Il settore delle criptovalute attraversa nuovamente un periodo di forte turbolenza dopo il recente crollo del valore di Bitcoin, la criptovaluta più scambiata al mondo. La moneta digitale ha perso oltre il 30% rispetto ai picchi raggiunti a inizio ottobre, con una flessione di oltre il 6% registrata solo nella giornata di lunedì, un calo giornaliero che non si vedeva da marzo, portandosi a circa 85.468 dollari.
Il nuovo “crypto-inverno” e la dinamica del mercato
Il Wall Street Journal ha definito questa fase come un nuovo «crypto-inverno», un periodo di forte contrazione dei mercati digitali che coinvolge non solo Bitcoin, ma anche altre criptovalute di rilievo come Ether e Solana. Il ribasso si riflette anche sui titoli azionari collegati al settore, con Coinbase, il principale exchange statunitense, che ha perso quasi il 5% del suo valore, mentre società come BitMine e Forward Industries, che detengono token in bilancio, hanno subito perdite a doppia cifra.
Questa fase di discesa si inserisce in un più ampio contesto di riorganizzazione degli investitori, che tendono a ridurre l’esposizione verso asset ad alto rischio, includendo startup tecnologiche non ancora redditizie, SPAC speculative e meme stock. Patrick Horsman, chief investment officer di BNB Plus, ha sottolineato che «potremmo vedere Bitcoin scendere fino a 60.000 dollari, il peggio non è ancora passato», evidenziando la persistenza della volatilità del mercato.
Fattori e contesto della crisi attuale
Diversamente da precedenti crisi come i crolli di Mt. Gox o FTX, questa volta il calo non è scatenato da scandali o fallimenti clamorosi, ma piuttosto da dinamiche di mercato e tensioni finanziarie. Un elemento di preoccupazione è rappresentato dalla situazione di Strategy, la società di Michael Saylor famosa per la sua aggressiva strategia di accumulo di Bitcoin finanziata tramite debito. La società ha raccolto 1,44 miliardi di dollari attraverso una nuova emissione azionaria per coprire obbligazioni future, e per la prima volta ha ammesso la possibilità di vendere parte delle sue riserve di circa 650.000 bitcoin, dal valore attuale stimato in 56 miliardi di dollari, qualora la capitalizzazione di mercato dovesse scendere al di sotto del valore netto degli asset digitali in bilancio. Questo annuncio ha ulteriormente agitato i mercati, con le azioni di Strategy che hanno perso un ulteriore 3% nella sola giornata di lunedì, dopo aver già dimezzato il loro valore dall’inizio dell’anno.
Bitcoin, halving e prospettive future
Il recente ribasso di Bitcoin segue un andamento ciclico noto nel settore, legato al fenomeno dell’halving, un evento che dimezza la ricompensa per i miner e si verifica approssimativamente ogni quattro anni. Dopo l’ultimo halving di aprile 2024, la criptovaluta ha subito una correzione importante, con una perdita del 14% da inizio anno e un calo da circa 123.000 dollari a poco sopra i 90.000 dollari. Anche Ethereum ha mostrato un calo significativo, con una perdita superiore al 21%. Gli esperti segnalano che il 2026 potrebbe vedere dinamiche di mercato ancora più complesse, in parte influenzate da possibili aumenti della tassazione fino al 33% sulle criptovalute.
Bitcoin, nato nel 2009 dall’ideatore noto come Satoshi Nakamoto e basato su una tecnologia blockchain decentralizzata, continua a essere al centro del dibattito finanziario globale, oscillando tra la sua natura di asset speculativo e quella di riserva di valore alternativa rispetto ai sistemi monetari tradizionali. Recentemente, la regolamentazione europea con il regolamento MiCA ha introdotto una cornice normativa più chiara per il settore, mentre negli Stati Uniti sono stati approvati i primi ETF spot su Bitcoin, favorendo l’ingresso di investitori istituzionali.
Il mercato delle criptovalute rimane dunque altamente volatile e influenzato da vari fattori, tra cui innovazioni tecnologiche, regolamentazioni, e dinamiche finanziarie globali, mantenendo alta l’attenzione degli investitori e degli osservatori economici.
