Milano, 14 novembre 2025 – Bitcoin e Ether viaggiano ormai su strade diverse. Lo conferma un nuovo report firmato da Glassnode e Keyrock, che mette nero su bianco una separazione netta nel mondo delle criptovalute principali. Da una parte, Bitcoin si conferma come una riserva di valore lenta e stabile. Dall’altra, Ether accelera, diventando un asset dinamico, usato per staking, collateral e strumenti finanziari sempre più adottati dagli investitori istituzionali.
Bitcoin, l’oro digitale. Ether corre più veloce
Il report mostra che il 61% dei Bitcoin non si muove da più di un anno. Tradotto in termini semplici: la “velocità di circolazione” è solo lo 0,61% del flottante libero al giorno, uno dei numeri più bassi tra tutti gli asset a livello mondiale. “Bitcoin ormai si comporta come una riserva di valore”, si legge nel documento, “assomiglia più all’oro che a una moneta in circolazione”.
Ether, invece, è tutta un’altra storia. Chi tiene ETH da tempo lo scambia tre volte più spesso rispetto ai possessori di BTC. Secondo Keyrock, questo dipende da un uso guidato dall’utilità, non solo dall’accumulo. Il turnover di ETH raggiunge l’1,3% al giorno, cioè il doppio rispetto a Bitcoin. E c’è di più: un quarto degli Ether oggi è bloccato in staking o ETF, dando forza all’ecosistema DeFi e ai sistemi di liquid staking.
Addio agli exchange, benvenuti ETF e custodia istituzionale
Un altro dato che salta all’occhio è la fuga dagli exchange: Bitcoin ha perso l’1,5% dei suoi saldi, mentre per Ether la diminuzione supera il 18%. Le monete si stanno spostando verso ETF spot e altri strumenti di investimento digitale. Gli analisti parlano di “uno dei cambiamenti più profondi degli ultimi anni”. Bitcoin si avvicina sempre più a un “bond digitale”, mentre Ether si conferma come la base operativa per le attività onchain.
“Il passaggio alla custodia istituzionale è una svolta”, ha spiegato un esperto di Glassnode. “Per Bitcoin vuol dire rafforzare il ruolo di riserva. Per Ether, invece, significa diventare la spina dorsale delle app decentralizzate”.
Divergenze e possibili rischi
Non tutti però vedono questa separazione con gli stessi occhi. Alcuni analisti, come quelli di 10x Research, leggono l’attività vivace di Ethereum non come un punto di forza, ma come un possibile segnale di debolezza. “L’elevata attività su ETH potrebbe nascondere problemi strutturali”, scrivono, “mentre Bitcoin continua ad attirare sempre più capitali istituzionali”.
Secondo 10x Research, scommettere contro Ether potrebbe essere una strategia per coprirsi dall’avanzata di Bitcoin. La società fa notare che molte aziende legate a ETH stanno finendo le risorse liquide, mettendo in discussione la narrativa della “tesoreria digitale” che aveva spinto l’accumulo nei mesi scorsi.
BitMine e la frenata delle tesorerie ETH
Un caso emblematico è quello di BitMine: alcune tesorerie hanno permesso alle istituzioni di comprare ETH a prezzi bassi, per poi rivenderlo al dettaglio con margini alti. Un meccanismo che, secondo i ricercatori, sta perdendo slancio. Nel quarto trimestre gli afflussi verso le tesorerie Ether delle aziende hanno rallentato, dopo un +124% nel trimestre precedente. Eppure BitMine continua a comprare: il 10 novembre ha portato il proprio saldo a 3.505.723 ETH, aggiungendone altri 110.288 in un solo giorno.
Due criptovalute, due destini
In sostanza, il report Glassnode-Keyrock disegna un quadro chiaro: due asset con ruoli e dinamiche sempre più distanti. Bitcoin si conferma una sorta di cassaforte digitale, mentre Ether è il motore dell’innovazione onchain. Le interpretazioni non mancano e il dibattito tra esperti è acceso. Ma una cosa sembra certa: le strade delle due criptovalute più importanti sono destinate a separarsi ancora di più.
