New York, 21 novembre 2025 – Le società di tesoreria aziendale in criptovalute sono sotto una pressione sempre più forte, mentre BlackRock spinge sull’acceleratore con un nuovo fondo su Ether con staking. Una mossa che, secondo diversi esperti, potrebbe stravolgere gli equilibri nel mondo delle gestioni patrimoniali digitali. Il colosso americano, che gestisce ben 13,5 trilioni di dollari, ha appena registrato un ETF su Ether nel Delaware, dando il via a una diversificazione più decisa verso le criptovalute.
BitMine Immersion Technologies, il gigante in difficoltà
Un report di giovedì della società di analisi 10x Research mette sotto i riflettori la situazione di BitMine Immersion Technologies, il più grande detentore aziendale di Ether al mondo. BitMine ha in portafoglio circa 3,56 milioni di ETH, quasi il 3% dell’offerta totale di questa criptovaluta, per un valore stimato intorno ai 10,7 miliardi di dollari. Ma c’è un problema: il prezzo medio a cui BitMine ha comprato gli Ether è di circa 4.051 dollari ciascuno, molto più alto rispetto al valore attuale. Questo significa una perdita latente di quasi 1.000 dollari per ogni ETH, che si traduce in un buco potenziale da 3,7 miliardi.
Il valore netto degli asset (NAV) in calo sta rendendo difficile attirare nuovi investitori retail. Molti azionisti sono rimasti “intrappolati”, come racconta Markus Thielen, fondatore di 10x Research, in un post su LinkedIn. “Quando il premio scende a zero, come sta succedendo ora, gli investitori restano bloccati nella struttura senza poter uscire senza grossi danni. È una vera e propria prigione, un ‘Hotel California’”, scrive Thielen.
Costi nascosti e strutture poco trasparenti
A differenza degli ETF tradizionali, le cosiddette digital-asset treasury companies (DATs) hanno strutture di costo complicate e poco chiare, spesso simili a quelle dei fondi hedge. “Questi costi possono mangiarsi lentamente i rendimenti”, spiega ancora Thielen. Un indicatore importante è il rapporto mNAV, che mette a confronto il valore d’impresa con quello delle criptovalute che la società detiene. Se è sopra 1, le società possono raccogliere nuovi fondi emettendo azioni; se è sotto, la crescita è dura.
Per BitMine, il mNAV base è sceso a 0,77, mentre quello diluito si ferma a 0,92, secondo i dati di Bitminetracker. Anche altre DATs come Strategy, Metaplanet, Sharplink Gaming, Upexi e DeFi Development Corp hanno visto un calo netto dei loro mNAV negli ultimi mesi.
BlackRock entra in scena: la sfida agli ETF tradizionali
L’ingresso di BlackRock con un ETF su Ether in staking potrebbe cambiare le carte in tavola. Il fondo offrirà agli investitori la possibilità di guadagnare dallo staking di Ether, ma con costi di gestione molto più bassi rispetto alle DATs. Secondo 10x Research, la commissione prevista è dello 0,25%, un valore nettamente inferiore rispetto ai costi nascosti che si trovano nelle strutture delle società di tesoreria digitale.
“Con BlackRock che cerca l’ok per un ETF su ETH con staking, offrendo un rendimento a basso costo, l’economia delle DATs sarà sempre più sotto la lente d’ingrandimento”, si legge nel report. Gli analisti prevedono che molti investitori potrebbero spostare i loro soldi verso prodotti come questo, attratti dalla trasparenza e dai costi più contenuti.
Il settore si prepara a un salto di qualità
Non c’è solo BlackRock: anche gestori come REX-Osprey e Grayscale hanno lanciato ETF su Ether con staking tra settembre e ottobre. Il mondo delle tesorerie digitali si trova davanti a una sfida cruciale: da una parte, bisogna rivedere modelli e costi; dall’altra, cresce la pressione da parte dei grandi nomi della finanza tradizionale, che puntano a prodotti più semplici e chiari.
Per molti osservatori, questa potrebbe essere l’inizio di una nuova fase per la finanza decentralizzata. Ma per società come BitMine – e i loro azionisti – il tempo sta per scadere: il modello delle DAT è sotto esame. E i giganti della finanza tradizionale non hanno intenzione di rallentare.
