Buenos Aires, 8 dicembre 2025 – La Banca Centrale dell’Argentina sta pensando in queste ore di togliere le restrizioni imposte al mondo delle criptovalute. Se la decisione sarà confermata, le principali banche del Paese potranno di nuovo offrire servizi legati agli asset digitali. La notizia è filtrata da fonti interne all’istituto di Avenida Reconquista e, secondo Bloomberg, il tema è già al centro delle discussioni del comitato direttivo.
Le regole cambiano: cosa succede ora nel sistema bancario argentino
Fino a oggi, le banche argentine avevano il freno a mano tirato. Dal maggio 2022, dopo una serie di allarmi lanciati dalla BCRA e dall’UIF, era stata stretta la morsa su ogni attività legata alla compravendita o custodia di criptovalute. La motivazione? I rischi connessi al riciclaggio e all’instabilità dei mercati digitali. All’epoca il governatore Miguel Pesce spiegava così: “Serve proteggere i risparmi dei cittadini ed evitare scossoni improvvisi nei mercati”.
Oggi però lo scenario sembra mutato. L’inflazione resta alta (a novembre si è attestata su un +148% annuo), ma dà segni di rallentamento. E soprattutto il nuovo governo guidato da Javier Milei – insediatosi da appena un anno – ha più volte ribadito la volontà di spingere sull’innovazione finanziaria, parlando apertamente di una “apertura responsabile”.
Il peso del mercato cripto in Argentina
Non è un caso che proprio ora si torni a parlare di cripto. In Argentina, dicono i dati dell’agenzia Chainalysis, quasi il 30% degli adulti ha avuto a che fare con Bitcoin, Ethereum o stablecoin come USDT. Un dato che supera nettamente la media globale.
Nelle grandi città – Buenos Aires, Córdoba, Rosario – sono ormai migliaia i piccoli negozi che accettano pagamenti in criptovalute. Le piattaforme locali (da Lemon Cash a Belo) continuano a crescere negli utenti. “In tempi difficili – spiegava già nel 2023 Sergio Tufró, analista fintech – la gente cerca alternative al peso, sempre più debole contro il dollaro”.
Bancomat digitali e nuove opportunità per le banche
Le prime indiscrezioni dalla Banca Centrale dicono però che la revoca delle restrizioni non sarà automatica né totale. Si parla di nuove regole più stringenti: solo le banche che garantiranno sicurezza e trasparenza potranno offrire wallet custodial, piattaforme di trading o pagamenti in cripto.
Banco Galicia e BBVA Argentina si sono già detti “pronti a lavorare con il regolatore per offrire prodotti sicuri”. E fonti interne confermano l’arrivo imminente di sportelli fisici dedicati all’acquisto e vendita di criptovalute, oltre a bancomat per prelievi diretti in stablecoin.
Le reazioni degli operatori e i dubbi sulla sicurezza
La notizia ha subito acceso il dibattito nel mondo fintech. Marcos Zocaro, fiscalista e autore del libro “Cripto en Argentina”, parla di “passo necessario per non restare indietro rispetto al resto del mondo”. Più prudente Gustavo Neffa, consulente finanziario: “Il problema resta la trasparenza e il rischio frodi – dice – serve una normativa chiara che protegga sia le banche sia i clienti”.
Il nodo più delicato resta quello della tracciabilità dei fondi e delle norme anti-riciclaggio. Fonti della UIF assicurano che la vigilanza sarà rafforzata e che ogni operazione dovrà passare solo attraverso piattaforme certificate. Altrimenti scatteranno sanzioni “senza eccezioni”.
Il ruolo internazionale dell’Argentina nel mercato cripto
Se le regole cambieranno davvero, l’Argentina potrebbe tornare protagonista nel mercato cripto sudamericano. Un settore dove Colombia, Brasile e Cile stanno già ammorbidendo le loro norme. Secondo un report del MIT Technology Review dello scorso novembre, “aprire il sistema bancario tradizionale alle criptovalute è una tappa fondamentale per l’inclusione finanziaria in America Latina”.
Ora resta da vedere come sarà il testo definitivo della riforma e soprattutto come reagiranno i mercati nei prossimi mesi. Molti cittadini chiedono chiarezza: Sebastián Rodríguez, piccolo commerciante di Palermo incontrato stamani davanti alla sua bottega, non ha dubbi: “Basta incertezze, vogliamo strumenti nuovi per proteggere i nostri risparmi”.
A Buenos Aires si aspetta la prossima mossa della Banca Centrale, mentre il dibattito resta acceso. Stavolta la decisione potrebbe davvero cambiare volto alla finanza argentina.
