New York, 16 novembre 2025 – Bitcoin ha toccato il suo minimo degli ultimi sei mesi, scendendo a 94.590 dollari venerdì scorso. Dopo una settimana difficile per il settore tecnologico e un generale calo dell’appetito per il rischio tra gli investitori, la criptovaluta ha perso l’11% da lunedì. Ora gli operatori si chiedono: il mercato ha già girato pagina o la pressione ribassista continuerà?
Bitcoin zavorrato dalla crisi del tech e da vendite mirate
Gli esperti puntano il dito contro due fattori principali: la debolezza delle big tech, che ha trascinato giù anche le criptovalute, e alcune vendite strategiche di un investitore storico presente dal 2011. A complicare le cose, negli Stati Uniti sono continuati i deflussi dagli ETF spot su Bitcoin. In soli due giorni, sono usciti circa 1,15 miliardi di dollari. Non è molto rispetto agli asset totali, meno dell’1%, ma è un chiaro segnale di prudenza.
Il calo ha fatto scattare la chiusura forzata di posizioni long con leva per quasi 900 milioni di dollari, meno del 2% dell’interesse aperto totale. Un numero importante, ma che non ha sconvolto il mercato. Per capire la differenza, basti pensare al crollo del 10 ottobre, quando una liquidità molto bassa ha fatto precipitare l’open interest dei futures di Bitcoin del 22%.
Inflazione e incertezza tengono tutti sulla corda
Sul fronte economico, torna la paura di una nuova fiammata dell’inflazione. Dopo l’annuncio di Donald Trump di tagliare i dazi per contrastare l’aumento dei prezzi alimentari, gli analisti sono in allerta. Mohamed El-Erian, consigliere di Allianz, ha detto a Yahoo Finance che i rischi di recessione sono cresciuti, soprattutto per le famiglie con redditi bassi, alle prese con il caro-vita. “Il problema potrebbe estendersi a tutta l’economia”, ha avvertito.
Nel frattempo, il premio sui futures di Bitcoin resta stabile intorno al 4%, invariato rispetto alla settimana scorsa e ancora sotto la soglia del 5%, considerata neutrale. La domanda di leva rialzista è contenuta, ma gli esperti spiegano che questo non significa che i ribassisti siano convinti.
Trader professionali divisi sulle mosse da fare
Sulle grandi piattaforme si vedono strategie diverse. Su Binance, i cosiddetti “whale” e i market maker hanno aumentato le posizioni long da mercoledì, sfruttando il calo sotto i 100.000 dollari per comprare a prezzi più bassi. Su OKX, invece, alcuni grandi investitori hanno tagliato le posizioni rialziste dopo la rottura del supporto a 98.000 dollari, incassando perdite. Nonostante questo, il clima tra i trader professionali oggi è più ottimista rispetto a martedì.
L’AI sotto la lente e i mercati rischiosi in difficoltà
Parte della recente correzione è legata alle preoccupazioni nel settore dell’intelligenza artificiale, che aveva spinto al rialzo le azioni tech negli ultimi mesi. Michael Burry, noto investitore, ha espresso dubbi sugli effetti dei nuovi criteri di ammortamento delle apparecchiature informatiche sulle aziende tecnologiche. Amazon è stata l’unica tra i grandi nomi a ridurre la durata degli ammortamenti.
Le opzioni su Bitcoin mostrano un delta skew stabile al 10%, lontano dal picco del 16% del mese scorso. Nonostante la perdita del 24% dal massimo storico, il mercato delle opzioni sembra reggere.
Mercati ancora nervosi, cautela e attesa di segnali chiari
La correzione non ha risparmiato nemmeno le società tech con capitalizzazione sopra i 20 miliardi di dollari. CoreWeave, Ubiquiti, Nebius Group, Symbiotic e Super Micro Computer hanno perso più del 15% dal 5 novembre. Gli analisti prevedono che gli investitori continueranno a ridurre il rischio e a tenere liquidità in mano, aspettando segnali più netti sull’economia globale. In questo scenario, il prezzo di Bitcoin potrebbe rimanere sotto pressione ancora per un po’.
