Bitcoin raggiungerà i 200.000 dollari solo nel terzo trimestre del 2029, avverte il trader esperto Peter Brandt

Bitcoin raggiungerà i 200.000 dollari solo nel terzo trimestre del 2029, avverte il trader esperto Peter Brandt

Bitcoin raggiungerà i 200.000 dollari solo nel terzo trimestre del 2029, avverte il trader esperto Peter Brandt

Cristina Manetti

21 Novembre 2025

Milano, 21 novembre 2025 – Peter Brandt, uno dei trader più conosciuti e con maggiore esperienza nel mondo della finanza internazionale, ha spento gli entusiasmi sul futuro immediato di Bitcoin. Contrariamente a quanto previsto da molti addetti ai lavori, Brandt sostiene che la criptovaluta non arriverà a 200.000 dollari entro fine anno. Per lui, quel traguardo è lontano ancora qualche anno, più precisamente nel terzo trimestre del 2029.

Brandt sfida le previsioni più ottimistiche sulle criptovalute

Giovedì, Brandt ha pubblicato un post su X, il social network ex Twitter, dove ha spiegato senza mezzi termini: “Il prossimo mercato rialzista di Bitcoin ci porterà intorno ai 200.000 dollari, ma sarà verso il terzo trimestre del 2029”. Pur ammettendo di essere un “ottimista a lungo termine” su Bitcoin, il trader ha voluto smorzare gli eccessi di chi si aspetta un balzo immediato.

Il suo punto di vista si scontra con le stime di alcuni big del settore. Arthur Hayes, co-fondatore di BitMEX, e Tom Lee, presidente di BitMine, sostengono da tempo che Bitcoin toccherà quota 200.000 già entro la fine del 2025. A loro si aggiungono nomi come Brian Armstrong (CEO di Coinbase) e Cathie Wood (ARK Invest), che vanno oltre, ipotizzando addirittura un Bitcoin a 1 milione di dollari entro il 2030, poco dopo la data indicata da Brandt, ma con un salto di prezzo ben più ampio.

Mercato in flessione: numeri e commenti

Intanto, il mercato delle criptovalute mostra segnali di debolezza. Dopo il record storico di 125.100 dollari raggiunto il 5 ottobre, il prezzo di Bitcoin ha iniziato a scendere. Mercoledì ha toccato i 88.000 dollari, per poi scivolare ancora a 86.870 dollari nelle ore successive, secondo i dati di CoinMarketCap.

Nonostante il calo, Brandt ha definito questa fase come “la cosa migliore che potesse succedere a Bitcoin”. Per lui, queste correzioni sono un “reset” necessario, una pausa salutare dopo i forti rialzi degli ultimi mesi. Un punto di vista condiviso anche da altri esperti, che ricordano come storicamente i momenti di consolidamento abbiano spesso preceduto nuove crescite.

Un paragone insolito: Bitcoin e la soia degli anni Settanta

Brandt ha messo in parallelo l’andamento attuale di Bitcoin con quello del mercato della soia negli anni Settanta. All’epoca, spiega il trader, i prezzi della soia raggiunsero un picco prima di crollare del 50%, a causa di un aumento dell’offerta globale che superò la domanda. “Negli anni Settanta la soia fece un massimo simile e poi perse metà del suo valore”, ha ricordato Brandt.

Sul fronte delle vendite, Charles Edwards, fondatore di Capriole Investments, ha sottolineato che non si erano mai viste così tante vendite istituzionali in rapporto al volume di Coinbase nella storia delle criptovalute. Un segnale che per alcuni analisti non indica una fine, ma una fase di transizione nel ciclo del mercato.

Bitcoin: tra dubbi e speranze per il futuro

Il dibattito sul futuro di Bitcoin resta aperto. C’è chi vede nella recente debolezza un campanello d’allarme, e si chiede se il ciclo quadriennale della criptovaluta sia davvero finito. Dall’altra parte, Brandt invita a non farsi prendere dal panico: “Resto ottimista sul lungo periodo”, ha ribadito.

In definitiva, la previsione di Brandt punta sulla prudenza e sull’osservazione dei cicli storici dei mercati. Mentre alcuni guardano a una crescita rapida e quasi esplosiva, lui suggerisce di tenere gli occhi sulle oscillazioni di breve e di pensare in prospettiva più ampia. Solo così, forse, si potrà capire dove andrà davvero la corsa di Bitcoin nei prossimi anni.

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