Cybersecurity: la classifica dei 10 incubi tecnologici degli italiani

Cybersecurity, rappresentazione di un cybercriminale all'opera

Foto | Shutterstock - Cryptohack.it

m.andreoli

11 Novembre 2025

Un’analisi condotta dall’Osservatorio Argo per la Sicurezza Digitale, diretto dall’esperto di cybersecurity Matteo Adjimi, ha svelato i dieci incubi tecnologici che più spaventano gli italiani. Lo studio, realizzato su un campione di 500 persone che hanno richiesto consulenza ad Argo Spa — azienda specializzata in cybersecurity e intelligence — rivela un dato preoccupante: un italiano su tre teme di essere spiato all’interno della propria casa.

Smartphone e telecamere i più temuti: la top 10 degli incubi sulla cybersecurity

A dominare la classifica degli strumenti che generano più apprensione sono gli smartphone (39%). Questi dispositivi, che integrano microfono, fotocamera e accesso a ogni account personale, rappresentano un bersaglio privilegiato per spyware e trojan, spesso installati tramite link malevoli.

Segue al secondo posto la paura per telecamere domestiche e sistemi di allarme connessi (33%), simbolo dell’ansia di essere spiati in casa più che del timore verso l’intelligenza artificiale. Molti dispositivi, infatti, vengono installati con credenziali predefinite o senza aggiornamenti di sicurezza, rendendo accessibili i flussi video a chiunque sappia utilizzare motori di scansione come Shodan.

Sul podio troviamo anche le microspie digitali (28%), difficilissime da individuare per le loro dimensioni ridotte.
Seguono:

  • Smart speaker e assistenti vocali (23%) – temuti per la funzione di ascolto continuo.
  • Wi-Fi domestico esposto (21%) – vulnerabile a causa di password deboli o firmware obsoleto.
  • Veicoli connessi e sistemi di guida assistita (19%) – dove un attacco informatico può diventare un rischio collettivo.
  • Dispositivi wearable e sensori bioritmici (14%).
  • Smart TV e domotica (11%).
  • Identità digitale (7%) – minacciata dall’IA generativa capace di clonare voce e volto.
  • E infine, al decimo posto, l’intelligenza artificiale nella corrispondenza (5%), percepita come un rischio minore ma potenzialmente devastante per la diffusione di phishing realistico e furti di dati sensibili.
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