Gli analisti monitorano il fragile equilibrio delle criptovalute, mentre settembre si gioca tra tassi d’interesse e segnali macroeconomici.
Il prezzo del Bitcoin si muove in una fase di apparente calma, ma gli equilibri sono tutt’altro che stabili. Con la criptovaluta di riferimento che oscilla intorno a 112.500 dollari, il mercato sembra trattenere il fiato in attesa dei prossimi dati macroeconomici dagli Stati Uniti, capaci di alterare il sentiment globale in pochi istanti.
Gli investitori si muovono con cautela, sospesi tra la speranza di un rimbalzo e la paura di un nuovo scivolone.
La soglia psicologica dei 112.500 dollari tiene il mercato in equilibrio
Secondo gli ultimi report pubblicati da società di analisi finanziaria e piattaforme on-chain, il Bitcoin ha mostrato una lieve ripresa nella seconda settimana di settembre, con un calo della pressione di vendita e una leggera crescita nella partecipazione on-chain. Tuttavia, questo rinnovato interesse non si è ancora tradotto in una spinta significativa nei volumi di scambio, che restano bassi. Il messaggio implicito è chiaro: nessuno vende, ma nemmeno compra con convinzione.

Tra i principali fattori d’incertezza, gli indicatori macroeconomici statunitensi rappresentano il punto nevralgico. Dopo i deludenti dati sull’occupazione pubblicati a fine agosto, gli operatori di mercato hanno iniziato a prezzare con maggiore probabilità un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve già nella riunione prevista per il 17 settembre 2025.
La possibilità di una politica monetaria più accomodante — come evidenziato in un recente aggiornamento di Bitfinex — potrebbe portare a una riduzione dei rendimenti reali e a un indebolimento del dollaro USA, creando un contesto favorevole per asset alternativi come Bitcoin.
Tra ottimismo stagionale e rischi strutturali: cosa aspettarsi dal quarto trimestre
Anche se settembre è storicamente un mese difficile per le criptovalute — tanto da essere definito il “settembre rosso” dagli analisti — gli occhi sono puntati sul possibile rimbalzo di fine anno. Il team di Derive.xyz ha aggiornato le sue previsioni, portando a 1 su 4 la probabilità che BTC possa raggiungere i 140.000 dollari entro dicembre 2025, sulla scia di un possibile doppio taglio dei tassi.
Secondo i dati di Polymarket, le chance di un taglio da 50 punti base sono salite al 16% rispetto al 10% di una settimana fa, segno che i mercati stanno già anticipando una svolta accomodante.
Tuttavia, non mancano le voci prudenti. Fairlead Strategies, in una recente nota tecnica, ha avvertito che lo slancio di medio termine rimane debole, anche dopo il rimbalzo da quota 108.300 dollari. Il rischio di un nuovo test della media mobile a 200 giorni, attualmente attorno ai 101.700 dollari, è ancora sul tavolo.
Sul fronte dei derivati, i segnali sono contrastanti: l’elevato skew 25-delta indica una persistente domanda di copertura difensiva. Gli operatori professionali restano dunque vigili, pronti ad agire ma restii ad esporsi in maniera netta.
Gli indicatori da monitorare e lo scenario per le prossime settimane
Gli analisti di Bitfinex suggeriscono di osservare attentamente tre variabili chiave:
La velocità dei flussi giornalieri negli ETF Bitcoin, in netto calo nelle ultime settimane.
La correlazione tra Bitcoin e S&P 500, che continua a oscillare ma mostra segni di allentamento.
Il posizionamento sui derivati, dove la prudenza sembra ancora prevalere sull’ottimismo.
Lo scenario più probabile, secondo gli osservatori di mercato, è un settembre di consolidamento, in cui i prezzi potrebbero rimanere nella fascia tra 108.000 e 115.000 dollari, prima di un possibile rafforzamento nel quarto trimestre, qualora arrivassero segnali di politica monetaria espansiva da parte della Fed.
Ma attenzione a eventuali sorprese negative, come un dato sull’inflazione superiore alle attese o dichiarazioni più aggressive del previsto da parte di Jerome Powell. In quel caso, il fragile equilibrio attuale potrebbe rompersi rapidamente, riportando Bitcoin sotto pressione.
Nel frattempo, anche Ethereum e le altre principali altcoin stanno vivendo una fase di consolidamento laterale, con ETHche oscilla intorno ai 3.200 dollari, senza segnali di breakout imminente. Gli operatori restano concentrati sul breve termine, ma con lo sguardo rivolto al rally stagionale che, storicamente, prende forma tra ottobre e dicembre.
Il verdetto, dunque, è rimandato. Tutto dipende dalle mosse della Federal Reserve e dalla risposta dei mercati. Fino ad allora, prevale la strategia della prudenza.