Animoca Brands Yat Siu: Il 2026 sarà l’anno della svolta per i token utility nella crypto

Salvatore Broggi

28 Dicembre 2025

Milano, 28 dicembre 2025 – Il 2025 ha segnato un anno di alti e bassi per il mondo delle criptovalute. Tra speranze accese e delusioni brusche, il mercato ha vissuto una fase piuttosto turbolenta. Da una parte, l’attesa spasmodica per le elezioni americane del novembre 2024 aveva acceso le aspettative degli investitori. In molti credevano che una vittoria di Donald Trump avrebbe spinto il Bitcoin verso nuovi record, riportando fiducia sui mercati digitali. Dall’altra, però, la realtà è stata ben diversa. Oggi, a fronte dei dati di CoinMarketCap delle 9:00, il prezzo del Bitcoin segna una netta flessione rispetto ai massimi raggiunti a giugno. Nel frattempo, chi ha puntato sulle memecoin sta ancora facendo i conti con le perdite.

Il grande gioco del 2025: scommesse su Trump e oro digitale

Nei mesi che hanno preceduto le elezioni americane, l’atmosfera si è fatta incandescente. Numerosi fondi e trader singoli hanno puntato tutto sulla coppia Trump–crypto. L’idea era semplice: un ritorno di Trump alla Casa Bianca avrebbe portato regolamentazioni più favorevoli al settore. “Meno controllo pubblico, più spazio all’innovazione”, aveva spiegato a marzo a Bloomberg James Harlan, gestore del BitAlpha Fund. Questo clima ha scatenato acquisti massicci sia su Bitcoin che su alcune altcoin considerate “patriottiche”.

L’effetto è stato evidente soprattutto tra aprile e giugno: i volumi sulle principali piattaforme di scambio sono tornati a livelli che non si vedevano dal 2021. Ma già da settembre sono arrivate le prime battute d’arresto. Come ha sottolineato ieri Giulia Resta, analista di eToro Italia, “il mercato pensava che tutto sarebbe cambiato a novembre, ma la realtà è stata molto diversa”.

Bitcoin crolla, memecoin in crisi nera

I numeri non lasciano spazio a dubbi: dopo aver toccato i 89.200 dollari il 15 giugno, il valore del Bitcoin ha iniziato a scendere in modo costante. Oggi si aggira intorno ai 41.500 dollari, quasi la metà rispetto al picco estivo. Peggio ancora è andata ai token nati sull’onda dell’entusiasmo – le cosiddette memecoin – che hanno perso anche l’80-90% del loro valore.

Ieri pomeriggio sui social sono arrivate testimonianze amare di piccoli investitori: “notte insonne” e “portafoglio dimezzato” sono state le espressioni più ricorrenti. Marco (nome di fantasia), 28 anni, ha raccontato su un forum Reddit italiano: “Ho comprato DogeTrump a maggio, l’ho visto triplicare in poche settimane e poi crollare senza riuscire a vendere in tempo”.

Il problema non riguarda solo chi investe poco: secondo Glassnode, nelle ultime due settimane oltre 700 milioni di dollari sono andati persi in liquidazioni forzate su Futures e opzioni legate ai principali memecoin.

La voce di Yat Siu: serve concretezza

In questo clima difficile si è fatta sentire una voce autorevole: quella di Yat Siu, fondatore della società di investimenti Animoca Brands, specializzata in giochi blockchain e NFT. In un’intervista rilasciata ieri sera a CNBC Asia non ha usato mezzi termini: “Ora che la narrazione politica è fallita – ha detto – l’unica strada per il settore delle criptovalute è creare utilità reale”.

Siu non è il solo a pensarla così. Molti imprenditori nel campo concordano sull’importanza di puntare su progetti concreti per superare la fase delle mode passeggere. Secondo lui solo così si potranno vedere iniziative in grado di resistere nel tempo: “Il ciclo degli slogan pro-crypto legati ai politici è finito. Senza valore concreto – piattaforme facili da usare e servizi affidabili – il pubblico se ne va”. Animoca stessa sta lavorando su una piattaforma “multi-game” pensata per chi non conosce bene questo mondo.

Trump–crypto: cosa rimane della bolla?

Con l’anno ormai agli sgoccioli si tirano le somme. L’idea di legare il destino delle criptovalute alle elezioni americane si è dimostrata fragile e passeggera. Gli analisti guardano già al futuro: per il 2026 si prevede meno hype legato alle scelte politiche e più attenzione agli effetti concreti della tecnologia.

Secondo CoinDesk Italia almeno venti progetti blockchain avviati nel primo semestre del 2025 hanno già annunciato chiusura o sospensione delle attività. La stagione delle “criptovalute meme”, nate più per gioco o provocazione che per reale innovazione, sembra davvero giunta alla fine.

2026 alle porte: serve concretezza o sarà l’ultimo giro

Molti esperti concordano su una cosa importante: dopo questo periodo di speculazioni sfrenate le criptovalute dovranno dimostrare davvero il loro valore sul campo. Non bastano più ad essere solo asset volatili o strumenti per scommettere sulle mosse dei politici.

Le piattaforme più solide stanno già modificando i loro servizi per rispondere ai nuovi regolamenti della SEC americana entrati in vigore lo scorso 10 novembre, che richiedono più trasparenza e garanzie sugli asset digitali.

A chiudere con lucidità la riflessione ci pensa un giovane sviluppatore italiano durante un panel sulla blockchain a Torino: “Forse stavolta la lezione ci resta impressa davvero. O costruiamo valore vero o questa festa finisce qui”.

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