Chicago, 22 novembre 2025 – Un’inchiesta federale ha scosso la rete di ATM crypto negli Stati Uniti, portando alla luce un presunto giro di riciclaggio per oltre 10 milioni di dollari. Al centro dell’indagine c’è il CEO di Crypto Dispensers, Firas Isa, accusato di aver orchestrato l’intero sistema. L’indagine, guidata dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e dalla Procura del Distretto Nord dell’Illinois, ha puntato i riflettori su un settore già sotto la lente per i rischi legati al riciclaggio e alle truffe digitali.
Crypto ATM nel mirino: il caso Crypto Dispensers
Gli investigatori hanno ricostruito come Crypto Dispensers gestisse una rete di sportelli automatici per comprare criptovalute in città come Chicago, New York e Miami. Il sistema contestato era semplice ma efficace: si prendeva denaro contante, spesso legato a crimini come narcotraffico e frodi online, lo si convertiva in criptovaluta e poi lo si spostava su wallet digitali anonimi. Secondo l’accusa, così si riusciva a “mascherare l’identità dei veri beneficiari”, come si legge nel comunicato dei procuratori.
Le autorità sostengono che Isa abbia “facilitato consapevolmente” queste operazioni, permettendo a criminali e truffatori di inviare soldi direttamente all’azienda o a soggetti collegati. In pochi mesi, il giro d’affari avrebbe superato i 10 milioni di dollari. “L’accusa è chiara: Isa sapeva che quei soldi venivano da frodi”, hanno ribadito gli inquirenti.
Un settore sotto pressione
Il caso ha riacceso il dibattito sulla fragilità degli ATM crypto negli Stati Uniti. Da tempo, le autorità mettono in guardia: questi sportelli sono una delle vie preferite per riciclare denaro in modo rapido e difficile da seguire, soprattutto quando mancano controlli rigorosi su chi li usa e da dove arrivano i fondi. Il DOJ denuncia che molti operatori non applicano bene le procedure AML/KYC (antiriciclaggio e verifica clienti), lasciando spazio a movimenti opachi.
Negli ultimi anni, la diffusione degli sportelli per criptovalute è esplosa: secondo CoinATMRadar, negli USA ce ne sono più di 30 mila, soprattutto nelle grandi città. E proprio questa crescita ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. “Il rischio è che questi strumenti diventino una scorciatoia per ripulire soldi sporchi”, ha spiegato un funzionario della FinCEN, l’agenzia che monitora i crimini finanziari.
Le accuse e cosa rischia il CEO
Per Firas Isa la situazione si fa dura: se condannato, il CEO di Crypto Dispensers rischia fino a 20 anni di carcere. Al momento, la società non ha rilasciato commenti ufficiali. Fonti vicine agli investigatori dicono che stanno anche controllando i flussi di denaro legati ad altri ATM gestiti da concorrenti, temendo che il sistema sia più esteso.
La Procura dell’Illinois ha sottolineato come “la mancanza di controlli efficaci” abbia spalancato la porta a queste attività illegali. In particolare, sono emerse lacune nella verifica dell’identità dei clienti e nel tracciamento delle operazioni oltre certi limiti. “Serve una stretta sulle regole”, ha ammesso un portavoce del DOJ, “per evitare che questi sportelli diventino un terreno fertile per la criminalità organizzata”.
Il futuro degli ATM crypto in America
Il caso Crypto Dispensers è solo l’ultimo di una serie di indagini che coinvolgono il mondo delle criptovalute e i suoi strumenti più facili da usare. Mentre il settore continua a crescere, con nuovi operatori e servizi sempre più diffusi, aumentano anche le richieste di trasparenza e responsabilità. Le autorità federali hanno già annunciato che intensificheranno i controlli sugli ATM crypto, introducendo regole più severe per identificare gli utenti e segnalare movimenti sospetti.
Intanto, la comunità finanziaria osserva da vicino. “La tecnologia offre grandi opportunità, ma senza regole chiare rischiamo di finire in situazioni pericolose”, ha commentato un analista della Federal Reserve. Solo così – forse – il settore potrà liberarsi dall’ombra del riciclaggio e riguadagnare la fiducia di utenti e istituzioni.
