Roma, 18 novembre 2025 – Bitcoin non corre rischi concreti dai computer quantistici almeno per i prossimi venti, forse quaranta anni. A dirlo è Adam Back, crittografo britannico e punto di riferimento tra i cypherpunk, citato persino nel white paper di Satoshi Nakamoto. Rispondendo a un utente su X il 15 novembre, Back ha spiegato che la principale criptovaluta mondiale non sarà vulnerabile a breve: “Probabilmente no per 20-40 anni”. Ha aggiunto che esistono già standard di crittografia post-quantistica approvati dal National Institute of Standards and Technology (NIST), pronti per essere adottati da Bitcoin ben prima che arrivino i computer quantistici davvero potenti.
Bitcoin e la paura quantistica: cosa c’è davvero da temere
Il dibattito si è riacceso dopo un video in cui Chamath Palihapitiya, imprenditore e venture capitalist canadese-americano, ha lanciato l’allarme: secondo lui, la minaccia quantistica per Bitcoin potrebbe concretizzarsi in due-cinque anni. Palihapitiya ha spiegato che per aggirare l’algoritmo SHA-256, alla base della sicurezza di Bitcoin, servirebbero circa 8.000 qubit, un traguardo che oggi sembra ancora lontano.
In un’intervista di aprile a Cointelegraph, Back aveva detto qualcosa di curioso: la pressione dei computer quantistici potrebbe svelare se Satoshi Nakamoto, il misterioso creatore di Bitcoin, è ancora vivo. Se i computer quantistici riuscissero a rubare i Bitcoin di Satoshi, lui sarebbe costretto a muoverli su un nuovo indirizzo per non perderli.
Computer quantistici: a che punto siamo davvero
Oggi i computer quantistici sono ancora troppo instabili e rumorosi per mettere in crisi la crittografia attuale. Il primato spetta al sistema a “neutral atom” del Caltech, che ha raggiunto i 6.100 qubit fisici. Ma anche così, non basta per rompere la crittografia RSA-2048. Per quella servirebbero circa 4.000 qubit logici, cioè senza errori e rumore.
La differenza tra qubit fisici e logici è fondamentale. I 4.000 qubit logici sono un numero teorico, valido solo se non ci fossero errori. Nella realtà, ogni qubit logico richiede decine, a volte centinaia, di qubit fisici per correggere gli errori. Per esempio, l’Helios di Quantinuum ha raggiunto 98 qubit fisici e 48 logici; Atom Computing ha superato i 1.000 qubit fisici nel 2023.
Gli esperti concordano: siamo ancora lontani dal poter mettere a rischio la sicurezza delle criptovalute con la computazione quantistica. Qualcuno prevede progressi regolari, altri ipotizzano salti improvvisi, grazie ai grandi investimenti nel settore.
Il rischio nascosto: “harvest now, decrypt later”
C’è però un pericolo più sottile: gli attacchi “harvest now, decrypt later”. In pratica, oggi si raccolgono dati criptati e li si conserva, aspettando che in futuro la tecnologia permetta di decifrarli. Questo rischio riguarda soprattutto chi protegge informazioni sensibili per lunghi periodi: dissidenti politici, giornalisti, chiunque abbia bisogno che i dati restino segreti per decenni.
Per Bitcoin, la crittografia serve a garantire che solo i legittimi proprietari possano accedere ai fondi. Se la comunità si muoverà per tempo e adotterà standard resistenti ai computer quantistici, il rischio resterà sotto controllo.
Una strada già segnata: la crittografia post-quantistica
Secondo Gianluca Di Bella, ricercatore esperto in smart contract e zero-knowledge proofs, bisogna “migrare subito” verso standard post-quantistici. A Cointelegraph ha spiegato che i computer quantistici commerciali potrebbero arrivare tra dieci o quindici anni. Ma ha anche messo in guardia: “Grandi aziende come Microsoft o Google potrebbero trovare una soluzione già fra pochi anni”.
Il dibattito è aperto. C’è chi invita alla prudenza e a aggiornare i protocolli senza ritardi. Altri pensano che la minaccia sia ancora lontana. Intanto, la comunità scientifica tiene d’occhio i progressi della ricerca quantistica e i possibili effetti sulla sicurezza delle criptovalute.
Per ora, come ha ribadito Adam Back, “c’è tempo”. Ma il futuro della crittografia – e forse anche quello di Satoshi Nakamoto – resta legato ai risultati dei laboratori di tutto il mondo.
