Casi Covid in crescita in Italia: oltre metà dei contagi causati dalla variante Stratus

Variante Stratus

Crescono in Italia i casi di covid-cryptohack.it

Franco Vallesi

7 Settembre 2025

Il virus non è sparito: contagi in lieve aumento, ritorno di febbre alta e perdita di gusto e olfatto nei positivi.

Dalla variante Stratus all’arrivo di Nimbus, il Sars-CoV-2 resta attivo: allerta sulle fasce fragili e spinta per la vaccinazione autunnale.

Il Covid-19 non è mai davvero scomparso. E in questo settembre 2025, con il rientro dalle vacanze e la ripresa della vita sociale, il virus torna a circolare con maggiore intensità. Lo conferma il virologo Mauro Pistello, direttore dell’Unità di Virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e tra i fondatori della rete ISS per il monitoraggio delle varianti in Italia. “Siamo già oltre il 50% di casi causati dalla nuova variante XFG, detta Stratus”, spiega, “ed è un dato che si sta consolidando anche in altri Paesi europei come Grecia, Irlanda, Francia e Romania”.

Secondo l’ultimo report del Ministero della Salute, nella settimana 21–27 agosto si sono registrati 1.391 nuovi contagi, in aumento rispetto ai 1.091 della settimana precedente. “C’è una crescita, ma contenuta”, sottolinea Pistello, “e per ora vediamo solo qualche ricovero tra gli over 80 con più patologie. La situazione è sotto controllo, ma va monitorata”.

In questo contesto, è la variante Stratus (XFG) a dominare. Arrivata dagli Stati Uniti come esito di una ricombinazione genetica, ha preso rapidamente piede anche nel nostro Paese. E nei prossimi mesi potrebbe condividere la scena con un’altra nuova variante, Nimbus, rilevata per la prima volta a Genova lo scorso giugno.

Tornano i sintomi della prima ondata: perdita di gusto e olfatto

Un segnale ancora più evidente dell’attività del virus è il ritorno dei sintomi classici: febbre, tosse e soprattutto la perdita improvvisa di gusto e olfatto. “È un effetto legato all’ingresso del virus in precise aree sensoriali, che risultano temporaneamente compromesse e non riescono a trasmettere gli stimoli al cervello”, spiega Pistello. “Questo ci riporta indietro alla prima fase della pandemia, quella del 2020–2021, con sintomi molto riconoscibili”.

Covid19
Scopri i sintomi e incidenza della variante stratus-cryptohack.it

Anche se i casi gravi sono meno frequenti, l’infezione può risultare debilitante, soprattutto per le persone più vulnerabili o con difese immunitarie indebolite.

Campagna vaccinale autunnale: il nodo da sciogliere

Uno degli elementi critici, secondo Pistello, riguarda il calo nella copertura vaccinale, in particolare tra gli over 60 e over 70, la fascia che oggi rischia di più. “Molti di loro hanno fatto il richiamo da troppo tempo”, osserva. “E altri si sono ‘dimenticati’ del virus, complice il periodo di bassa circolazione. È il momento di rilanciare con decisione la doppia vaccinazione anti-Covid e antinfluenzale, che si è dimostrata sicura ed efficace”.

L’invito va alle autorità sanitarie: “Serve una campagna chiara, capillare, concreta”, insiste il virologo. E alla popolazione: “Proteggersi non è una scelta ideologica, ma una responsabilità personale e collettiva”.

Sul tema dell’obbligatorietà vaccinale, Pistello esclude per ora una riapertura: “Non ci sono i presupposti, ma occorre mantenere alta la copertura, altrimenti il virus potrebbe tornare a fare più paura, come accade con altre infezioni come il morbillo”.

Il Covid ha smesso di dominare le prime pagine, ma non ha mai smesso di circolare. E nel 2025, in un contesto di minore percezione del rischio, potrebbe rappresentare una minaccia silenziosa, soprattutto per le fasce fragili.

Il ritorno dei vecchi sintomi, la diffusione di nuove varianti e la flessione vaccinale sono segnali che richiedono attenzione, non panico. La vera sfida sarà saper convivere con il virus senza sottovalutarlo, trovando un equilibrio tra prevenzione, informazione e responsabilità.

Change privacy settings
×