Dimenticano password o gettano hard disk: così svaniscono milioni in bitcoin

Storie incredibili

Storie pazzesche: da chi ha pagato le pizze con Bitcoin a chi ha "gettato nella spazzatura" milioni di dollari in BTC-cryptohack.it

Franco Vallesi

26 Agosto 2025

Tra errori umani, password dimenticate e identità misteriose, milioni in bitcoin risultano irrecuperabili.

C’è chi li ha scambiati per una cena, chi li ha buttati via con un vecchio hard disk e chi, semplicemente, non riesce più a ricordare la password. Le storie di bitcoin smarriti sono ormai leggende digitali, racconti amari che parlano di tecnologia, ingenuità e responsabilità. L’episodio più noto è senza dubbio quello del Bitcoin Pizza Day: era il 22 maggio 2010 quando il programmatore Laszlo Hanyecz acquistò due pizze per 10.000 bitcoin, la prima transazione reale nella storia della criptovaluta. Un gesto che oggi farebbe impallidire qualsiasi investitore, ma che all’epoca sembrava perfettamente sensato. “I bitcoin non avevano valore,” dichiarò Hanyecz anni dopo, “e mi sembrava figo usarli per qualcosa di concreto.” Il prezzo di mercato attuale renderebbe quell’operazione la pizza più costosa di sempre, oltre 500 milioni di euro.

Dati cancellati, hard disk smarriti e wallet irrecuperabili

Pochi anni dopo, nel 2013, l’ingegnere britannico James Howells getta via per errore un disco rigido contenente 7.500 BTC, convinto che non servisse più. Solo in seguito si rende conto del valore reale: oltre 250 milioni di euro finiti in una discarica di Newport, nel Galles.

PSW
Tra le cause più frequenti della perdita, è lo smarrimento password-cryptohack.it

Nonostante tentativi disperati di scavi e raccolte fondi, l’accesso al wallet non è mai stato recuperato. E non è l’unico. Il caso di Stefan Thomas, che ha dimenticato la password del proprio dispositivo IronKey con dentro 7.002 BTC, è un altro esempio.

Dopo otto tentativi falliti su dieci disponibili, l’uomo è rimasto paralizzato dalla paura di perdere tutto. Storie simili si moltiplicano nella community, spesso legate a seed phrase dimenticate, dispositivi danneggiati o attacchi di phishing.

Il mistero dei bitcoin di Satoshi e cosa succede ai wallet perduti

E poi c’è il mistero più grande: Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin, non ha mai speso nemmeno uno dei milioni di BTC associati ai suoi indirizzi. Nessuno sa se sia vivo, chi sia o se quei fondi siano accessibili. La loro inattività ha conseguenze reali: riducono l’offerta effettiva della criptovaluta e aumentano il valore percepito delle monete circolanti.

A differenza del denaro tradizionale, se perdi le chiavi private, i tuoi bitcoin sono persi per sempre. Nessun ente può recuperarli. Questo spiega perché la custodia della seed phrase è oggi una delle priorità assolute per chi possiede criptovalute.

Esistono soluzioni più sicure, come i wallet offline o i servizi di custodia professionali, ma ogni scelta ha pro e contro. Le storie di Hanyecz, Howells, Thomas e Nakamoto restano esempi forti di cosa può succedere quando si sottovaluta la sicurezza. Un errore può trasformarsi in una perdita definitiva, senza alcun appello.

Nel mondo delle criptovalute, non esiste margine di errore. Ogni scelta compiuta – dal modo in cui si conserva una password, al luogo dove si salva un backup – può trasformarsi in un punto di svolta.

Le vicende di chi ha perso milioni per una svista, un’ingenuità o una banale dimenticanza servono da monito per l’intera community. Proteggere un wallet non significa solo tenere al sicuro una somma di denaro, ma garantire l’accesso a un bene che, una volta perso, non può essere reclamato da nessuno. E con l’approssimarsi del prossimo halving, ogni singolo bitcoin non accessibile continuerà ad accrescere il valore di quelli rimasti in circolazione.

Anche per questo, le storie dei bitcoin perduti non sono solo aneddoti: sono capitoli fondamentali della storia di questa rivoluzione digitale.

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