Corea del Sud introduce responsabilità bancaria per le crypto exchange dopo l’hack di Upbit: nuove regole di sicurezza rigorose

Salvatore Broggi

7 Dicembre 2025

Seul, 7 dicembre 2025 – La Corea del Sud si prepara a stringere le maglie sulle piattaforme di scambio di criptovalute, imponendo loro un livello di responsabilità simile a quello delle banche. Una risposta diretta al recente attacco hacker che ha colpito Upbit, il leader del settore nel Paese. Secondo quanto trapela dal ministero delle Finanze, il nuovo provvedimento entrerà in vigore nelle prossime settimane, rafforzando la sicurezza e prevedendo multe più severe in caso di infrazioni.

Criptovalute e sicurezza: dopo Upbit cresce la pressione

L’allarme è scattato lo scorso novembre, quando degli hacker sono riusciti a sottrarre una grande quantità di cripto-asset dagli account degli utenti di Upbit. Il bottino? Circa 80 miliardi di won, pari a 55 milioni di euro secondo le prime stime riportate dalla stampa locale. La società ha ammesso in una nota pubblicata a notte fonda: “Abbiamo scoperto il furto alle 2.30 del mattino, grazie al rilevamento di transazioni sospette sui wallet”. Solo allora è scattata la procedura per bloccare gli account.

La vicenda ha creato parecchia tensione tra gli investitori. Molti hanno chiesto garanzie per recuperare i propri soldi. Tra questi c’è Kim Hyun-soo, un utente di Busan che ha passato ore al telefono con l’assistenza clienti: “Mi hanno detto che stanno indagando, ma io voglio certezze”, ha raccontato. La pressione sul governo è aumentata rapidamente, spingendo le autorità ad accelerare sull’adozione delle nuove norme.

Criptovalute sotto stretta: regole dure come quelle bancarie

Il punto più importante riguarda l’introduzione della cosiddetta “responsabilità oggettiva”, già in vigore per le banche nella gestione dei depositi. Come spiegato dal viceministro alle Finanze Lee Jae-hoon durante una seduta parlamentare, le piattaforme dovranno risarcire gli utenti anche senza colpa o dolo da parte loro.

“Non possiamo più lasciare zone d’ombra – ha detto Lee – chi gestisce i crypto-exchange deve offrire la stessa sicurezza degli altri intermediari finanziari”. Oltre a questo, scatteranno standard tecnologici più rigidi: autenticazione a più fattori per ogni operazione, dati crittografati con sistemi più avanzati e controlli trimestrali affidati a società indipendenti. Chi non si adegua rischia multe da 500 milioni di won (oltre 340 mila euro) e la sospensione dell’attività in caso di recidiva.

Mercato sudcoreano sotto osservazione: le preoccupazioni degli operatori

La Corea del Sud resta uno dei mercati più vivaci al mondo per le criptovalute. Dati aggiornati della Financial Services Commission parlano di circa 6 milioni di conti attivi su piattaforme ufficiali nel Paese. Ma proprio questa popolarità ha attirato gli hacker e moltiplicato i tentativi di truffa.

Gli operatori, riuniti nell’associazione Korea Blockchain Association, chiedono però più tempo per adeguarsi alle nuove regole. Un portavoce sentito da alanews.it nella sede di Seul ha spiegato: “Siamo d’accordo sulla tutela degli utenti, ma serve un periodo di transizione per permettere soprattutto ai piccoli operatori di mettersi in regola senza dover chiudere”.

Reazioni e dubbi: tra mercati nervosi e opinioni divise

Nel frattempo il valore del token KLAY, molto diffuso tra i risparmiatori sudcoreani, ha mostrato oscillazioni dopo l’annuncio delle nuove norme e alla luce delle falle emerse con l’attacco a Upbit. Alcuni esperti come Jang Woo-kyung della Midas Investment invitano però alla calma: “Più regole significano meno improvvisazione; nel lungo periodo il mercato ne uscirà rafforzato”.

Per strada non si vedono code ai bancomat come ai tempi dei grandi timori passati. Eppure l’aria è tesa. Una ragazza venticinquenne incontrata fuori dalla stazione di Hongdae ammette: “Investire in cripto qui è normale, ma ora ho qualche dubbio in più sulla sicurezza”.

Il governo punta forte su questa svolta normativa per proteggere i risparmiatori e attrarre nuovi investimenti. Nel frattempo la Corea del Sud si prepara ancora una volta a essere il banco di prova dove innovazione e regole si sfidano senza sosta.

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