App Store di ChatGPT: guida completa su cos’è e come funziona la nuova piattaforma AI

Giulio Righi

20 Dicembre 2025

Milano, 20 dicembre 2025 – ChatGPT, creato da OpenAI e arrivato sul mercato nel novembre 2022, ha subito una trasformazione veloce e profonda. In pochi anni è diventato molto più di un semplice assistente digitale. Oggi la piattaforma è usata nelle scuole, negli uffici e persino nelle piccole imprese, dimostrando una flessibilità che — secondo gli esperti — ha cambiato il modo in cui milioni di persone affrontano lo studio, la produttività e perfino la creatività.

Non solo parole: un’evoluzione continua

All’inizio, sembrava uno strumento semplice: dare risposte testuali chiare e rapide. “Quando è uscito, era comodo per cercare informazioni al volo”, racconta Sara Volpi, insegnante di lettere in una scuola superiore di Brescia. Ma già dopo qualche mese gli utenti hanno scoperto altro: riassunti su misura, quiz per allenarsi prima delle interrogazioni, spiegazioni per concetti difficili. La linea tra motore di ricerca e vero “compagno di scrivania” si è assottigliata. In tanti hanno iniziato a usarlo anche per organizzare il tempo, fare liste di cose da fare o chiedere consigli per email e presentazioni. “Non pensavo sarebbe diventato un supporto così quotidiano”, ammette Volpi.

L’intelligenza artificiale entra in azienda

Con il passare dei mesi, molte aziende hanno iniziato a mettere dentro ChatGPT i loro processi interni. Un dato su tutti: secondo un’indagine di Doxa uscita a ottobre 2025, quasi il 47% delle piccole e medie imprese italiane usa abitualmente soluzioni basate su modelli linguistici per migliorare la produttività. Dalla stesura di comunicati alla correzione di report, fino all’automatizzazione delle risposte alle email più frequenti. “Siamo partiti per curiosità — spiega Marco Lancellotti, responsabile IT in una società di consulenza milanese — oggi risparmiamo ore preziose ogni settimana”.

Ma non è tutto. Anche nei lavori più creativi come l’editoria o il design grafico, l’assistente digitale aiuta a trovare idee o a verificare informazioni rapidamente. Alcuni giornalisti confessano di usarlo per scovare fonti o superare il blocco dello scrittore.

Dalla scuola alle case: l’IA entra nella vita quotidiana

Oltre agli uffici e alle scuole, ChatGPT si sta facendo strada anche nelle case degli italiani. Una svolta importante — racconta il sociologo Gianni Pellegrini al convegno “AI e società” di Torino — riguarda il suo ruolo nell’organizzazione domestica. “Genitori che lo usano per pianificare la spesa settimanale, studenti che ricevono spiegazioni personalizzate sui compiti, adulti che si affidano all’IA per scrivere lettere o curriculum”.

Secondo un sondaggio Ipsos realizzato per il Centro Studi Digitali, quasi il 60% degli italiani tra i 18 e i 44 anni ha utilizzato ChatGPT almeno una volta nell’ultimo mese. Alcuni addirittura lo fanno quasi tutti i giorni.

Dubbi aperti e sfide sul tavolo

Naturalmente non mancano dubbi. La questione della privacy resta calda soprattutto tra insegnanti e lavoratori della pubblica amministrazione. “Serve chiarezza su come vengono gestiti i dati”, sottolinea l’esperto di diritto digitale Andrea Marchini, intervistato giovedì scorso a Roma. Nei ministeri sono arrivati diversi dossier tecnici: si discute di regole più precise, formazione per un uso consapevole e limiti nell’integrazione nelle scuole.

Nonostante tutto — e in attesa delle nuove norme previste nei prossimi mesi — i segnali sono chiari. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, la spesa in Italia sui servizi legati all’intelligenza artificiale ha superato i 2 miliardi di euro nel 2025, crescendo del 22% all’anno. Numeri che mostrano come la rivoluzione tecnologica sia ormai avviata.

Verso un futuro sempre più smart

Guardando avanti, con aggiornamenti continui e novità annunciate da OpenAI (come una versione capace di riconoscere immagini e voce), il ruolo di ChatGPT sembra destinato ad allargarsi ancora. Non sarà solo uno strumento per risposte rapide ma un aiuto concreto in tante attività diverse: dalla didattica all’organizzazione del lavoro, dalla creatività alle faccende quotidiane.

A tre anni dal debutto, insomma, questa piattaforma nata quasi in sordina è ormai parte della vita digitale italiana. Non più solo un generatore di testi: un compagno silenzioso che plasma abitudini e routine spesso senza che ce ne accorgiamo davvero.

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