Milano, 4 dicembre 2025 – La società finanziaria Citadel si è ritrovata al centro di un acceso dibattito dopo aver chiesto alla SEC, la Commissione statunitense per i titoli e la borsa, di mettere un freno alle piattaforme di finanza decentralizzata (DeFi) nel caso in cui queste vendano azioni statunitensi tokenizzate. Una mossa che ha acceso reazioni contrastanti tra esperti, investitori e sviluppatori blockchain, proprio in un momento in cui i mercati tradizionali e le nuove modalità di scambio digitale stanno cambiando gli equilibri della finanza globale.
Citadel spinge per regole più strette: i mercati si dividono
Dalla lettera inviata la scorsa settimana da Citadel alla SEC – confermata da fonti interne all’autorità – emerge la richiesta di una vigilanza più severa sulle piattaforme DeFi che mettono sul mercato versioni digitali e “tokenizzate” delle azioni delle grandi aziende americane. In sostanza, Citadel avverte che “vendere token rappresentativi di azioni come Apple o Tesla fuori dai canali regolati espone a rischi seri, come l’arbitraggio normativo e una scarsa protezione per gli investitori”.
Non sono mancate le reazioni. Alcuni sviluppatori della scena blockchain Usa, come Ryan Selkis di Messari, hanno parlato di un tentativo di “proteggere i privilegi dei grandi operatori tradizionali”. Sui social, in particolare su X (ex Twitter), il dibattito è acceso: c’è chi teme che la regolamentazione possa bloccare l’innovazione e chi invece la vede come un passo indispensabile per evitare truffe e manipolazioni.
Tokenizzare le azioni: un fenomeno sotto la lente
La tokenizzazione delle azioni sta attirando sempre più l’attenzione delle autorità finanziarie in tutto il mondo. Si tratta di trasformare asset tradizionali – come azioni o obbligazioni – in “token” digitali scambiabili su blockchain pubbliche o private. Questo sistema rende molto più semplice e veloce il passaggio da un investitore all’altro, anche oltre i confini nazionali. Secondo una recente analisi del Financial Times, il mercato dei token legati ad asset reali vale oggi circa 1,2 miliardi di dollari, con stime che parlano di una crescita fino a dieci volte superiore entro il 2030.
La SEC, intanto, ha già avviato indagini su piattaforme che offrono azioni americane in formato token – tra cui operatori offshore come Mirror Protocol e Synthetix. Il tema resta però molto complesso. “Serve chiarezza nelle regole”, ha detto a CNBC il professor Chris Brummer della Georgetown Law. “Se non c’è un quadro condiviso si rischia una gara al ribasso nella protezione degli investitori”. Intanto il fenomeno corre veloce, preparando un confronto intenso tra pubblico e privato.
Crypto e finanza tradizionale: scontro o dialogo?
La presa di posizione di Citadel non è passata inosservata tra gli appassionati e gli operatori del mondo crypto. Nei principali forum digitali fioccano commenti contrastanti. Il venture capitalist Nic Carter accusa Citadel di voler “sbarrar strada a una vera concorrenza dopo aver dominato per anni i mercati centralizzati”. Dall’altro lato c’è chi sottolinea la necessità di controlli: “Non puoi semplicemente trasformare un titolo azionario in token senza qualcuno che controlli la correttezza degli scambi”, ha detto Kathryn Haun, ex procuratrice federale esperta in crimini finanziari.
I dati parlano chiaro: secondo la società di consulenza Chainalysis, nei primi nove mesi del 2025 il volume delle transazioni su piattaforme DeFi con titoli tokenizzati è aumentato del 37% rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 3,6 miliardi di dollari. Un’espansione che mette sotto pressione i regolatori americani ma anche quelli europei, con l’ESMA (l’Autorità europea degli strumenti finanziari) pronta a monitorare da vicino questi nuovi strumenti.
Il 2026 sarà l’anno della svolta?
Ora tutti attendono quale sarà la mossa definitiva della SEC, che secondo fonti interne sta preparando nuove linee guida basandosi proprio sulle richieste arrivate dai principali attori finanziari. In una dichiarazione raccolta dal Wall Street Journal, un funzionario dell’ente ha ammesso: “Siamo consapevoli dell’urgenza e della delicatezza del tema”.
Intanto resta aperto il dibattito su come trovare l’equilibrio giusto tra innovazione, concorrenza e sicurezza nei mercati finanziari. Se la posizione di Citadel ha scosso gli equilibri – forse spingendo verso una risposta più rapida da parte dei regolatori – resta tutto da vedere come si muoveranno sia le startup crypto sia i grandi nomi della finanza nei prossimi mesi. Una cosa è certa: nel mondo della finanza decentralizzata la questione della regolamentazione delle azioni tokenizzate sarà uno dei nodi caldi anche nel 2026.
