Bitcoin bloccato vicino a 90.000$: i grafici chiave da monitorare nel 2026 per prevedere il prossimo grande movimento

Salvatore Broggi

31 Dicembre 2025

Milano, 31 dicembre 2025 – Gli occhi degli analisti di mercato sono puntati su tre indicatori chiave: i famigerati “gold fractals”, la heatmap del costo base di Bitcoin e le medie mobili a lungo termine. Chi segue da vicino il mondo delle criptovalute cerca di capire, o almeno intuire, dove potrà andare il prezzo di Bitcoin nei mesi a venire, soprattutto con un 2026 che molti considerano un anno potenzialmente decisivo.

Le somiglianze tra oro e Bitcoin: cosa sono i gold fractals

Tra gli esperti spicca l’analista americano Peter Brandt, che da tempo sottolinea come il ciclo dell’oro negli anni Duemila abbia diversi punti in comune con quello attuale del Bitcoin. Si parla appunto di “gold fractals”, ovvero schemi grafici che si ripetono in modo simile – non identico – tra il metallo prezioso e la criptovaluta più famosa. Brandt sostiene che “ci sono momenti nel grafico di Bitcoin che ricordano molto quelli dell’oro tra il 2001 e il 2011”. Coincidenza? Difficile dirlo.

Il termine “frattale” indica forme che si ripetono a diverse scale. Secondo questa idea, se l’oro ha attraversato una lunga fase di accumulo prima di una crescita costante, anche Bitcoin potrebbe andare nella stessa direzione. Naturalmente, oggi il quadro è cambiato: nuovi investitori, più presenza delle istituzioni e regolamentazioni più stringenti. Ma per chi studia i mercati, queste analogie restano un punto di riferimento importante.

La heatmap del costo base: la mappa degli investitori

Per capire dove potrebbe andare il Bitcoin nel 2026, uno degli strumenti preferiti dagli analisti è la cosiddetta cost basis heatmap. Si tratta di una mappa che mostra quasi in tempo reale a quali prezzi gli investitori hanno comprato le loro posizioni. Ogni fascia di prezzo viene colorata in base al numero di wallet attivi in quella zona.

Dati recenti della società di analisi Glassnode evidenziano come negli ultimi sei mesi ci sia stata una forte concentrazione di acquisti tra i 38.000 e i 45.000 dollari. Un livello che, secondo Glassnode, “potrebbe diventare un vero supporto psicologico per chi detiene Bitcoin da tempo”. Se il prezzo dovesse tornare vicino a questa soglia nel 2026 – come ipotizzato da qualcuno – potremmo assistere a nuove ondate sia di acquisto sia di vendita.

A sottolineare l’importanza di questa fascia c’è anche l’economista Lyn Alden, fondatrice della sua società di ricerca: “Molti portafogli a lungo termine sono concentrati proprio in quell’area. È lì che potrebbe scatenarsi volatilità o resistenza”.

Medie mobili a lungo termine: un faro nel mare mosso

Un altro strumento molto seguito dagli analisti tecnici sono le medie mobili a 200 e 400 settimane, spesso usate per capire quando può arrivare un cambio di tendenza. Il concetto è semplice: se il prezzo del Bitcoin scende sotto queste medie a lungo termine, spesso si scatena una reazione negativa (vendite o panico). Al contrario, superarle con forza è spesso l’inizio di un rialzo.

A fine dicembre 2025 la media a 200 settimane si aggira attorno ai 34.000 dollari; quella a 400 settimane sfiora i 20.000. Tenendo conto che nelle ultime ore Bitcoin viaggia sopra i 44.000 dollari, l’analista italiano Michele Bertocchi osserva come “ci sia ancora spazio per una correzione tecnica”, ma solo un ritorno verso quei valori più bassi metterebbe davvero in allarme gli investitori istituzionali.

Verso il 2026: aspettative e dubbi

E allora, cosa ci aspetta per l’anno nuovo? Nessuno ha certezze assolute, ma qualche scenario è già sul tavolo. “Fare previsioni sul lungo periodo è sempre difficile”, spiega Bertocchi, “ma guardare segnali come i gold fractals, la heatmap del costo base e le medie mobili può almeno darci qualche indicazione per orientarci”.

In queste settimane sulle piattaforme più usate – da Binance a Coinbase – l’atmosfera resta prudente. Nonostante le oscillazioni quotidiane, il mercato sembra attendere nuovi input: dati macro dagli Stati Uniti, possibili mosse della SEC e i grandi movimenti delle balene.

Per ora chi studia i cicli finanziari preferisce affidarsi ai grafici più che ai rumor sui social. Solo nei prossimi mesi – forse proprio nel corso del 2026 – scopriremo se questi segnali avranno davvero indicato la strada giusta per il futuro del Bitcoin.

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