powell, prevista per la primavera del 2026. Gli osservatori temono che l’avvicinarsi della nomina possa aumentare le tensioni interne e rendere ancora più difficile capire quale sarà la direzione della politica monetaria.

Un sistema sotto pressione

Il caso dei dati sulla disoccupazione pubblicati in ritardo mette in luce le crepe di un sistema che fino a poco tempo fa veniva considerato un modello di efficienza. Oggi, tra shutdown ricorrenti e tensioni politiche sempre più forti, anche la trasparenza delle statistiche economiche sembra meno scontata. “Non è quello che ci si aspetterebbe dagli Stati Uniti”, ha osservato un economista europeo. Ecco la fotografia attuale: numeri vecchi, mercati nervosi e una Fed più divisa che mai.

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