Crypto e riciclaggio: l’inchiesta globale che scuote i grandi exchange

Crypto e riciclaggio: l'inchiesta globale che scuote i grandi exchange

Crypto e riciclaggio: l'inchiesta globale che scuote i grandi exchange

Giulio Righi

22 Novembre 2025

Roma, 22 novembre 2025 – Un nuovo dossier internazionale ha acceso i riflettori su un presunto giro di riciclaggio di denaro che, secondo l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), coinvolgerebbe direttamente alcuni tra i principali exchange di criptovalute del mondo. L’inchiesta, chiamata “The Coin Laundry”, è stata pubblicata il 17 novembre e ha visto la collaborazione di 113 giornalisti di 38 testate in 35 Paesi. Il lavoro, basato su documenti riservati e testimonianze interne, mette in luce le falle normative e operative che permetterebbero a gruppi criminali di spostare fondi illeciti attraverso piattaforme digitali.

I buchi nei controlli degli exchange crypto

Secondo l’ICIJ, piattaforme di Centralized Finance (CeFi) come Binance, OKX e KuCoin sarebbero finite al centro di flussi sospetti per centinaia di milioni di dollari. Il trucco, spiegano gli investigatori, si basa su una combinazione di movimenti “on-exchange”, uso di wallet anonimi e strumenti per lo “swapping” tra diverse blockchain. Così, i trasferimenti diventano quasi impossibili da tracciare, anche per i sistemi di monitoraggio più avanzati.

Un ex dipendente del reparto compliance, citato nell’inchiesta, ha raccontato: “È quasi impossibile stare dietro a tecniche che cambiano così in fretta”. La pressione sulle piattaforme cresce, ma chi lavora negli uffici antiriciclaggio descrive una vera e propria corsa contro il tempo. I numeri però non mentono: solo tra luglio 2024 e luglio 2025, sarebbero passati circa 408 milioni di dollari in USDT dal gruppo cambogiano Huione verso account Binance; altri 226 milioni sarebbero finiti su OKX tra febbraio e luglio 2025.

Huione Group nel mirino e la risposta degli exchange

Il nome del Huione Group, istituto finanziario con sede in Cambogia, era già emerso a maggio scorso, quando il Tesoro americano lo aveva inserito tra le “primary money laundering concern”. Nonostante il provvedimento, l’ICIJ sostiene che le attività del gruppo siano proseguite “quasi indisturbate”, con flussi regolari verso i principali exchange del pianeta.

Le società coinvolte non ci stanno. Un portavoce di OKX, contattato da Decrypt, ha detto che “questi flussi rappresentano solo una piccola parte dell’attività complessiva della piattaforma”. Anche KuCoin, accusata di canali crypto-to-cash, ha risposto con una nota: “Abbiamo programmi AML/CTF rigorosi, che aggiorniamo costantemente”.

Regolatori in difficoltà e il fenomeno ‘a rete’

Le rivelazioni arrivano in un momento critico per il settore. I regolatori internazionali – dalla SEC americana alle autorità europee – continuano a colpire gli exchange con sanzioni, ma faticano a lavorare insieme per una supervisione efficace. Il rischio, dicono gli esperti, è che la compliance troppo lasca dia vita a una vera e propria “economia parallela”.

Ari Redbord, ex funzionario del Tesoro USA e oggi responsabile globale delle politiche di TRM Labs, spiega che “i criminali sfruttano i punti deboli dei controlli interni, facendo sembrare i flussi uniformi, ma senza un centro unico di comando”. Il riciclaggio con le criptovalute, insomma, è un fenomeno “di rete”, senza un unico regista.

Un settore sotto la lente

L’inchiesta “The Coin Laundry” riapre il dibattito sulla necessità di regole più strette per il mondo crypto. In Italia, la Guardia di Finanza tiene d’occhio da tempo i movimenti sospetti legati agli exchange esteri, ma l’assenza di una normativa europea uniforme rende tutto più complicato. Intanto, le piattaforme continuano a puntare su sistemi automatici e personale specializzato per i controlli. Ma, tra addetti ai lavori e investigatori, la sensazione è che la partita sia ancora aperta.

Fonti vicine alle autorità italiane avvertono: “Il rischio è che i criminali restino sempre un passo avanti”. E mentre le criptovalute si affermano come strumento finanziario globale, la sfida del riciclaggio resta uno dei nodi più difficili da sciogliere.

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