Milano, 7 dicembre 2025 – Quante volte, tra una risata e un pizzico di curiosità, ci si è chiesti come mandare un messaggio anonimo su WhatsApp per fare uno scherzo a un amico? È una domanda che gira soprattutto tra i più giovani, ma non solo. Nelle ultime settimane è tornata a farsi sentire nei gruppi online e nelle chiacchierate informali di chi ama “giocare” con la tecnologia. Ma subito va chiarito: WhatsApp tiene ben legata l’identità dell’utente al numero di telefono verificato.
WhatsApp non lascia spazio all’anonimato
Nonostante si pensi che sul web tutto sia possibile, la verità è che WhatsApp non permette di inviare messaggi completamente anonimi attraverso i suoi canali ufficiali. La piattaforma, che fa parte di Meta, richiede sempre un numero telefonico attivo e la verifica tramite SMS o chiamata. In sostanza, non si può nascondere il proprio numero o identità al destinatario in modo diretto e senza trucchi. Questo è scritto chiaramente anche nelle condizioni d’uso sul sito ufficiale.
Un portavoce di Meta, interrogato recentemente su possibili abusi o scherzi fatti con WhatsApp, ha ricordato: “Il sistema è stato pensato per proteggere gli utenti e bloccare comportamenti scorretti. Ogni messaggio è collegato a un account reale”. Anche esperti di sicurezza digitale come Stefano Zanero del Politecnico di Milano confermano: “Su WhatsApp l’anonimato totale non esiste”.
I trucchi usati e i rischi nascosti
Nonostante queste regole, c’è chi prova lo stesso a trovare scorciatoie. Uno dei metodi più diffusi per inviare un messaggio anonimo è comprare una SIM prepagata nuova, magari intestata a un nome finto o comunque non riconducibile direttamente a chi manda lo scherzo. Però in Italia questa strada si sta facendo sempre più difficile: le norme antiterrorismo obbligano a registrare la SIM mostrando un documento valido.
Ci sono poi siti e servizi online che promettono di inviare messaggi “senza mostrare il numero”. In realtà molte di queste piattaforme sono poco serie o addirittura vietate dalle stesse app. Dietro ci possono essere truffe, rischi per la privacy e attivazioni involontarie di abbonamenti a pagamento. La Polizia Postale mette in guardia: “Giocare con l’anonimato può sembrare innocuo – avverte un funzionario romano – ma può diventare un problema serio o addirittura penale se chi riceve il messaggio si sente minacciato o ingannato”.
Quando uno scherzo diventa reato
La legge italiana sulla privacy e sull’uso dei dati personali è molto netta. Chi usa strumenti digitali per inviare messaggi anonimi, anche solo per ridere, può finire nei guai se la persona che li riceve si sente molestata o se ne esce danneggiata nell’immagine o nella reputazione. Il reato di “molestia o disturbo alle persone” scatta anche se i messaggi sono solo fastidiosi, senza minacce esplicite. L’avvocato Caterina Boni avverte: “Non si deve sottovalutare il rischio. Uno scherzo può sfuggire di mano e portare a una denuncia”.
Altro punto critico sono i dati personali: siti poco trasparenti possono conservare numeri e contenuti senza alcuna garanzia sulla privacy. Usare app non ufficiali scaricate da fonti sconosciute espone poi a virus e furti di informazioni sensibili.
Come divertirsi senza rischi
Se l’intento è davvero solo far ridere tra amici, gli esperti consigliano vie più sicure: si possono fare battute nelle chat comuni o usare meme e sticker personalizzati per mantenere il tono leggero senza nascondersi troppo. A volte basta cambiare la foto profilo o il nome visualizzato (ma solo nella rubrica del destinatario), sapendo però che il numero resta visibile.
WhatsApp stesso offre strumenti per bloccare chi infastidisce e segnalare abusi. Secondo Meta, nell’ultimo anno in Italia sono aumentate del 30% le segnalazioni per molestie digitali arrivate dall’app.
In sostanza – sottolineano le associazioni per la tutela della privacy – meglio evitare strade rischiose e ricordarsi sempre che anche uno scherzo online va fatto con rispetto e responsabilità. Solo così il divertimento resta tale, senza spiacevoli sorprese.
