Come scrivere in grassetto su Telegram: guida semplice e veloce per messaggi evidenziati

Giulio Righi

28 Dicembre 2025

Milano, 28 dicembre 2025 – Da settimane si respirava una certa curiosità tra i corridoi dell’ufficio. Alla pausa pranzo, qualcuno parlava di nuove chat e di “gruppi segreti”. Così, martedì scorso, un po’ per gioco e un po’ per non restare fuori dai discorsi, hai deciso di scaricare Telegram, la piattaforma di messaggistica che ormai da mesi molti amici ti consigliavano. La scelta – apparentemente semplice – segna però un piccolo passo nell’evoluzione digitale di tutti i giorni: secondo i dati raccolti da Sensor Tower, a novembre 2025 Telegram ha superato quota 900 milioni di utenti attivi in tutto il mondo.

Telegram e il fenomeno dei gruppi chiusi

“È più sicuro, più veloce e non ti mette limiti come WhatsApp”, dice Giulia, collega trentenne appassionata di tecnologia. E in effetti, guardando l’interfaccia chiara e semplice di Telegram – l’icona azzurra con l’aeroplanino bianco – la differenza si vede subito. Non ci sono limiti rigidi alla dimensione dei file che puoi mandare; i gruppi pubblici possono ospitare migliaia di persone; ci sono “canali” che trasmettono notizie, aggiornamenti o offerte lampo in tempo reale. Tra le chat spuntano nomi come “Offerte Tech”, “Ultime Notizie” o “Ricette del giorno”: ti muovi senza intoppi, scegliendo se restare anonimo o usare un nickname.

Secondo Statista, Telegram è tra le app di messaggistica più scaricate in Italia nel 2025, subito dietro a WhatsApp e Messenger. A spingere la crescita sono proprio le sue funzioni avanzate: messaggi che si autodistruggono, crittografia end-to-end (almeno nelle chat segrete), bot e sondaggi automatici. “Non è solo una chat, ci costruisci sopra tutto un ecosistema”, spiega Marco, informatico milanese.

Privacy e nuove abitudini digitali

Un punto importante riguarda la privacy. Telegram promette una gestione più discreta delle conversazioni: niente obbligo di condividere il numero (basta un nickname) e possibilità di creare chat criptate che spariscono dopo pochi secondi. Per alcuni esperti del Politecnico di Milano, intervistati lo scorso ottobre, questa caratteristica ha portato sulla piattaforma chi preferisce non farsi rintracciare su WhatsApp, “dove spesso i numeri girano senza troppo controllo”.

Ma qui la situazione si complica: Telegram è stato anche criticato per la difficoltà a moderare conversazioni illegali o contenuti delicati. Dietro ai gruppi dedicati a cronaca o offerte scontate si trovano canali paralleli dove circolano informazioni non sempre verificate o materiale borderline. I moderatori intervengono soprattutto se qualcuno segnala il problema; nel frattempo la piattaforma mantiene una linea “liberale”: secondo il fondatore Pavel Durov, “la libertà di parola viene prima di tutto”. Una posizione che continua a far discutere nel mondo tech.

Funzioni e limiti: perché Telegram convince (e dove no)

Tra le funzioni più apprezzate dagli utenti ci sono la possibilità di salvare messaggi e media su cloud – accessibili da qualsiasi dispositivo e senza limiti evidenti – e quella di personalizzare temi, sticker e notifiche. L’app viene aggiornata spesso: l’ultimo aggiornamento, uscito il 12 dicembre 2025, ha introdotto emoji animate nuove e una gestione più flessibile dei permessi nei gruppi pubblici.

Non mancano però i punti critici. Alcuni utenti si lamentano della difficoltà nel trovare amici – senza il numero diventa meno immediato –, mentre altri sottolineano la presenza di spam nei canali meno sorvegliati. “Serve per ricevere notizie mirate o offerte interessanti, ma spesso non trovi persone che conosci nella vita reale”, ammette Marta, studentessa ventiquattrenne.

Secondo una ricerca del Censis diffusa a novembre, il 27% degli italiani tra i 18 e i 35 anni usa Telegram almeno una volta al giorno. Il dato cresce nelle città universitarie: a Bologna e Padova sfiora il 40%. Più cauta la fascia over 50, che resta legata agli strumenti tradizionali.

Il confronto con WhatsApp e la diffusione italiana

Perché Telegram sta crescendo proprio adesso? Il confronto con WhatsApp, ancora leader incontrastato con oltre 36 milioni di utenti attivi in Italia (fonte AGCOM), è inevitabile. Ma Telegram conquista soprattutto chi cerca qualcosa in più: dalla gestione dei canali pubblici per lavoro e informazione agli strumenti dedicati alle community tematiche.

In alcune realtà Telegram è diventato punto di riferimento anche per la comunicazione civica: durante l’alluvione in Emilia-Romagna a maggio scorso, diversi Comuni hanno aperto canali ufficiali per mandare allerte meteo o aggiornamenti sulla viabilità. Un uso “utile”, dice il sindaco di Faenza Massimo Isola: “In momenti critici serve informazione veloce e affidabile”.

Difficile dire se questa tendenza continuerà a crescere. Di sicuro però nell’ultimo anno sempre più italiani – spinti da amici e colleghi appassionati di tecnologia – stanno facendo il salto verso Telegram. Un piccolo gesto che racconta come le abitudini digitali cambiano piano piano… partendo da una semplice notifica azzurra sullo schermo dello smartphone.

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