Milano, 26 novembre 2025 – Il **mercato delle criptovalute** sta vivendo una fase complicata: secondo gli esperti di K33 Research, il **bitcoin** sta andando peggio del solito rispetto al **Nasdaq**, una situazione che non si vedeva dal 2020. Le ultime settimane hanno mostrato scambi più bassi e un interesse in calo verso gli **ETF su bitcoin spot**. Per qualcuno, questa frenata nasconde però un’occasione da prendere al volo, un vero “**strong buy**”.
## Bitcoin indietro rispetto ai mercati azionari
Negli ultimi giorni, il traffico sul **bitcoin** è calato vistosamente. I dati di ieri di **CoinMarketCap** parlano chiaro: i volumi di scambio giornalieri sono poco sopra i 14 miliardi di dollari, un numero decisamente più basso rispetto ai picchi della primavera scorsa. E mentre il **Nasdaq**, l’indice tech di Wall Street, continua a correre (+15% da inizio anno per il Nasdaq 100), il bitcoin si è fermato a un modesto +5%.
Questo divario non è sfuggito agli addetti ai lavori. “Siamo tornati ai livelli di gap che avevamo visto nella seconda metà del 2020”, spiega **Vetle Lunde**, analista senior di K33 Research. In quell’anno, proprio da una fase simile a questa, partì la grande corsa che portò il bitcoin oltre i 40 mila dollari in pochi mesi.
## ETF spot: i flussi ai minimi da maggio
Un altro segnale della stanchezza arriva dai flussi sugli **ETF spot legati a bitcoin**. Secondo la società americana **Bitwise**, nella scorsa settimana sono entrati appena 20 milioni di dollari nei principali strumenti quotati a Wall Street (Grayscale, BlackRock, Fidelity). È il dato più basso da quando questi prodotti sono stati lanciati a gennaio. Anche in Italia si è notata questa pausa: “Abbiamo visto una netta frenata tra gli investitori istituzionali,” racconta Marco Antonini, portfolio manager milanese. “Molti aspettano prima segnali più chiari dalla Fed e dall’andamento del settore tech.”
Anche sui mercati retail la situazione è fiacca. Le piattaforme più grandi come **Binance** e **Coinbase** hanno segnato un calo del volume degli scambi del 18% nell’ultima settimana rispetto alla media mensile. Solo le borse asiatiche tengono botta, con un po’ di movimento soprattutto tra utenti sudcoreani e giapponesi.
## Analisti divisi, ma K33 spinge all’acquisto
Con questi numeri sul tavolo le opinioni si spaccano. C’è chi mette in guardia su possibili nuovi ribassi, soprattutto se anche il Nasdaq rallenterà nei prossimi mesi. Dall’altra parte però c’è K33 Research che parla apertamente di una “finestra rara” per comprare bitcoin.
“Se guardiamo la storia recente – spiega Lunde in una nota inviata ieri nel tardo pomeriggio – quando questo gap tra bitcoin e Nasdaq si allarga così tanto, la possibilità di un rimbalzo concreto cresce.” La società consiglia quindi un “**strong buy**” sulla criptovaluta, ma senza nascondere i rischi legati alla sua volatilità e all’incertezza economica globale.
## Timori degli investitori e il ruolo della Federal Reserve
Non tutti però sono pronti a lanciarsi. Molti operatori italiani mantengono la prudenza, influenzati dal comportamento della **Federal Reserve**, che tiene i tassi ancora alti e manda segnali contrastanti su cosa farà nel 2026. “Per ora regna la cautela,” confida un trader milanese sotto anonimato. “Finché non ci sarà più chiarezza su inflazione e costi del denaro, restano alte le possibilità di movimenti bruschi.”
Anche i grandi fondi internazionali aggiornano spesso le loro strategie proprio per questo motivo. La volatilità resta alta: negli ultimi sette giorni il prezzo del bitcoin ha oscillato tra 35 mila e 37.500 dollari senza riuscire a prendere una direzione netta.
## Dietro i numeri c’è chi crede ancora
Nonostante dubbi e paure, qualche investitore privato non ha perso fiducia nelle potenzialità del bitcoin. Ieri sera nelle chat Telegram dedicate alle criptovalute si leggeva: “Sono giorni tranquilli solo in superficie”. Qualcuno azzardava: “Quando tutti si distraggono è lì che i grandi accumulano.”
Il confronto resta aperto: dati alla mano c’è chi invita alla prudenza; dall’altra parte ci sono quelli pronti a scommettere su un nuovo rally nel 2026. Nel frattempo Milano e Wall Street seguono con attenzione l’andamento dei volumi e le mosse della Fed. Solo allora capiremo se davvero questa sarà stata una fase da “**strong buy**” o solo un’altra pausa nella corsa del bitcoin.