6G, gli Stati Uniti tracciano la rotta: la Casa Bianca definisce le frequenze strategiche

La Telstra Tower

La Telstra Tower | Unsplash @Josh Withers - Cryptohack.it

Alessandro Bolzani

26 Dicembre 2025

Gli Stati Uniti rilanciano la corsa alle reti mobili del futuro con un documento ufficiale che individua le porzioni di spettro ritenute strategiche per lo sviluppo del 6G. L’iniziativa, che riprende e amplia un interesse giudicato già nelle dichiarazioni pubbliche degli anni precedenti, anticipa scelte tecniche e politiche che avranno effetto ben prima dell’effettiva commercializzazione della nuova generazione di reti, attesa a livello globale intorno al 2030.

La banda chiave: 7,125–7,4 GHz come priorità

Il fact sheet mette al primo posto la banda tra 7,125 e 7,4 GHz, considerata idonea per un impiego commerciale esteso. Oggi quella porzione dello spettro è occupata da sistemi federali; il memorandum presidenziale prevede però la loro ricollocazione e stabilisce un termine di 12 mesi per la presentazione di piani di trasferimento, con il vincolo esplicito di non compromettere la sicurezza nazionale. L’obiettivo dichiarato è liberare capacità radio utile all’industria privata e agli operatori che investiranno nelle infrastrutture 6G.

Altre frequenze in gioco: equilibrio tra copertura e prestazioni

Accanto alla banda più ambiziosa, il documento segnala anche porzioni dello spettro tra 2,69–2,9 GHz e 4,4–4,94 GHz come candidate rilevanti per il 6G. Questi intervalli sono valutati per la loro capacità di bilanciare copertura e ampiezza di canale, proprietà essenziali per servizi che promettono velocità superiori, latenze estremamente ridotte e applicazioni legate all’intelligenza artificiale, alla realtà estesa e a comunicazioni ultra-affidabili.

Tempistiche e trasferimento dei servizi federali

Il testo stabilisce una road map temporale chiara: le amministrazioni e gli enti federali che oggi occupano lo spettro individuato devono predisporre piani di ricollocazione entro dodici mesi. La richiesta è di trovare soluzioni che consentano la liberazione delle frequenze senza indebolire funzioni critiche per la sicurezza e le attività istituzionali. Si tratta di un passaggio tecnico e politico che richiederà accordi puntuali e risorse per mitigare gli impatti operativi.

Leadership industriale e concorrenza internazionale

La scelta di sbloccare rapidamente determinate porzioni di spettro è presentata come leva per attrarre investimenti e consolidare la competitività dell’industria nazionale. La lezione del 5G — dove la disponibilità dello spettro ha pesato sulle decisioni di investimento di operatori come AT&T e altri grandi gruppi — è esplicitamente richiamata: la disponibilità tempestiva delle frequenze può fare la differenza nel determinare chi guida il mercato e chi resta indietro.

Diplomazia e standard: la partita anche fuori dal territorio nazionale

Il memorandum assegna alla diplomazia un ruolo fondamentale nella strategia 6G. Viene infatti richiamata l’esigenza di promuovere la posizione statunitense nei forum internazionali che definiscono standard tecnici e armonizzano l’uso dello spettro. In questo quadro, il documento menziona il Segretario di Stato Marco Rubio — insieme ad altri esponenti dell’amministrazione — come attore chiamato a sostenere la linea americana nei tavoli multilaterali. L’intento è creare condizioni globali favorevoli agli operatori e ai produttori che adotteranno tecnologie compatibili con le scelte di spettro statunitensi.

Implicazioni per operatori, industria e innovazione

Nel complesso, la strategia annunciata mira a posizionare gli Stati Uniti come protagonista della prossima generazione di reti mobili, combinando azioni interne di gestione dello spettro con attività diplomatiche esterne per influenzare standard e regole. Per operatori e produttori significa avere un calendario più definito su cui pianificare investimenti, mentre per il mercato globale il passo anticipa un confronto su armonizzazione, interoperabilità e vantaggi competitivi legati alla disponibilità di frequenze chiave.

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