Bitcoin crolla a 86.000$: dicembre inizia con un sell-off dopo un novembre nero con -17,56%

Cristina Manetti

1 Dicembre 2025

Milano, 1 dicembre 2025 – Il bitcoin, la principale criptovaluta al mondo per capitalizzazione, ha attraversato un novembre difficile, lasciando sul terreno il 17,56% del suo valore. La discesa è avvenuta a più ondate, con scambi molto intensi soprattutto nell’ultima parte del mese. Le vendite hanno accelerato bruscamente verso la fine: nelle prime ore di dicembre, il prezzo è scivolato fino a circa 86.000 dollari, secondo i dati raccolti dalle piattaforme più usate come Coinbase e Binance.

Il calo e le sue cause: vendite a catena e incertezze crescenti

La correzione si è sviluppata per gradi, spinta da diversi fattori che si sono sommati uno dietro l’altro. Paolo Leoni, responsabile delle ricerche sui digital asset di Intesa Sanpaolo, ha spiegato come “le prese di profitto dopo il rally di ottobre abbiano innescato una spirale al ribasso, poi alimentata dalle liquidazioni con leva sulle principali piattaforme”. Nel corso della seconda metà del mese, soprattutto, c’è stata una pressione aggiuntiva dovuta alle vendite da parte di grandi portafogli istituzionali.

A mettere pressione ha contribuito anche qualche notizia dagli Stati Uniti. La Federal Reserve ha fatto capire che la stretta sui tassi potrebbe durare più a lungo del previsto. Tra il 14 e il 20 novembre questo ha fatto crescere la diffidenza degli investitori verso asset più rischiosi come il bitcoin e altre criptovalute meno solide.

Dati e reazioni dal mercato: numeri chiari, sentiment incerto

Il risultato finale è netto: da circa 104.000 dollari all’inizio di novembre, il bitcoin è sceso sotto gli 86.500 dollari entro fine mese. Così sono stati spazzati via quasi tutti i guadagni accumulati durante l’estate e le prime settimane d’autunno. “Ci si aspettava una correzione dopo il rally, ma questa forza ha preso molti alla sprovvista”, racconta un investitore privato nelle chat Telegram che si fa chiamare ‘MaxBTC’. Anche le altre criptovalute principali come Ethereum e Solana hanno seguito la stessa strada, perdendo tra il 12% e il 15%.

Secondo Glassnode, nelle ultime 48 ore di novembre sono stati liquidati derivati su bitcoin per circa 1,1 miliardi di dollari, complice una caduta improvvisa sotto soglie tecniche chiave (prima i 90 mila dollari, poi gli 88 mila). “Le margin call sono partite una dopo l’altra”, spiegano operatori dalla sede milanese di Bitpanda.

Cosa significa per investitori e mercato

Molti piccoli risparmiatori si dicono preoccupati. Nei forum italiani su Reddit dedicati alle criptovalute utenti come ‘CryptoLuca83’ lamentano: “Questa volatilità è diventata insopportabile. Ogni mese si spera in una ripresa e invece…” La paura di altri cali resta forte, soprattutto dopo che la barriera psicologica dei 90 mila dollari è stata superata senza quasi opposizione.

Dal lato dei grandi investitori istituzionali invece molti fondi che avevano comprato tra settembre e ottobre hanno iniziato a tagliare le proprie posizioni. Lo mostrano i report settimanali di CoinShares. In Europa – riferiscono fonti vicine a Deutsche Bank – “l’umore sul settore crypto resta fiacco e cauto”.

Scenari per dicembre: dubbi e attese

L’avvio del nuovo mese non porta novità positive. Anzi: nelle prime ore di dicembre il prezzo del bitcoin si aggirava intorno agli 86.200 dollari, con volumi ancora alti (oltre 42 miliardi nelle prime dieci ore). Carlo Arduini, consulente per digital asset a Zurigo, commenta così: “Finché le banche centrali manterranno prudenza sui tassi e i flussi sugli ETF crypto non riprenderanno vigore sarà dura vedere un recupero stabile”.

Ora tutti gli occhi sono puntati sulla Federal Reserve: il prossimo incontro è fissato per il 17 dicembre. Attenzione anche ai grandi fondi americani come BlackRock e Grayscale. In Asia invece c’è cautela: Tokyo e Hong Kong hanno registrato un calo degli scambi spot intorno al 9% rispetto al mese scorso.

La sensazione generale? “Un mercato sospeso che cerca un nuovo equilibrio senza fretta”, sintetizza un gestore lombardo che preferisce non farsi riconoscere. Solo con la fine dell’anno si potrà capire se questo novembre sarà stato solo una battuta d’arresto o l’inizio di una fase più lunga di correzione per il mondo delle criptovalute.

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