Milano, 31 dicembre 2025 – Negli ultimi giorni, sempre più italiani si lamentano di un aumento delle chiamate indesiderate da parte di numeri privati o di operatori di call center. Il fastidio colpisce chi usa lo smartphone così come chi ha ancora il telefono fisso. C’è chi racconta di ricevere fino a una decina di squilli in poche ore, spesso senza riuscire a capire chi stia chiamando. Eppure, secondo gli esperti, qualche rimedio c’è. Bloccare queste telefonate non è impossibile, anche se il modo cambia da dispositivo a dispositivo.
Bloccare i numeri privati su smartphone: come fare
Per i cellulari, la strada dipende dal sistema operativo. Su Android, bisogna aprire l’app Telefono, toccare il menu in alto a destra, selezionare ‘Impostazioni’ e poi ‘Numeri bloccati’. Da lì si può attivare l’opzione per bloccare le chiamate da numeri sconosciuti”, spiega Federico Donati, tecnico informatico esperto di sicurezza digitale. In pratica, con questa funzione attiva, il telefono smette di squillare quando arrivano chiamate da numeri nascosti.
Sui iPhone invece la procedura è diversa. Apple consente di silenziare i numeri sconosciuti andando in ‘Impostazioni’, poi ‘Telefono’ e attivando ‘Silenzia numeri sconosciuti’. Da quel momento in poi, chi chiama senza essere nella rubrica viene mandato direttamente alla segreteria senza disturbare. Attenzione però: “A volte si rischia di perdere chiamate importanti da corrieri o medici”, avverte Luca R., impiegato milanese. Meglio quindi usare questa funzione con cautela.
Stop alle telefonate dei call center: le app che funzionano
Per bloccare invece le chiamate promozionali o quelle insopportabili dei telemarketing – spesso riconoscibili dai prefissi – esistono diverse app gratuite come Truecaller e Should I Answer?. Questi programmi si basano su un database aggiornato dagli utenti e riescono a identificare e segnalare i numeri usati dai call center o per pubblicità indesiderata. “Ho installato Truecaller dopo aver ricevuto sei chiamate in meno di un’ora da numeri sconosciuti. Adesso il telefono mi avvisa subito se si tratta di pubblicità”, racconta Laura F., 34 anni, romana.
C’è anche il Registro Pubblico delle Opposizioni, attivo dal 2010 e aggiornato nel tempo. È un servizio gratuito che permette a chiunque abbia un numero fisso o mobile di iscriversi per bloccare le chiamate commerciali. Iscrivendosi, spiega il sito del Ministero dello Sviluppo Economico, le aziende devono togliere il numero dagli elenchi per campagne promozionali. Ma nella pratica non sempre succede così: “Non tutti gli operatori rispettano la norma”, ammettono fonti dell’associazione Altroconsumo.
Telefono fisso sotto assedio: cosa si può fare
Il problema è più complicato con i telefoni fissi. I modelli più nuovi hanno spesso una funzione per bloccare le chiamate da numeri anonimi o certi prefissi. “Basta leggere il manuale o entrare nel menu delle impostazioni”, suggerisce Marco Giuliani, negoziante di elettronica a Torino. In altri casi serve un apparecchio esterno: piccoli dispositivi che filtrano le chiamate lasciando passare solo quelle da numeri noti. Il costo? Tra i 25 e i 40 euro.
Alcuni operatori telefonici – come Vodafone e TIM – offrono servizi a pagamento per bloccare le telefonate indesiderate. Basta contattare l’assistenza clienti o usare l’area personale online per attivare questi filtri.
Privacy e truffe: i consigli degli esperti
Il fatto che arrivi così facilmente una valanga di chiamate anonime o pubblicitarie fa sorgere dubbi sulla tutela dei dati personali. Antonella F., avvocata esperta in privacy sentita da alanews.it, spiega che “molte aziende comprano liste senza assicurarsi che gli utenti abbiano dato il consenso: in questi casi è importante segnalare tutto al Garante”. Il rischio non riguarda solo la privacy ma anche le truffe telefoniche: dietro alcune offerte nascoste possono nascondersi tentativi di phishing.
Gli esperti raccomandano prudenza: iscriversi al Registro delle Opposizioni, usare app affidabili e non fornire mai dati personali al telefono se chi chiama non si presenta chiaramente. Può sembrare poco ma è già un passo importante contro un fenomeno che sembra non voler rallentare affatto.
