Il prezzo di Bitcoin oscilla in una fase di consolidamento ma l’accumulo strategico suggerisce fiducia sul lungo periodo.
Nonostante i ribassi, cresce l’accumulo tra $108k e $116k. Gli investitori di lungo periodo restano fermi, mentre i brevi cercano conferme.
Il mercato di Bitcoin (BTC) vive settimane di apparente calma, ma sotto la superficie si muovono forze che potrebbero definire il prossimo trend. Il prezzo oscilla ormai da giorni tra $108.000 e $114.000, dopo il rifiuto arrivato sui massimi storici di metà agosto. Una situazione che appare statica, ma che in realtà nasconde un’accumulazione strategica da parte di una fetta sempre più ampia di investitori.
La fase di accumulo tra $108k e $116k: cosa dicono i dati on-chain
Dal 13 agosto, dopo il falso breakout dei $124.000, Bitcoin è entrato in una fase di consolidamento tipica dei mercati in fase di digestione. Il prezzo ha mostrato una discreta tenuta, evitando affondi violenti nonostante la pressione ribassista.
Secondo i dati on-chain aggiornati al 10 settembre 2025, un’ampia porzione di UTXO è stata creata nella fascia tra $108.000 e $116.000, indicando che molti investitori hanno deciso di “buy the dip”. In pratica, chi non ha venduto durante il calo ha colto l’occasione per incrementare la propria esposizione, sperando in una nuova gamba rialzista.

La metrica UTXO Realized Price Distribution (URPD) conferma un accumulo massiccio in questa zona. E anche se la tenuta non garantisce un’immediata inversione al rialzo, rappresenta comunque un supporto psicologico e tecnico per il mercato. La soglia cruciale resta $114.000: una rottura decisa di quel livello potrebbe riaccendere il momentum e far tornare i volumi sul comparto.
Gli short-term holders ancora incerti, ma in leggero recupero
Un altro elemento importante da valutare è la condizione degli short-term holders, ovvero i possessori di BTC con UTXO recenti. Questi attori sono spesso i primi a vendere quando il mercato inizia a scendere.
Dopo il calo sotto i $108.000, solo il 42% degli short-term holders risultava in profitto, una quota decisamente bassa rispetto al 90% di pochi giorni prima. Oggi, con BTC tornato a $112.000, circa il 60% ha recuperato il proprio costo medio. Un segnale di rientro della fiducia, ma ancora insufficiente per decretare l’inizio di una vera ripresa.
Il rischio di capitolazione al ribasso non è escluso: se il prezzo dovesse perdere nuovamente quota sotto i $108.000, potrebbe verificarsi una nuova ondata di vendite, proprio da parte di questa fascia di investitori più reattivi.
Sul fronte opposto, però, arrivano segnali rassicuranti dagli investitori di lunghissimo periodo. Analizzando la metrica Realized Cap by Age, emerge che la fetta di capitalizzazione realizzata appartenente alla fascia “5-7 anni” si è spostata verso i 7-10 anni, segno che quei BTC non sono stati venduti, ma hanno semplicemente “invecchiato”.
Questa dinamica è indice di resilienza e convinzione: le cosiddette diamond hands non hanno alcuna fretta di vendere, nemmeno dopo i recenti picchi sopra i $120.000. Il comportamento dei long-term holders lascia intendere che la narrativa rialzista non è affatto svanita, anzi, potrebbe essere in attesa di un nuovo catalizzatore.
Un ulteriore dato incoraggiante arriva dalla diminuzione dell’attività speculativa sui derivati, combinata con una lieve flessione negli afflussi ETF. Questo suggerisce che, pur in assenza di nuovi capitali istituzionali, l’interesse retail e l’accumulo diretto on-chain restano vivi.
2025: una pausa prima di un nuovo rally?
Il quadro complessivo disegna uno scenario in equilibrio. Da un lato, gli indicatori tecnici mostrano una fase neutrale, dall’altro le dinamiche on-chain raccontano una storia di accumulo razionale e attesa consapevole.
Settembre 2025 potrebbe diventare un mese chiave: una rottura convincente dei $114.000 farebbe tornare la fiducia e attirerebbe nuovi capitali, alimentando una possibile nuova gamba rialzista verso i massimi storici. Viceversa, un cedimento sotto $108.000 rischia di spingere il mercato in un bear market strutturato, con forti ripercussioni anche sul resto del comparto crypto.
Al momento, Bitcoin galleggia, sospeso tra due forze opposte: l’euforia razionale di chi ha studiato i dati e crede ancora in una salita, e il timore silenzioso di chi teme che questa sia solo una tregua prima della tempesta.