Bitcoin a rischio crollo sotto i 50.000$ entro il 2028 senza protezione quantistica, avverte Capriole

Salvatore Broggi

17 Dicembre 2025

Milano, 17 dicembre 2025 – Ieri Charles Edwards, fondatore della società di investimento Capriole, ha lanciato un allarme che ha fatto rumore nel mondo delle criptovalute: il Bitcoin potrebbe perdere terreno fino a scendere sotto i 50.000 dollari entro il 2028, a meno che non si trovi in fretta una soluzione di sicurezza capace di resistere agli attacchi quantistici. L’avvertimento è arrivato durante un incontro online seguito da diversi operatori del settore tra Londra, Zurigo e Singapore. Da quel momento la comunità finanziaria si è interrogata – con una certa preoccupazione – su come si evolverà questa sfida tecnologica che mette a rischio la blockchain.

Computer quantistici in arrivo: un pericolo per la sicurezza

Nel suo intervento, Edwards ha rimarcato come la tecnologia quantistica, ancora sperimentale nei più grandi laboratori al mondo, potrebbe mettere in crisi le chiavi crittografiche su cui si regge Bitcoin. «Se non arriviamo presto a una patch resistente ai quantistici, il rischio per la sicurezza degli asset digitali crescerà molto prima di quanto immaginiamo», ha spiegato il manager australiano. Il problema è che – secondo diversi studi usciti negli ultimi due anni – i futuri computer quantistici potrebbero rompere le chiavi tradizionali in tempi rapidissimi, annullando così il vantaggio tecnico finora garantito dalle criptovalute.

Non è solo teoria. Giganti come IBM e Google lavorano da tempo su processori quantistici; un report dell’Università di Tokyo pubblicato a settembre parla di una soglia critica da raggiungere entro i prossimi cinque anni. Per questo l’allarme di Capriole ha acceso il dibattito tra sviluppatori, investitori e piattaforme di scambio. «Serve cambiare passo, e subito», ha ammesso Edwards.

Cosa rischiano i prezzi e come reagiscono i mercati

Se la minaccia dovesse farsi reale senza contromisure efficaci, il colpo al prezzo del Bitcoin potrebbe essere pesante. «Gli investitori corrono ai ripari non appena sentono puzza di rischio sulla sicurezza», commenta l’analista svizzero Lars Roth, contattato da alanews.it dopo la nota di Capriole. Roth sottolinea che i grandi fondi, già molto attenti alle oscillazioni, potrebbero anticipare le vendite se percepiscono segnali di debolezza strutturale.

Secondo CoinGecko, negli ultimi dodici mesi il prezzo medio del Bitcoin è rimasto sopra i 60.000 dollari. Ma tutto potrebbe cambiare in fretta se dovesse vacillare la fiducia nella sicurezza dei portafogli digitali. «Qui basta una notizia ben motivata per muovere milioni in pochi minuti», spiega un trader attivo a Londra. Per ora gli indici sono stabili, ma tutti tengono gli occhi puntati sulle dichiarazioni delle principali società d’investimento.

La corsa agli aggiornamenti: una sfida tecnica globale

La via d’uscita, secondo Edwards e molti altri nel settore, passa dall’adozione di una patch crittografica resistente ai quantistici che mantenga intatta la promessa di sicurezza di Bitcoin. Sviluppatori indipendenti e gruppi come Blockstream hanno già iniziato a lavorarci sopra. Però – dice lo stesso Edwards – «servirà tempo e un ampio consenso nella comunità» prima che diventi uno standard.

Nel frattempo alcune startup tra Zurigo e San Francisco stanno testando algoritmi post-quantum basati su metodi matematici più complessi delle curve ellittiche usate finora da Bitcoin. Non sarà facile: bisogna aggiornare milioni di portafogli e fare in modo che nessuno perda i propri fondi durante il passaggio. «Servirà una campagna informativa capillare», racconta un tecnico di una piattaforma europea nota.

Esperti cauti: tempistiche ancora incerte

Non tutti però vedono nero come Capriole. «Gli sviluppatori hanno già dimostrato grande capacità d’adattamento», ricorda Federico Castelli, docente al Politecnico di Milano ed esperto in sicurezza informatica. «Il rischio c’è ed è reale, ma gli strumenti per rispondere sono già abbastanza avanzati».

Per ora quindi resta un pericolo teorico ma concreto abbastanza da far muovere chi investe e chi lavora alle soluzioni. Nei prossimi mesi capiremo quanto sarà veloce – o lento – l’intero ecosistema crittografico nel reagire. Fino ad allora tutti continueranno a seguire con attenzione l’evoluzione della tecnologia quantistica e le contromosse dei principali sviluppatori globali.

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