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Criptovalute, cosa potrebbe cambiare con il nuovo decreto?

Come spiegato nel testo del regolamento Ue, sono previste sanzioni da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 5.000.000 di euro per reati di manipolazione di mercato o legati alla comunicazione illecita di informazioni privilegiate e sull’abuso di queste

Nuove regole in arrivo per le cripto-attività. Il Consiglio dei ministri esaminerà oggi il “decreto criptovalute”. Sono previste sanzioni, sia penali che amministrative, per chi esercita abusivamente e viola le regole comunitarie e poteri di regolazione e vigilanza alla Consob (avendo riguardo alla trasparenza, alla correttezza dei comportamenti, all’ordinato svolgimento delle negoziazioni e alla tutela dei clienti) e alla Banca d’Italia (avendo riguardo al contenimento del rischio, alla stabilità patrimoniale e alla sana e prudente gestione).

Cosa potrebbe cambiare con il nuovo decreto

Il provvedimento ha lo scopo di regolamentare e definire i confini per il mondo crypto, dal Bitcoin a tutti gli altri token digitali, un campo che crea sempre più interesse, soprattutto tra i giovani, ma che presenta anche alcune criticità. Con il nuovo decreto, l’Italia recepisce il regolamento Ue 1114 del 2023 sui mercati delle cripto-attività, ma, nel dettaglio, cosa prevede? Il ddl fissa le regole per il mercato del bitcoin, dall’emissione e diffusione delle valute virtuali alle autorizzazioni per operare, fino al quadro sanzionatorio.

Bitcoin | pixabay @rubns28 – Cryptohack.it

È prevista l’introduzione di nuove sanzioni amministrative e penali per i soggetti che esercitano abusivamente e che violano le regole già definite all’interno dell’Unione Europea. Attese anche modifiche sul fronte dei poteri di vigilanza e regolamentazione affidati sia a Banca d’Italia che alla Consob. Le sanzioni amministrative potranno essere applicate dai due regolatori fatta eccezione per quelle in materia di “emissione, offerta al pubblico e richiesta di ammissione alla negoziazione di token di moneta elettronica“.

Le sanzioni previste

Come spiegato nel testo del regolamento Ue, sono previste sanzioni da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 5.000.000 di euro per reati di manipolazione di mercato o legati alla comunicazione illecita di informazioni privilegiate e sull’abuso di queste. Scattano sanzioni anche per “il mancato seguito dato nell’ambito di indagini giudiziarie e l’omessa collaborazione.

Per le società viene fissato un minimo di 30.000 euro fino a un massimo di 5.000.000 di euro o, ancora, di un importo compreso tra il 3% e il 12,5% del fatturato annuo qualora la sanzione risultasse più alta. La sanzione pecuniaria prevista dall’attuale formulazione del decreto parte da 5.000 e può arrivare anche a 75.000 euro. Le sanzioni penali invece prevedono il carcere da 6 mesi a 4 anni, insieme a una multa da un minimo di 2.066 euro a un massimo 10.329 euro, per coloro che violino i regolamenti europei nel prestare servizi legati alle criptovalute, dall’offerta al pubblico all’emissione, ovvero per chi “offre al pubblico token collegati ad attività ovvero ne chiede e ottiene l’ammissione alla negoziazione”.

Le multe saranno comminate anche per chi “presta servizi per le cripto-attività in violazione dell’articolo 59” del regolamento europeo.

Nella primavera 2023 il Parlamento Europeo ha approvato il Regolamento (UE) 2023/1114, cosiddetto “Regolamento MiCA” (Markets in Crypto-assets Regulation) relativo ai mercati delle cripto-attività. Il 30 maggio scorso sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea due regolamenti delegati che vanno ad integrare il MiCA.

Giuliana Presti

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