Milano, 16 dicembre 2025 – Wall Street ha chiuso la settimana con una forte dose di volatilità, mentre il settore tecnologico europeo ha subito forti pressioni lunedì. Dietro a questo clima incerto ci sono la crescente inquietudine per i dati macroeconomici negli Stati Uniti e una correzione improvvisa tra le grandi aziende tech. Un quadro che, come ha ammesso ieri pomeriggio un trader di Piazza Affari – “non vedevamo questa tensione da mesi” – sta mettendo in dubbio le strategie degli investitori internazionali proprio nel momento in cui si avvicinano le ultime mosse della Federal Reserve per quest’anno.
Inflazione Usa e segnali Fed: il tecnologico sotto stress
La svolta brusca sui mercati è arrivata venerdì scorso, quando è stato pubblicato il dato sull’inflazione negli Stati Uniti. Secondo il Bureau of Labor Statistics, i prezzi al consumo sono saliti più del previsto dagli analisti. Alle 14.30 ora italiana è arrivata la conferma: “Un segnale chiaro che la stretta monetaria potrebbe non essere finita”, commenta da Francoforte Maria Zanon, analista finanziaria di Morgan Securities.
Subito dopo sono partite le vendite a raffica sui titoli tech più importanti. Apple, ad esempio, ha perso più del 3% nel giro di poche ore. Anche Alphabet e Meta hanno lasciato sul terreno punti importanti: “Solo due settimane fa si parlava di nuovi massimi storici. Ora invece si teme una pausa più lunga del previsto”, spiega Giacomo Conti, responsabile mercati azionari di Unicredit. L’effetto domino si è fatto sentire non solo sul Nasdaq ma anche sulle piazze asiatiche ed europee.
Investitori in allerta, rivedono le strategie sul digitale
Dalle prime stime raccolte da Alanews tra Milano e Londra, gli operatori stanno rivedendo l’esposizione ai titoli più sensibili al rischio legato ai tassi. Il settore digital e dell’intelligenza artificiale, che finora avevano un ruolo da “ancora sicura” nella crescita, oggi mostrano vulnerabilità alle oscillazioni dei rendimenti dei Treasury Usa.
Da Londra arriva conferma: “Molti hedge fund stanno alleggerendo le posizioni sulle Big Tech”, racconta un gestore di BlackRock che preferisce restare anonimo. Qui ogni parola pesa molto. Si aspettano gli interventi dei governatori Fed: ogni frase viene passata al setaccio per capire se ci saranno altri rialzi o una tregua. Ma in sala operativa nessuno parla ancora di crisi strutturale: “Si tratta piuttosto di una correzione fisiologica”, precisa lo stesso gestore.
Effetti sulle borse europee e italiane
Le ripercussioni si sono viste subito stamattina all’apertura dei mercati europei. Il Ftse Mib ha perso lo 0,9% nei primi minuti, trascinato dalle vendite su titoli come Nexi, STMicroelectronics e altri nomi legati al comparto tecnologico. Anche Francoforte e Parigi hanno risentito della frenata americana.
Chi opera a Milano racconta che intorno alle 10.45 si sono viste le prime ricoperture ma l’incertezza rimane alta. “Almeno fino a mercoledì – confida un senior trader di Mediobanca – il mercato starà col fiato sospeso in attesa delle parole di Jerome Powell”. La componente psicologica pesa molto. A metà giornata le oscillazioni restano ampie: tanti preferiscono attendere segnali più netti da Washington prima di muoversi.
Digitale tra rischi e opportunità: cosa aspettarsi
E adesso? Per molti analisti sentiti nelle ultime ore, il settore digitale resta centrale nel medio-lungo termine, nonostante la battuta d’arresto recente. “L’innovazione non si ferma solo perché c’è una correzione”, dice Luca Santini di Intesa Sanpaolo. Tuttavia, i prezzi delle azioni tech restano alti rispetto agli utili attesi: un equilibrio che potrebbe richiedere settimane per tornare stabile.
In questa fase l’attenzione è tutta rivolta ai dati macroeconomici e ai messaggi della Fed. Il rischio di nuove vendite resta legato all’andamento dell’inflazione Usa e alle mosse future della banca centrale: se la stretta dovesse durare più del previsto, potremmo vedere altre giornate turbolente sia sul Nasdaq sia sulle borse europee.
Solo allora forse tornerà quella calma che molti sembrano aver dimenticato negli ultimi mesi frenetici. Per ora però la parola d’ordine è prudenza, in attesa di capire se questa tempesta sui mercati digitali sarà solo un passaggio o il segnale di nuove sfide per tutto il settore tecnologico globale.
