Roma, 31 dicembre 2025 – Da mesi ormai, l’identità digitale SPID è diventata uno strumento fondamentale per chi vuole accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. La rivoluzione digitale interessa milioni di italiani: secondo gli ultimi dati del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, sono più di 36 milioni le identità SPID attive in tutta Italia, con un aumento delle richieste soprattutto in prossimità delle scadenze fiscali e quando si presentano domande per i bonus statali.
SPID: cos’è davvero e perché ormai serve a tutti
Al centro della svolta c’è proprio lo SPID – ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale – ideato dal Governo per permettere un accesso unico, semplice e sicuro ai servizi online. Oggi non si usa più solo per l’Inps o l’Agenzia delle Entrate. Serve per tutto: dal rinnovo della carta d’identità elettronica alla verifica della propria posizione pensionistica, dalle iscrizioni a scuola fino alla prenotazione delle visite mediche.
In tante amministrazioni locali, come i municipi di Roma e Milano, l’uso dello SPID è già obbligatorio da tempo. «Non aveva senso mantenere sistemi diversi e complicati», ha spiegato Chiara Mariani, responsabile digitale del Comune di Torino, durante una conferenza al Forum PA in ottobre. La spinta verso il digitale ha preso slancio soprattutto con la pandemia, che ha reso necessario accedere ai servizi senza uscire di casa.
Chi può avere lo SPID e come fare per ottenerlo
Possono richiedere lo SPID tutti i cittadini maggiorenni con documento d’identità valido e tessera sanitaria. La procedura – come ricordano spesso gli operatori degli sportelli anagrafici – si svolge quasi tutta online, tramite uno dei nove provider autorizzati (tra cui Poste Italiane, Aruba, InfoCert). Chi non si sente a proprio agio con il web può comunque rivolgersi agli sportelli fisici.
L’identità si verifica con video-riconoscimento o appuntamento in presenza. Dopo la registrazione vengono date credenziali (nome utente e password) con diversi livelli di sicurezza: al livello 2 serve anche un codice temporaneo via sms o app. Molti utenti hanno trovato difficoltà all’inizio, soprattutto nel caricare i documenti o nel riconoscimento. «All’inizio sembrava tutto complicato», racconta Marco Lentini, 68 anni, pensionato romano. «Poi però ce l’ho fatta col cellulare senza nemmeno uscire di casa».
I problemi più frequenti e le richieste di semplificazione
Nonostante la spinta al digitale, restano problemi aperti. Tra le difficoltà più segnalate – soprattutto da chi è meno pratico con la tecnologia – ci sono il recupero delle password dimenticate e i blocchi temporanei del servizio nei giorni con traffico intenso. Le associazioni dei consumatori, come Altroconsumo, chiedono più chiarezza nella registrazione e un’assistenza migliore per chi fa fatica.
Anche le istituzioni ammettono che serve una “seconda fase”. Il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti ha ribadito che «per un vero accesso a tutti servono anche sportelli fisici sul territorio». In alcune regioni – Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna – sono già attivi punti informativi in farmacie e uffici postali con personale pronto ad aiutare soprattutto gli over 65.
Il futuro dello SPID tra Europa e nuovi servizi
La storia non finisce qui. Per la primavera 2026 è prevista la nascita dell’Identità Digitale Europea (EUid), pensata per permettere agli europei di accedere ai servizi pubblici in tutta l’Unione con un solo login. Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha chiarito che «SPID ed EUid funzioneranno insieme», così da semplificare la burocrazia anche a chi viaggia o lavora all’estero.
Intanto crescono le occasioni in cui serve lo SPID. Dal 1° marzo 2026 sarà obbligatorio per consultare il fascicolo sanitario elettronico in tutte le regioni italiane; sempre più spesso lo usano anche banche, assicurazioni e perfino alcune piattaforme di biglietteria per identificare gli utenti.
La vita quotidiana dietro la transizione digitale
Alla fine, la digitalizzazione si vede nelle piccole cose: un click sul sito del Comune per prenotare un certificato o quel momento in cui recuperi una password dopo qualche tentennamento. Questa mattina a Piazza Venezia c’era una fila corta davanti all’ufficio postale: quasi tutti chiedevano informazioni sullo SPID. «Mi serve per controllare la pensione», diceva una signora con accento abruzzese.
Un percorso ancora in corso, certo non senza difficoltà. Ma – lo ammettono funzionari e cittadini – oggi lo SPID è davvero la chiave d’accesso più usata allo Stato. La sfida resta quella dell’inclusione: nessuno deve rimanere escluso mentre la Pubblica Amministrazione continua (tra passi avanti e inciampi) a non perdere nessuno lungo la strada.
