Milano, 25 dicembre 2025 – In un pomeriggio di dicembre, con le luci di Natale che brillano nella zona di Porta Garibaldi, parlare di Bitcoin e criptovalute sembra lontano anni luce rispetto ai tempi in cui queste tecnologie venivano viste quasi esclusivamente come strumenti per traffici illeciti e zone oscure del web. Eppure, non molto tempo fa, era comune pensare che le crypto fossero la valuta preferita del Dark Web, usata “per non lasciare tracce”. Una storia che, col passare degli anni e con l’arrivo di regole più precise a livello internazionale, ha lasciato spazio a un’immagine più realistica e meno semplicistica.
Da sospetti a controllo: la svolta nei numeri
Oggi la situazione è cambiata radicalmente. I dati di novembre 2025 della Chainalysis, azienda americana che analizza le blockchain, parlano chiaro: meno dell’1% delle transazioni in criptovalute è legato ad attività illegali. Un calo netto rispetto al 2019-2020, quando si stimava tra il 2 e il 3%. Questi numeri sono ormai citati spesso nel mondo della finanza. La Banca d’Italia, in una nota di settembre, ha ribadito: “Le criptovalute non sono più un territorio fuori controllo, ma sotto rigorosa sorveglianza”.
Il cambiamento è arrivato anche con le prime leggi specifiche, sia in Europa (dove il Regolamento MiCA è operativo dal 2024), sia negli Stati Uniti. Oggi tutti gli exchange autorizzati devono rispettare regole strette per verificare l’identità degli utenti (KYC) e monitorare le transazioni sospette. Come spiegano da Consob, “solo così le criptovalute stanno uscendo dall’ombra”.
Il settore si fa strada: banche e imprese investono
Con la crescente “normalizzazione” di Bitcoin, Ethereum e delle altre valute digitali principali, cambia anche l’atteggiamento dei grandi attori finanziari. Nel 2025 quasi tutte le principali banche europee – da Unicredit a Deutsche Bank – offrono servizi di custodia per crypto sia ai clienti privati che alle aziende. È un trend in forte crescita: i dati di Assobank mostrano che nel terzo trimestre dell’anno il 18% degli italiani under 40 ha comprato almeno una volta un crypto asset.
Da Milano arriva anche la testimonianza del CEO di YoungCrypto, Marco D’Antuono: “Le famiglie chiedono consulenza sugli investimenti digitali come farebbero per i fondi tradizionali. Sono cambiate domande ed esigenze”. Anche i pagamenti in negozio stanno facendo qualche passo avanti: a Torino Satispay ha lanciato una prova per convertire subito da Bitcoin a euro direttamente alla cassa.
Frodi sotto controllo? Ecco cosa dicono gli esperti
Rischi però ci sono ancora. La Guardia di Finanza mette in guardia: frodi online e riciclaggio si sono evoluti e ora agiscono anche su blockchain meno conosciute o tramite stablecoin meno regolamentate. Ma la natura pubblica delle blockchain principali – come ha spiegato a ottobre il procuratore aggiunto di Milano Maria Teresa Spinelli – “rende tracciabili quasi tutte le operazioni; manca solo una collaborazione internazionale efficace”.
Sul punto concorda Stefano Capaccioli, docente all’università Bicocca: “Pensare che Bitcoin sia anonimo è sbagliato. Tutto rimane scritto sulla blockchain; serve solo tempo e strumenti per scoprire chi c’è dietro”. Secondo il Rapporto annuale della Polizia Postale del 4 dicembre scorso, l’uso criminale di Bitcoin è calato del 50% rispetto al 2021. Restano però molte truffe online, phishing e ransomware.
Tra diffidenza e interesse: così gli italiani vedono le criptovalute
Molti italiani continuano a guardare alle criptovalute con cautela. Nei bar del centro di Bologna o nei negozi di Napoli capita ancora che qualcuno storca il naso se si parla di pagamenti in Bitcoin. Ma la percezione collettiva sta cambiando. In tv – dai talk serali agli speciali su RaiNews24 – esperti come Carlo Alberto Carnevale Maffè o Valeria Portale cercano di spiegare luci e ombre delle valute digitali.
Certo, i dubbi non mancano. Nei forum online abbondano messaggi su “truffe”, “bolle” o “pericoli nascosti”. Però tra i giovani vince la curiosità verso la tecnologia. Un sondaggio Swg commissionato da Il Sole 24 Ore (novembre 2025) mostra che il 61% degli under 35 vede nelle criptovalute “uno strumento interessante”, almeno quanto i pagamenti con lo smartphone.
Criptovalute mature: meno mito e più fatti
Se fino a qualche anno fa si pensava ai bitcoin come monete senza regole usate solo per traffici oscuri, oggi lo scenario è molto più sfumato e vicino alla realtà dei fatti. La criminalità ha spostato il suo campo d’azione; le autorità (Banca d’Italia, Consob, Polizia) hanno imparato a leggere i segnali lasciati sulle reti blockchain. Il quadro va comunque seguito da vicino ma la sensazione — tra chi lavora nel settore e chi osserva da fuori — è chiara: Bitcoin e criptovalute sono ormai un fenomeno maturo, fuori dai vecchi stereotipi e inserito nelle regole del mondo reale.
