285 milioni di DOGE e +80% in Borsa: l’operazione che riaccende il legame tra azioni e crypto

Ripresa

Mentre molti token sono in attesa, Doge Coin schizza in alto grazie ad un investimento-cryptohack.it

Franco Vallesi

12 Settembre 2025

House of Doge rilancia l’interesse per le crypto in Borsa: CleanCore schizza a +80% dopo l’annuncio.

L’operazione ha trasformato CleanCore in una vera e propria treasury Dogecoin: entusiasmo alle stelle sui mercati, ma i rischi restano.

Mentre il mondo delle criptovalute cerca nuovi slanci, un’operazione inaspettata ha acceso i riflettori sul Dogecoin e sulla possibilità che nuove crypto approdino al Nasdaq attraverso le cosiddette DAT. Al centro del caso c’è House of Doge, società che ha appena annunciato un massiccio investimento in CleanCore, trasformandola in una sorta di cassa in DOGE. Il risultato? Il titolo è schizzato fino a +80% negli scambi after hours, confermando che questo meccanismo – pur controverso – riesce ancora a generare ondate speculative impressionanti.

L’operazione CleanCore e il rilancio del meccanismo DAT

Il comunicato ufficiale, diramato ieri sera, parla chiaro: 285.420.000 Dogecoin acquistati da CleanCore, per un controvalore iniziale di circa 68 milioni di dollari. Ma l’obiettivo è ancora più ambizioso: toccare 1 miliardo di DOGEin portafoglio nel giro di 30 giorni, moltiplicando l’esposizione e rendendo il titolo un punto di riferimento per chi cerca una scommessa audace nel settore crypto-azionario.

La reazione dei mercati è stata immediata: il titolo CleanCore è salito da 3,5 a 6,3 dollari durante la notte, prima di assestarsi attorno ai 5,7 dollari. Un balzo che segnala quanto l’entusiasmo per operazioni simili sia ancora vivo, specialmente quando coinvolgono criptovalute “meme” come Dogecoin, che da anni oscillano tra provocazione e opportunità.

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CleanCore investe nel Doge Coin. Ma siamo sicuri che non sia uno scam?-cryptohack.it

Dietro le quinte, il modello è quello ormai noto: acquisire società quotate ma vuote, trasformarle in veicoli crypto e sfruttare capitali raccolti via PIPE o sul mercato per iniettare token digitali a effetto virale. Un gioco che premia l’audacia e che spesso sembra ignorare ogni regola di bilancio tradizionale.

Speculazione o strategia? Perché i titoli crypto tornano a salire

Il fenomeno non è nuovo, ma ogni volta riesce a stupire. A muovere questi titoli non sono quasi mai fondamentali solidi, ma comunicati stampa ben congegnati, nomi suggestivi e la promessa di essere il primo asset crypto a sbarcare su certi palcoscenici finanziari. In questo caso è bastato annunciare una “treasury Doge” per far volare i volumi e attrarre un’attenzione rinnovata.

Nel 2025, mentre il mercato crypto prova a consolidarsi e gli ETF su Bitcoin e Ethereum hanno ormai trovato una relativa stabilità, l’interesse per operazioni alternative resta vivo. E Dogecoin, con la sua natura leggera e il supporto di community molto attive, si presta bene a essere usata come simbolo in queste manovre.

Ma conviene davvero investire?

La prudenza resta essenziale. Gli esperti mettono in guardia: queste operazioni sono spesso scollegate dai fondamentali e soggette a estrema volatilità. L’entusiasmo può far decollare i prezzi nel giro di ore, ma può anche svanire altrettanto rapidamente.

Le DAT, cioè le reverse merger di società quotate usate per portare progetti crypto sul mercato azionario, continuano a funzionare quando riescono a proporre qualcosa di inedito. E la scelta di puntare su una crypto come DOGE – che finora non aveva ancora avuto simili esposizioni su titoli quotati – ha rinfrescato una narrazione che sembrava spenta.

Una bolla consapevole? Le emozioni guidano il mercato

Questa vicenda rilancia una domanda cruciale: quanto conta davvero l’analisi finanziaria in un mercato che premia più la narrazione che i numeri? La risposta sembra stare nel comportamento degli investitori: sempre più orientati a cogliere l’attimo, a inseguire i trend virali, spesso con un misto di ironia e speranza.

House of Doge e CleanCore hanno saputo cavalcare questo spirito, rilanciando un format che si pensava esaurito. Il rischio, però, è che la corsa a replicare il successo porti a un’escalation di progetti sempre più azzardati, con ricadute negative per chi entra tardi o senza strumenti adeguati.

Nel frattempo, il messaggio che arriva dai mercati è chiaro: finché ci saranno crypto e società disposte a metterle al centro della scena, le DAT non sono finite. Ma per chi guarda con interesse, serve lucidità: l’aritmetica può attendere, ma i soldi no.

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