Arrivano i nuovi chip Ascend: Huawei rilancia sull’intelligenza artificiale

Huawei

Huawei. Fonte foto www.wikipedia.org-cryptohack.it

Franco Vallesi

24 Settembre 2025

Huawei rilancia sull’intelligenza artificiale con chip e supercomputer di nuova generazione per aggirare le restrizioni USA.

La Cina risponde alle restrizioni statunitensi sull’export tecnologico con una strategia ambiziosa: costruire un’infrastruttura AI interamente autonoma. Al centro di questa visione c’è Huawei, che ha appena presentato un nuovo arsenale di chip e supercomputer capaci di competere con le soluzioni di Nvidia.

Durante la conferenza Huawei Connect 2025 di Shanghai, l’azienda ha annunciato quattro nuovi processori Ascendper l’intelligenza artificiale e due supercluster di calcolo tra i più potenti mai realizzati. Il messaggio è chiaro: la Cina vuole emanciparsi dai semiconduttori occidentali e creare una rete di potenza computazionale indipendente, su scala nazionale.

I nuovi chip Ascend e i supercomputer Atlas: la spina dorsale dell’AI cinese

Huawei ha rivelato il piano completo per la nuova generazione di chip Ascend, processori progettati per applicazioni AI avanzate. Dopo il lancio del 910C all’inizio dell’anno, il gruppo prevede l’uscita graduale dei nuovi modelli: Ascend 950nel 2026, Ascend 960 nel 2027, e infine l’Ascend 970 nel 2028. Questi chip rappresentano un’evoluzione progressiva in termini di efficienza, consumo energetico e capacità di calcolo.

Ma il vero salto di scala arriva con la nuova generazione di sistemi Atlas, i supercomputer di casa Huawei. Il modello Atlas 950 sarà composto da 8.192 chip, mentre l’Atlas 960 raggiungerà 15.488 chip, rendendoli tra i supercluster più potenti mai costruiti. Per avere un riferimento, il precedente Atlas 900 integrava “solo” 384 Ascend 910C.

Huawei palazzo
Huawei, immagine palazzo della compagnia. Fonte foto www.wikipedia.org-cryptohack.it

Ogni supercluster adotta una struttura modulare, organizzata in superpod e supernodi, tutti basati su chip Ascend. Questo approccio consente una scalabilità estrema e la possibilità di adattare i sistemi a diversi contesti industriali: manifattura, telecomunicazioni, sanità, e non solo.

Secondo Huawei, oltre 300 supernodi Atlas 900 A3 sono già stati distribuiti a più di venti clienti cinesi. L’azienda prevede che i nuovi supercomputer saranno centrali per potenziare i sistemi di intelligenza artificiale in tutta la Cina.

Un piano per l’indipendenza tecnologica: la risposta cinese ai divieti USA

Le nuove tecnologie AI di Huawei si inseriscono in un contesto geopolitico molto teso. Le restrizioni statunitensi sull’export di chip avanzati, in particolare dei modelli NVIDIA H100 e H200, hanno spinto Pechino a sviluppare soluzioni interne per evitare i colli di bottiglia imposti dall’Occidente.

Nonostante il tentativo di Nvidia di aggirare le restrizioni con versioni depotenziate dei suoi chip, come gli A800 e H800, la Cina ha risposto con nuove indagini antitrust nei confronti dell’azienda americana, accusata di abuso di posizione dominante.

Huawei, dal canto suo, non nasconde le proprie ambizioni. Xu Zhijun, dirigente del colosso di Shenzhen, ha dichiarato che già nel 2026 i prodotti Huawei potranno competere a pieno titolo con le soluzioni di Nvidia, aprendo di fatto una nuova era per l’hardware AI cinese.

Un ruolo centrale lo giocano le memorie ad alta larghezza di banda sviluppate internamente, che consentono a Huawei di ridurre la dipendenza da fornitori stranieri, in particolare statunitensi e sudcoreani. In un’epoca in cui i chip sono diventati una risorsa strategica globale, l’autosufficienza tecnologica è oggi uno degli obiettivi principali del governo cinese.

Nel 2025, secondo stime interne, Huawei punta a raddoppiare la capacità di calcolo delle sue infrastrutture AI, portandola oltre i 200 exaFLOPS su scala nazionale. La strategia prevede la diffusione di questi supercluster nei centri di calcolo provinciali, creando una rete decentralizzata e altamente resiliente.

Le implicazioni sono enormi, non solo in ambito industriale, ma anche militare, accademico e sanitario. La capacità di analizzare dati in tempo reale su scala massiva potrebbe trasformare la gestione di fenomeni complessi come la climatologia, la gestione del traffico, o l’ottimizzazione delle risorse energetiche.

In un mondo sempre più spaccato tra blocchi tecnologici, Huawei rappresenta la carta cinese per mantenere competitività e controllo sulle infrastrutture del futuro. La sfida ai giganti americani è ormai aperta.

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