Chicago PMI: l’indicatore chiave che anticipa l’andamento dell’industria USA e i mercati

Cristina Manetti

28 Dicembre 2025

Milano, 28 dicembre 2025 – L’indice Chicago PMI è tornato sotto i riflettori, questa volta per i dati appena usciti nel tardo pomeriggio di ieri, in una giornata di scambi a Piazza Affari più tesa del solito. Da sempre, il Chicago Purchasing Managers’ Index è visto dagli esperti come un termometro anticipatore del clima produttivo negli Stati Uniti. Però, non sono pochi a chiedersi cosa misura davvero questo indicatore, perché ha così tanto peso e quali segnali riesce a dare prima dei più noti ISM e degli altri PMI nazionali.

Chicago PMI: cosa misura e perché è così importante

Nato negli anni ‘40 grazie all’Institute for Supply Management-Chicago, il Chicago PMI monitora ogni mese l’andamento del settore manifatturiero nell’area di Chicago. In pratica, tramite un questionario rivolto ai responsabili acquisti delle aziende locali, raccoglie dati su produzione, ordini, occupazione, consegne e scorte. Tutto questo viene fatto nelle ultime settimane del mese e il dato viene pubblicato quasi sempre l’ultimo giorno lavorativo, alle 15:45 ora italiana. Un appuntamento fisso per chi segue Wall Street o le mosse della Fed.

Il valore da tenere d’occhio è la soglia di 50 punti: sopra si parla di espansione dell’attività; sotto, invece, di contrazione. Ma più che il valore assoluto contano le variazioni da un mese all’altro. “Se scende di due o tre punti consecutivi significa che qualcosa sta cambiando nelle fabbriche”, ha spiegato ieri a Bloomberg John Roberts, analista macro di Morgan Stanley.

Spesso il Chicago PMI anticipa l’ISM e gli altri indicatori nazionali

Nel tempo l’indice Chicago PMI si è guadagnato la fama di precursore del più famoso ISM manifatturiero, che esce qualche giorno dopo ed è più rappresentativo per tutto il Paese. “Non è raro – ha detto Anna Colombo, responsabile ricerche di Alanews Economia – che il Chicago PMI anticipi di due o tre giorni l’andamento dell’ISM. Per i manager è uno strumento chiave per capire rischi e opportunità nel breve termine”.

Anche se copre solo l’area metropolitana di Chicago (che comprende parti dell’Illinois, Indiana e Wisconsin), questa regione pesa molto sull’economia americana: qui hanno sede industrie importanti come quella automobilistica, alimentare e della produzione di macchinari. Quindi i movimenti dell’indice possono influenzare anche il resto degli Stati Uniti.

I numeri degli ultimi dieci anni confermano questa capacità anticipatrice: dal 2019 al 2022, sei inversioni di tendenza su dieci registrate dal Chicago PMI sono state poi rispecchiate anche dall’ISM nazionale.

Come reagiscono i mercati finanziari al Chicago PMI

Un dato inatteso del Chicago PMI può muovere non solo i titoli industriali a New York ma anche le strategie degli investitori in Europa e Asia. Quando scende sotto quota 47 punti si vedono spesso cali immediati sul dollaro o sulle azioni dei settori interessati. “Abbiamo assistito a reazioni forti in passato: l’ultimo crollo sotto i 45 punti fece perdere al Dow Jones oltre un punto percentuale in pochi minuti”, ha ricordato ieri sera Lorenzo Gatti, trader a Londra.

Questo indicatore viene anche usato come base per previsioni più ampie: la Federal Reserve segue con attenzione tutti i PMI regionali, specialmente quelli del Midwest dove si concentra una fetta importante della produzione manifatturiera americana. Se la serie negativa dura mesi aumenta il rischio che tutta l’economia USA rallenti.

Limiti e interpretazioni: un indicatore utile ma con i suoi difetti

Bisogna però ricordare che il Chicago PMI non rappresenta tutta l’economia americana: si basa solo sulle impressioni dei responsabili acquisti della zona. Può capitare – come tra giugno e agosto 2023 – che dia segnali negativi senza poi vedere conferme negli indici nazionali o nei dati sull’occupazione.

Anche la metodologia e la composizione del campione vengono spesso messe in discussione. “Il gruppo intervistato è ristretto e cambia col tempo”, ha ammesso un dirigente della società che cura l’indagine. Nonostante questo resta uno degli indicatori più seguiti per la rapidità con cui racconta cosa sta succedendo.

In sintesi, il Chicago PMI continua a essere una guida preziosa per chi vuole cogliere in anticipo gli umori del settore manifatturiero americano. Con tutti i suoi limiti – ben noti agli addetti ai lavori – ma anche con quella capacità unica di mettere sotto i riflettori ciò che potrebbe accadere alle borse nelle settimane successive. E ogni mese torna puntuale come un treno Midwest a dettare i tempi delle analisi macroeconomiche globali.

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