Ripple fornirà a BBVA i suoi servizi per la gestione sicura degli asset digitali, con un’intesa che segna un nuovo capitolo per il settore bancario europeo.
L’accordo tra Ripple e BBVA apre la strada all’adozione concreta dei servizi crypto da parte delle banche tradizionali, in un’Europa sempre più regolamentata dal MiCA.
L’Europa muove un altro passo verso l’integrazione del mondo crypto all’interno del sistema bancario tradizionale. Ripple, tra i principali attori nel settore blockchain, ha annunciato un accordo strategico con BBVA, uno dei maggiori gruppi bancari europei, per la custodia di asset digitali. Un passo che non solo rafforza la presenza di Ripple nel Vecchio Continente, ma che segna anche una svolta nella visione delle banche europee rispetto agli investimenti in criptovalute.
La partnership tra Ripple e BBVA: un nuovo standard per la custodia crypto
Ripple Custody sarà la piattaforma istituzionale utilizzata da BBVA per offrire ai propri clienti servizi di custodia sicura e scalabile di asset digitali, inclusi token e criptovalute. L’accordo è stato annunciato ufficialmente con una nota congiunta e arriva in un momento chiave: dopo l’entrata in vigore del regolamento MiCA, che ha delineato in Europa un quadro normativo chiaro per gli operatori del settore.

Cassie Craddock, managing director di Ripple per l’Europa, ha dichiarato:
“Ora che MiCA è attivo in tutta Europa, le banche della regione sono incoraggiate a offrire servizi legati agli asset digitali che i clienti richiedono. BBVA è stata una delle banche più innovative nella regione e siamo orgogliosi di supportare le sue ambizioni con il sistema di custodia più compliant e sicuro sul mercato.”
L’intesa con BBVA non arriva però dal nulla. Ripple ha già collaborazioni attive con Garanti BBVA in Turchia e con BBVA Svizzera, dove sono attivi servizi di trading e custodia crypto. La novità è che ora questa sinergia si sposta sul territorio europeo con una prospettiva più ampia e regolamentata.
Il contesto europeo: crypto e banche sempre più vicine
L’arrivo del regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) ha rappresentato un punto di svolta per l’intero ecosistema crypto europeo. Le banche tradizionali – spesso finora rimaste ai margini – iniziano ad attrezzarsi per offrire servizi finanziari legati alle criptovalute, sfruttando l’onda lunga della normativa comunitaria, che punta su trasparenza, sicurezza e tutela dell’investitore.
BBVA è uno dei primi grandi gruppi bancari ad avviare una collaborazione di alto profilo con un player crypto per la custodia istituzionale degli asset digitali. E lo fa in un momento in cui anche altri colossi del credito, come Deutsche Bank, Société Générale e BNP Paribas, stanno valutando o hanno già avviato iniziative analoghe, affidandosi a operatori esterni per gestire l’infrastruttura tecnologica.
Custodire crypto in modo sicuro non è un’attività semplice né economica: per questo le banche preferiscono rivolgersi a soggetti specializzati, capaci di garantire scalabilità, compliance normativa e difese anti-hacking di livello enterprise. Ripple, forte anche delle sue recenti acquisizioni nel settore della custodia digitale, si è posizionata come una delle soluzioni più affidabili per gli istituti europei.
Nel frattempo, il mercato ha reagito con ottimismo alla notizia: il token XRP di Ripple ha fatto segnare una crescita superiore alla media, seguendo un trend positivo che negli ultimi mesi ha coinvolto anche Solana e altri progetti con casi d’uso concreti.
Il segnale lanciato da BBVA: la finanza tradizionale cambia volto
La mossa di BBVA è tutt’altro che marginale. Parliamo di un gruppo con milioni di clienti in Spagna, America Latina e in altri mercati europei, e con una visione da sempre orientata all’innovazione tecnologica. Offrire servizi di custodia crypto attraverso un’infrastruttura come quella di Ripple vuol dire aprire le porte a una clientela retail e istituzionaleche oggi chiede con forza accesso sicuro agli asset digitali.
Non è escluso che nei prossimi mesi altri paesi dove BBVA è attiva – come Italia, Portogallo e Francia – possano vedere l’espansione di questi servizi. Il passo compiuto oggi in Europa potrebbe diventare un modello replicabile per l’intero settore bancario del continente.
Questa nuova fase nella relazione tra banche e crypto dimostra come le criptovalute non siano più viste come una minaccia, ma come un’opportunità da integrare nei portafogli di servizi finanziari tradizionali. E in un contesto di tassi ancora elevati e ricerca di nuove fonti di rendimento, gli asset digitali custoditi in modo sicuro potrebbero diventare centrali per l’offerta bancaria del futuro.